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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Francesco Totti

• Roma 27 settembre 1976. Calciatore. Alla Roma fin da quand’era bambino, ha vinto lo scudetto del 2001. Con la nazionale è stato nel 2006 campione del mondo, nel 2000 vicecampione d’Europa (in tutto 58 presenze e 9 gol). «Gioco nella Roma, so’ de Roma, che vojo de più».
Vita Nacque cinque giorni dopo Ronaldo, due prima di Shevchenko (una delle settimane più produttive della storia del calcio): «Studiavo, poi sentivo gli amici e il rumore del pallone, così scendevo di corsa in cortile. A volte non mi facevano giocare e io risalivo in casa piangendo. E papà: “Ma che te piangi? Pensa a studia’, che è meglio. Mica vorrai fa’ er calciatore?”». Papà Enzo lavorava (da operaio) per una banca, mamma Fiorella ha sempre fatto la casalinga. Si conobbero sulla spiaggia di Fiumicino nell’estate 1961, diciassette anni lui, dodici lei.
• La prima squadra di Totti fu la Fortitudo. Aveva sette anni e giocava dove gli pareva. Alla Smit Trastevere cominciò a fare sul serio. Mimmo Ferretti: «Con il passaggio alla Lodigiani, all’età di dieci anni, diventa di fatto un centrocampista d’attacco ma i suoi allenatori, Mastropietro e Neroni, non gli fanno mai indossare la maglia numero 10, “per non farlo sentire più importante degli altri”».
• Dodicenne, Totti faceva già gola ai talent scout di tutt’Italia, tanto che un giorno dell’88 un emissario del Milan si presentò a casa sua con 150 milioni di lire in valigia per strapparlo alla Lodigiani. Mamma Fiorella prima rimase «di sasso», poi prese a chiedere a tutti, in lacrime, «che devo fare?», infine chiamò l’amico di famiglia Stefano Caira, dirigente in Federcalcio, che le disse: «Quelli che ti stanno offrendo sono spiccioli». Pochi mesi e Totti passò alla Roma.
• Esordì in serie A a sedici anni e mezzo, il 28 marzo 1993, sostituendo Ruggiero Rizzitelli all’87’ di un Brescia-Roma 0-2 (in panchina Vujadin Boskov). Il primo gol arrivò il 4 settembre 1994, all’Olimpico contro il Foggia. Mazzone lo schierò titolare e lui, al 30’, sbloccò il risultato: «Era la prima gara del torneo. Mio zio mi promise una mountain bike, la desideravo e forse l’avrei potuta comprare senza aspettare la rete. Ma ho rincorso quel gol pensando alla bicicletta».
• Paolo Franchi: «Una critica malevola speculava, all’epoca, su una sua certa qual tendenza all’ingrasso: ne nacque un soprannome assai sciocco, Il Pupone. Da siffatte e altre analoghe castronerie fu presumibilmente influenzato un ricciolone argentino, certo Carlos Bianchi, che un Sensi momentaneamente impazzito volle in panchina al posto del “Magara”. Il Bianchi, nel tentativo, fallito di un soffio, di portare la squadra in serie B, si adoperò perché venisse ceduto, e la Sampdoria, chiotta chiotta, si fece sotto. Gli dei, che pure avevano accecato Sensi, inorridirono, Bianchi venne licenziato, Totti rimase a Roma. Di questo ritorno di passione le persone dabbene rendono imperituro onore a Zdenek Zeman. Alla scuola del boemo il ragazzo prodigio, divenne, a tutti gli effetti, un campione. A Fabio Capello, così, venne consegnata una stella».
• Con Capello, Totti vinse il suo unico scudetto ma tra i due non fu mai amore, come emerso dopo la “fuga” del tecnico alla Juventus (estate 2004). In particolare, il capitano della Roma non gradiva che il tecnico gli preferisse come esempio per i giovani il brasiliano Emerson. La volta che gli chiesero chi avrebbe voluto in panchina dopo Capello, Totti rispose «un pelato», e le cose per la Roma andarono male (Prandelli, Völler, Del Neri, Bruno Conti) finché non l’accontentarono ingaggiando Luciano Spalletti (estate 2005). Nel 2006 arrivò al Mondiale poi vinto dagli azzurri in precarie condizioni di forma per un grave infortunio subito il 19 febbraio, frattura del perone sinistro e interessamento dei legamenti della caviglia causa un tackle da dietro dell’empolese Richard Vanigli. Contribuì comunque al successo trasformando tra l’altro il rigore che a tempo scaduto decise l’ottavo di finale contro l’Australia (1-0).
• Quinto nella classifica del Pallone d’oro 2001, 14° nel 2000, 18° nel 2003, nomination anche nel 2002 e 2004. Il suo colpo più famoso è il “cucchiaio”. Maurizio Crosetti: «Diverso dal pallonetto che s’alza, s’abbassa e stop, il cucchiaio (più un colpo da biliardo) fa ruotare la palla in senso inverso alla parabola, con effetto a rientrare che disorienta il portiere». Aldo Grasso: «Ciò che più conta è lo sberleffo, non all’avversario ma alla razionalità». Il primo cucchiaio lo fece in mondovisione, nel 2000. Aldo Cazzullo: «All’Europeo, semifinale con l’Olanda, al momento di tirare i rigori. “Mo’ je faccio er cucchiaio”, anticipò ai compagni. E quelli: ma va là! pensa a segnare! Fece il cucchiaio, fece anche vacillare Zoff poi finito da Berlusconi, ma segnò».
