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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Carlo Verdelli

• Milano 15 luglio 1957. Giornalista. Collaboratore di Repubblica. Nominato nel novembre del 2015 Direttore editoriale per l’offerta informativa della Rai, ha poi lasciato spontaneamente l’incarico il 3 gennaio del 2017 quando il Consiglio d’amministrazione della Rai non ha approvato il suo piano editoriale. Ex vicepresidente esecutivo di Condé Nast (dal 2010 al 2012). Ex direttore della Gazzetta dello Sport (dal 2006 al 2010, ha ottenuto il record italiano di vendite per un quotidiano, il 10 luglio 2006, il giorno dopo la vittoria dell’Italia ai Mondiali di calcio, con 2.302.808 copie). È stato anche direttore di Sette e Vanity Fair e vicedirettore del Corriere della Sera.
• «Maturità classica al liceo Beccaria, all’università, la Statale, dà 14 esami alla facoltà di Lettere e filosofia, indirizzo storico. La Carlo Erba dove il padre è operaio annuncia la cassa integrazione. E Verdelli inizia a lavorare. Inizia nella nidiata di giovani che Giampiero Dell’Acqua assolda per le nuove pagine della cronaca milanese di Repubblica. Un anno e nel 1978 entra alla Mondadori, a Duepiù. Dopo due anni passa a Pm (Panorama Mese): ci resta tre anni, diventando caposervizio con la direzione di Claudio Sabelli Fioretti. Nell’86 Alberto Statera lo vuole a Epoca: redattore, inviato, caporedattore centrale e nel 1991 diventa vicedirettore, quando le redini del settimanale vengono prese da Nini Briglia. A Epoca lavora a stretto contatto con fotoreporter come Lotti, Mori, Leto, Del Grande, De Biasi, Galligani (che nella prefazione del libro Uno sguardo discreto definisce affettuosamente “quelle impareggiabili teste di cazzo”). E impara a usare le fotografie, a sceglierle, tagliarle, metterle in pagina. Alla fine della primavera 94 Paolo Mieli lo chiama a dirigere Sette, che il direttore del Corriere della Sera vuole trasformare in un settimanale d’attualità. Poco più di due anni (con, tra l’altro, gli scoop del nudo di Martina Colombari, allora fidanzata con Alberto Tomba e il primo libro di Di Pietro) e il 12 settembre 1996 Mieli annuncia l’intenzione di nominarlo vicedirettore del Corsera con delega alla supervisione dei tre supplementi settimanali (Sette, Tv Sette, Io Donna)» (Prima Comunicazione).
• Ha compiuto un’impresa riuscita a ben pochi giornalisti: prendere in mano un settimanale che stava chiudendo – Vanity Fair – e trasformarlo in un caso editoriale, un femminile comprato anche dai maschi, talmente intelligente e ben fatto da creargli qualche problema di gelosia con la casa madre americana. In Gazzetta risultati non dissimili: nel corso del 2007-2008 la rosea è praticamente l’unico quotidiano (con Libero di Feltri) ad avere ogni mese il segno più sulle vendite. Ha oltre tutto pilotato con grande successo l’operazione cambio di formato (aprile 2008) e inserito per la prima volta nella storia del giornale un gruppo di pagine non sportive dedicate all’attualità, assai gradite dai lettori e che candidano Gazzetta al ruolo di primo, autentico quotidiano popolare italiano.
• Nel 2014 ha pubblicato il suo primo libro, I sogni belli non si ricordano (Garzanti), «un libro sui bambini, o meglio un libro “dei” bambini, compresi, ovviamente, i bambini che tutti siamo stati» (Michele Serra).
• Il 26 novembre 2015 è stato nominato dalla Rai Direttore editoriale per l’offerta informativa. Nella nota della Rai si legge: «A Verdelli, che riporterà gerarchicamente al Direttore Generale, risponderanno funzionalmente i Direttori delle Testate giornalistiche. Avrà inoltre il raccordo con le Direzioni competenti per gli aspetti produttivi e realizzativi dell’offerta informativa (in particolare Produzione TV, Radio, New Media Platforms) e la gestione delle priorità editoriali, anche di tipo straordinario, dell’offerta informativa Rai nel suo complesso».