3 giugno 2012
Tags : Franco Vaccari
Biografia di Franco Vaccari
• Modena 18 giugno 1936. Artista.
• «Artista è colui che consente al pubblico di far emergere gli strati più sottili della coscienza, di solito nascosti dal rumore del vivere». «Uno degli artisti più sofisticati del concettualismo» (Giuliana Scimè).
• Usa la fotografia e il video. Inventò le Esposizioni in tempo reale ovvero mostre che accadono e si modificano per diretto intervento del pubblico, diventate poi quasi il suo marchio di fabbrica. Nelle sue opere il fotografo, il soggetto fotografato e l’osservatore della fotografia si scambiano continuamente i ruoli. Nel 2007, in una retrospettiva che gli ha dedicato lo Spazio Oberdan a Milano, ha pesato i visitatori facendoli salire sopra una bilancia collocata all’ingresso della mostra. Laureato in Fisica, usa la semplice polaroid, spesso impugnandola con la mano fuori dal finestrino mentre guida e non può osservare l’oggetto «come un cowboy a cavallo, che spara con la sua Colt». Ma sperimenta anche i più raffinati processi di stampa e tutta la varietà di tecniche offerte dal mercato.
• «Alla Biennale del 1972 si presenta in una stanza dalle pareti spoglie, che contiene solo una cabina per foto automatiche. Il titolo dell’opera è un’esortazione al visitatore: Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio. Furono seimila i visitatori che stettero al gioco, accettando di ritrarsi nella cabina e applicando poi le proprie foto alla parete. In Mito istantaneo Vaccari fotografava con una polaroid un visitatore, proiettava la foto appena scattata e fotografava di nuovo il soggetto, sorpreso nel vedere se stesso. Gli inizi sono dei primi anni Cinquanta, quando Vaccari, ancora teenager, incomincia ad aggirarsi per Modena e per i suoi dintorni e a inquadrare volti umani e nature morte, cocomeri, aringhe, balere, bagnanti sulle rive del Secchia, i cui costumi da bagno contrastano con le divise dei marescialli che sorvegliano le frontiere del pudore. Sono proprio tali contrasti, assieme ai tagli d’inquadratura, a incominciare a oltrepassare i limiti del neorealismo: la metamorfosi italiana è colta nel momento in cui vecchio e nuovo sono entrambi visibili. Questa prima fase, che l’artista categorizza sotto il titolo di Radici, aveva già dato vita a un libro antologico che Vaccari ha composto nel 1995 nel primo dei libri che ha predisposto assieme al libraio antiquario ed editore Andrea Tomasetig: dodici fotografie, stampate dall’artista, in quattordici copie. Un secondo volume, analogo, ha testimoniato la fase delle Esposizioni in tempo reale, titolo comune a una lunga serie di progetti diversi» (Stefano Bartezzaghi). (a cura di Lauretta Colonnelli).