3 giugno 2012
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Biografia di Vauro
• (Vauro Senesi) Pistoia 24 marzo 1955. Vignettista. Collaborazioni con il Corriere della Sera, il manifesto, il Fatto Quotidiano ecc., in tv ospite fisso di Michele Santoro ad Annozero (una sua vignetta, nel marzo 2007, indusse l’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella ad abbandonare in diretta la trasmissione) e a Servizio pubblico. Nel 2014 ad AnnoUno (La7). Nel 2011, insieme a Vincino, rilanciò il settimanale Il Male. Ultimi libri: Critica della ragion satirica e Storia di una professoressa, entrambi editi da Piemme nel 2013. «La vignetta è un gioco cattivo, un gioco feroce. Ma è un gioco».
• «Devo tutto alla scuola, nel senso che mi consideravano un imbecille. Non pensavano che valesse la pena di perdere tempo a insegnarmi alcunché, e poiché facevo casino in classe, mi cacciavano fuori. Avevo un banco tutto per me in corridoio. Dove potevo tranquillamente disegnare. Con me c’era anche Riccardo Mannelli. Anche lui fuori della classe a disegnare. Ero un imbecille prodigio. Ero un gruppettaro, Lotta Continua. Mi piaceva Sylvie Vartan perché aveva la fessura in mezzo ai denti. Partii con Riccardo Mannelli per Torino. In autostop. Non avevamo una lira. Cominciammo da Help, l’unico giornale di satira di allora, che addirittura ci pagava. Poi andammo a Milano, alla Mondadori. Marco Tropea e Laura Grimaldi che curavano il Segretissimo ci presero delle vignette. Dormivamo alla Stazione Centrale. Poi scoprimmo i Quaderni del Sale dell’editore Franco Ventura. Era un accrocco, alto un metro e niente, vestito di porpora, con tanti anelli alle dita. Il giornale era diretto da Pino Zac che ci assunse immediatamente e ci mandò in un grande albergo. L’accrocco vestito di porpora lo chiuse e noi fondammo Il Male (1978-1982 – ndr). Il Male fu una grossa scuola di satira. Purtroppo non ce ne sono state più».
• «Indisponibile ad adeguarsi dove non capisce, per capire meglio è andato in Afghanistan e in Iraq, nei giorni più caldi, come inviato di guerra (“inviato di pace”, preferisce lui). E le vignette che ne ha ricavato sono l’altra faccia – più umana, più morale, più vera – delle verità ufficiali. Afghanistan, Iraq e dintorni. Basta guardare il bambino senza gambe che esulta per il Nobel a Medici senza frontiere: “Fate come se avessi applaudito” (lui non può, le mani gli servono per reggersi sulle stampelle)» (Maurizio Assalto). Molto impegnato con Emergency di Gino Strada.
• «Sono anni che viene accusato di non aver rispetto per i presidenti, di non aver rispetto per il Papa, di non aver rispetto per la religione. E lui che fa? Ride. E continua, fregandosene dell’antico adagio, a lasciar stare i fanti e a scherzar con i santi» (Gian Antonio Stella).
• Nel 2008 non è andato a votare: «Non sono tra chi pensa che il non votare possa cambiare le cose, ma purtroppo mi sono convinto che nemmeno il farlo, con questi politici e questa politica, possa cambiarle». In seguito tra le cento personalità che hanno firmato un appello per il recupero non solo e non tanto della falce e martello, quanto del comunismo. Nel 2013, in occasione delle elezioni politiche, ha manifestato il suo sostegno alla lista Rivoluzione civile di Antonio Ingroia.
• Nel 2014 è stato querelato da Renato Brunetta. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia «non ha gradito le vignette comparse nell’ultima puntata (e ora nel sito) di Servizio Pubblico: in una viene ritratto dentro un barattolo che ricorda il carro armato degli pseudo-secessionisti veneti, in un’altra ha le sembianze assai prossime di Dudù (“I cagnolini di Arcore, Dudù e Brubrù”)» (Andrea Scanzi) [Fat 9/4/2014].
• Sul rilancio del Male: «La totale anarchia della satira prescinde dalle contingenze. Dai padroni. Dai premier e dalle convenienze. Sono convinto che la scia di allora sia ancora illuminata. Nel ’77 avevamo l’incoscienza dei vent’anni. Oggi abbiamo quella della senilità e le sfere si somigliano» (a Malcom Pagani) [Esp 30/6/2011].
• «È pieno di difetti, ma sono difetti stupendi» (Vincino).
• Ha recitato anche un cameo in Manuale d’amore 3 (Giovanni Veronesi, 2011) e Colpi di fulmine (Neri Parenti, 2012). Nel 2013 visto ne I calcianti, di Stefano Lorenzi.
• Sposato con una cilena, Vianela, ha chiamato suo figlio Rosso. Un’altra figlia, Fiaba, dal primo matrimonio con Mirella.