3 giugno 2012
Tags : Mirko Tremaglia
Biografia di Mirko Tremaglia
• Bergamo 17 novembre 1926 – Bergamo 30 dicembre 2011. Avvocato. Politico. Eletto alla Camera nel 1972, 1976, 1979, 1983, 1987, 1992, 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 (Msi, An, Pdl). Ministro per gli Italiani all’estero nel Berlusconi II e III (2001-2006). Nel 2010 seguì Fini aderendo al gruppo parlamentare di Futuro e Libertà.
• Fu indicato come uno dei responsabili (il?) della sconfitta elettorale del centrodestra alle politiche del 2006: «È stato grazie al voto degli italiani all’estero, al quale lui ha dedicato anni di battaglie politiche, che Prodi ha conquistato la maggioranza assoluta al Senato. Non solo, ma la sua lista (“Per l’Italia nel mondo – Con Tremaglia”) ha fatto registrare un clamoroso flop: un solo eletto su 18 parlamentari. Così Formigoni, maramaldeggiando, ha paragonato Tremaglia a Comunardo Niccolai, lo stopper del Cagliari passato alla storia del calcio per le sue autoreti. Anni e anni di viaggi in Argentina, per far vincere la sinistra» (Sebastiano Messina).
• «Volontario di Salò quando era ancora un ragazzo, è uno dei pochi politici italiani che non ha mai rinnegato neanche un minuto del proprio passato» (La Stampa).
• «Sanguigno e tuonante, incline al fascismo duro e puro e al pianto tenero e sentimentale, la parabola politica ed esistenziale di Tremaglia è segnata da tre paradossi. Fu irriducibile fascista, militante fedele del fascismo di Salò, del vecchio Msi e poi di An, ma alla fine seguì il becchino di tutti e tre, Fini, aderendo a Futuro e Libertà; lui che era tutto nostalgia e autorità. Secondo paradosso: spese una vita per gli italiani all’estero, si prodigò per loro, fondò i comitati tricolore e volle la legge che consentiva il voto ai nostri emigrati; pensava a un trionfo ma la sua lista ottenne un solo seggio su 18 e grazie alla sua legge il governo Prodi ebbe la maggioranza assoluta in Senato. Terzo paradosso: era un fascista d’azione, diffidente verso le elucubrazioni degli intellettuali e il culturame, ma il destino gli giocò uno scherzo feroce e benedetto: suo figlio Marzio tradì il cliché del fascista attivista, fu un raffinato intellettuale prestato alla politica, gran promotore di idee e assessore lombardo alla cultura. Anzi “il miglior assessore alla cultura d’Italia” disse una volta Walter Veltroni, e non lo disse in un elogio funebre, ma quando Marzio era ancora assessore in carica» (Marcello Veneziani) [Grn 31/12/2011].
• Sposato con Italia e padre di Marzio (1958-2000), ex assessore alla Cultura della Regione Lombardia dal 1995 al 2000.