3 giugno 2012
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Biografia di Santo Versace
• Reggio Calabria 2 gennaio 1945. Manager. Presidente del gruppo di famiglia. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera col Pdl; nel settembre 2011 passò al Gruppo misto e poi subito in novembre ad Api, quindi ancora al Gruppo misto da luglio 2012 a fine legislatura (marzo 2013). Il 9 marzo 2014 è stato eletto presidente dell’assemblea nazionale di Fare per Fermare il Declino. «Io sono e resto socialista».
• Fratello di Gianni (1946-1997) e Donatella (vedi). «Mio padre ha lavorato fin quando ha avuto la forza, e mia madre fino a due giorni prima di morire. Il loro esempio ci ha inchiodati. Mio padre ha sempre detto: “I problemi nella vita si risolvono facilmente con tre parole: lavorare, lavorare, lavorare. Tu lavori e non ci sono problemi”». «Si parla sempre dell’attività di mia madre, la sartoria. Ma mio padre nel 1950 aveva un’altra attività: il commercio di carbone vegetale al dettaglio e all’ingrosso, l’unica fonte di energia che ci fosse in Calabria. Vendevamo il carbone a 36 lire il chilo e la tabellina del 36, che va da 36 a 360, passando per 72, 108, 144, 180, 216, 252, 288, 324, non l’ho mai dimenticata: mezzo chilo era 18 lire. E io ero un bambino sempre sporco di carbone. Poi, man mano che crebbe l’economia, crebbe anche l’attività di mio padre, che cominciò a vestire le case per intero. Oggi noi “vestiamo” case e alberghi dalla A alla Z con le linee Gianni Versace, ma mio padre già vestiva le case, dalla camera da letto alla camera da pranzo, alla cucina» (da un’intervista di Silvia Grilli).
• «Nel 1963 mi iscrissi a Economia e commercio a Messina. Il primo lavoro fuori dalle aziende di famiglia fu in banca, al Credito italiano di Reggio Calabria. Dopo sei mesi me n’ero già andato. Dovevo fare il militare e presentai la domanda per diventare ufficiale, fui preso come ufficiale di cavalleria».
• Oltre l’esperienza in banca, fu insegnante di geografia economica alle superiori e aprì uno studio di commercialista «prima di raggiungere mio fratello Gianni a Milano» (a Paolo Corio) [www.panoramaditalia.it 26/3/2014].
• «Quando mi congedai dal militare, nel gennaio 1972, tornai a Reggio Calabria e trovai Gianni eccitatissimo: il suo sogno era fare i disegni, i modelli. Anche da piccolo ha sempre gattonato fra pizzi e merletti, è nato in sartoria. Aveva convinto mia madre ad aprire, accanto alla sartoria, la boutique che c’è ancora, in via Tommaso Gulli a Reggio Calabria. Andava in giro a comprare: conobbe i più grandi della moda. Quando tornai a Reggio, Gianni disse: “Mi offrono di fare la collezione Florentine Flower”. Ho trattato io il primo contratto di Gianni, ebbi il coraggio di chiedere la cifra che prendeva Walter Albini, il signore del prêt-à-porter di lusso, un genio. Mi dissero: “Va bene”. Il 5 febbraio 1972 Gianni partì da Reggio Calabria e non si fermò più. Venne a Milano perché si rese conto che era la sede deputata per la moda. E fu una cavalcata».
• Politica In Calabria col governatore Agazio Loiero (Pd) nel 2006: «“Scelse me e altre personalità calabresi, ci chiese di essere suoi consiglieri straordinari e noi aderimmo con entusiasmo, perché prima di tutto siamo calabresi. Ma poi...”. Poi? “Poi sparì. È un politico di quelli che non mantengono”» (a Fabrizio Roncone) [Cds 4/2/2010]. «Ma chi gliel’ha fatto fare di entrare in politica? “Silvio Berlusconi. È stato lui a chiamarmi (…). La politica ce l’ho nel sangue da sempre; nel ’68 ero vicesegretario della federazione socialista di Reggio Calabria. Negli anni Ottanta, Bettino Craxi ricevette una sera mio fratello, mia sorella Donatella e il sottoscritto. Bettino aveva capito l’enorme importanza del made in Italy. E considerava gli stilisti gli eredi dei grandi del Rinascimento”» (a Stefano Zurlo) [Grn 12/7/2010]. Deputato rutelliano: «Era da tempo che i miei amici Tabacci e Pisicchio mi dicevano: dai, Santo, vieni con noi. E io li studiavo da lontano. Un gruppo di qualità. Rutelli poi è un grande» (a Giovanna Cavalli) [Cds 13/11/2011]. Fugace simpatia per Monti: «“Ti ricordi il 29 settembre 2011?”. Francamente no. “Parlo alla Camera, annuncio che lascio il Pdl, poi vado da Un giorno da pecora, e dico che Monti dev’essere il prossimo premier. E lui sai che fa? Mi chiama, per ringraziarmi”. Non le credo. “Capisci? Quarantacinque giorni prima che diventasse premier”. Vuol dire che Berlusconi l’ha fatto cadere lei? “Diciamo che sono stato la causa scatenante”» (a Concetto Vecchio) [Rep 9/1/2013]. Non si è candidato alle Politiche del 2013: «Avevo dato la mia disponibilità a Monti, ma ho visto camarille, clientele e vecchie logiche spartitorie da compromesso storico» (a Monica Guerzoni) [Cds 11/1/2013].
• «Senta e del Cavaliere, oggi, che pensa? “Che va condannato politicamente, per come ha governato in questi anni e cioè malissimo, facendo lievitare la spesa pubblica e il debito. Ma la sinistra è corresponsabile”. In che senso? “Oltre gli anni di governo, negli ultimi quaranta ha gestito a lungo e in larga parte il potere negli enti locali. Una gestione spaventosa, coi sindacati complici”» (a Goffredo Pistelli) [Iog 5/11/2013].
• Da parlamentare fece un regolare contratto al proprio assistente: «Si chiama Massimo Migliosi e dice che sì, è vero, lui è in regola: “Ma sono uno dei pochi”. E gli altri? La maggior parte lavora in nero» (Gian Antonio Stella) [Cds 3/4/2009].
• Impegnato nel sociale, ha dato il via a Operation smile: i medici vanno in giro per il mondo a curare bambini malformati finanziati da aste di prodotti di lusso. Il suo nuovo impegno politico punta invece a dare valore alle terre dove è cresciuto: «Mi sono convinto però che il pericolo più grande non sono mafia e delinquenti. La zavorra del Sud sono malapolitica e burocrazia, gli uffici del potere dove troppi si muovono solo per interesse personale».
• «“L’Italia si divide in tre fasce. Ci sono i produttori, quelli che realmente lavorano. Sono quelli delle aziende vere che si confrontano col mercato ma sono anche i tanti lavoratori, dipendenti e autonomi, che tirano la carretta ogni giorno e si impegnano nelle cose che fanno. Poi ci sono i ‘prenditori’...”. Gli imprenditori? “No, ho detto proprio i ‘prenditori’, vale a dire quella categoria di aziende che hanno pensato bene di mettersi al lavorare col pubblico, magari nel settore della sanità, insomma un mondo di lobby e di privilegio (…)”. E la terza fascia? “I profittatori, vale a dire quel milione di persone che campa di politica, che hanno redditi alti e bassa produttività, anzi che spesso distruggono ricchezza”» (a Pistelli, cit.).
• Nel 2010, in un tribunale americano contro i taroccatori: «L’aula di giustizia come una sartoria. Santo Versace spiega come nasce un capo d’abbigliamento e mostra una camicia, un paio di jeans, un giubbotto di pelle. Solo che ad ascoltarlo c’è il tribunale di Los Angeles: il giudice e, in un angolo, gli otto membri della giuria, tutte donne, che devono decidere su un’agguerrita causa per contraffazione della storico marchio della Medusa» (Stefano Zurlo) [Grn 7/5/2010]. Vinse: «Per diciotto dei ventidue capi d’accusa il tribunale di Los Angeles ha erogato la pena massima, un milione di dollari di risarcimento, e cinquecentomila dollari per ciascuno dei restanti quattro. In totale, 20 milioni di dollari. “Una cifra che mette in ginocchio chi per anni ci ha fatto una concorrenza sleale che più sleale non si può e ha sporcato l’immagine dell’Italia”».
• Soprannominato «il contabile di ferro» (Michele Masneri) [Fog 14/11/2012].
• Case: «“A Londra, a New York, due a Roma, tre o quattro a Reggio Calabria. Due a Milano. O tre?”. Ha perso i conteggi? “No, sono tre”» (a Zurlo, cit.).
• È stato sposato con Cristiana Ragazzi; due figli: Antonio e Francesca, che l’ha reso nonno di Ayla Leonor (Milano 15 settembre 2014), avuta dall’attore brasiliano Christopher Leoni. Nel 2014 ha sposato la compagna Francesca De Stefano, avvocato.
• «Il destino è bizzarro: “Era il 2007, governo Prodi. Arrivai a palazzo Madama per incontrare il mio amore”. La sua compagna? “Francesca De Stefano, avvocato, dirigente del ministero dell’Economia. Reggina come me: sua nonna era cliente della sartoria di mia madre. Ma, anagraficamente, con venticinque anni in meno del sottoscritto”. Complimenti. “Posso proseguire?”.
Ci mancherebbe. “Ero senza cravatta”. Santo Versace senza cravatta? “Il commesso mi sbarrò la strada e me ne diede una, neutra, da croupier, per entrare”. Morale? “Grazie al commesso ho incontrato Francesca”» (a Zurlo, cit.).
• È un grande appassionato di basket, giocò nella Viola Reggio Calabria. «A distanza di tanti anni posso anche dire con sicurezza la data del mio esordio cestistico: era il giorno di san Giuseppe del 1961 e giocavo nella squadra del mio istituto, che poi si fuse con la Viola Reggio Calabria, per la quale giocai in serie B sino al 1970» (Corio, cit).