• Nel 2007 ha vinto Coppa Italia, classifica cannonieri e Scarpa d’oro, nel 2008 un’altra coppa Italia. È finito due volte al secondo posto in campionato dietro all’Inter (da lui accusato di aver ricevuto molti «aiutini» arbitrali). È diventato il recordman romanista di tutti i tempi per gol (il 16 gennaio 2008 ha superato quota 200) e presenze (primato strappato a Giacomo Losi l’11 febbraio 2007).
• Il 19 aprile 2008, all’Olimpico contro il Livorno, ha subito l’infortunio più grave della sua carriera: trauma distorsivo del ginocchio destro e lesione del legamento crociato anteriore.
• Il 30 settembre 2014, segnando la rete dell’1-1 a Manchester contro il City, Totti ha portato via a Ryan Giggs il record di giocatore più vecchio ad aver fatto gol in Champions League (38 anni e 3 giorni per il giallorosso). Il record assoluto appartiene a Ferenc Puskás che, in Coppa dei Campioni, fece centro contro il Feyenoord a 38 anni, 5 mesi e 20 giorni.
• L’11 gennaio 2015, dopo la rete del 2-2 alla Lazio (suo secondo gol di quel derby) ha esultato facendosi un selfie con un iPhone con la Curva Sud alle spalle. Giulia Zonca: «Avrebbe potuto chiedere la foto più spettacolare del gol, scegliere l’angolazione preferita, farci un poster, ma lui voleva una posa da cellulare: la sua facciona davanti al delirio in bassa definizione. Un momento straordinario legato a un gesto banale».
• Di fatto ha già un contratto da dirigente alla Roma per quando deciderà di smettere di giocare. Ha fatto però sapere che non esclude la carriera di allenatore: «Magari comincio con i ragazzi, anche se adesso forse non c’è neppure bisogno. In fondo, chi ha giocato al mio livello non ci mette molto a imparare» (a Massimo Cecchini).
• La popolarità esplose con le barzellette, prima a malapena sopportate poi, grazie al suggerimento di Maurizio Costanzo, raccolte in un libro di enorme successo i cui proventi furono devoluti in beneficenza. Tra le tante. La maestra: «Sai quali sono i 5 sensi, Francesco?». «Béh, certo: c’è Franco, ’a moje de Franco, ’e fije...»; Totti fa un cruciverba. 35 orizzontale, sei romano, due lettere. «Sì».
• Nel 2007 ha pubblicato un’autobiografia con Dvd (La mia vita, i miei gol, Mondadori) e ha recitato ne L’allenatore nel pallone 2. È stato protagonista del numero di Topolino in edicola il 16 gennaio 2008 (Papertotti).
• Conobbe la Blasi presentato dalla futura cognata: era gennaio, a marzo già vivevano insieme. A pochi giorni dal matrimonio, Gente scrisse che Totti aveva una storia con Flavia Vento. Ilary: «I giornali scrivono cose belle e brutte. O false. Come in questo caso. È stata una cosa pesante» (l’inchiesta sull’ipotesi di estorsione ai suoi danni per aver pagato 50mila euro al fine di bloccare la pubblicazione di un’intervista su un suo presunto flirt con Flavia Vento è stata poi archiviata). Le nozze fecero epoca: due vie del centro di Roma chiuse al traffico, autobus deviati, quattro ore di diretta su Skytg24 (i 30 mila euro pagati per i diritti tv furono devoluti in beneficenza al soccorso dei cani, all’Unicef, alla Fondazione Nelson Mandela). Disse all’epoca: «Io e Ilary avremo cinque figli. Spero che il primo sia un maschietto. Poi non mi importa di avere quattro femmine, ma il capofamiglia deve essere il maschio». Accontentato, Ilary voleva chiamare il primogenito Giordano, Totti si oppose perché gli avrebbe fatto venire in mente Bruno Giordano, idolo laziale anni Settanta-Ottanta. Alla fine decisero per Cristian (nato il 6 novembre 2005). Ha già fatto sapere che un eventuale prossimo maschio si chiamerà Rodolfo. Il 13 maggio 2007 è nata la seconda figlia, Chanel. Mamma Ilary Blasi: «Volevo un nome dolce, dal suono delicato: avevo in mente anche Jolie, ma Chanel mi piaceva di più». Il 27 settembre 2015, in occasione del suo 39esimo compleanno, Ilary ha annunciato in diretta tv a Le Iene di essere di nuovo incinta: Isabel è nata alle 19.40 del 10 marzo 2016 alla Mater Dei di Roma, per il ginecologo «Assomiglia a Chanel e a Francesco. Lui ha assistito al parto e fino alla fine non capiva se fosse maschio o femmina perché il cordone ombelicale che non lo faceva vedere. Il nome? pensavano a Gioia o Linda» [Pinci, Rep 11/3/2016].
• «Ilary è bella quando si sveglia. Non lo dico perché è mia moglie, ma è bella vera, quando passa la vedi e ti giri».
• Ha adottato un labrador, Ariel, cane da salvamento che nel luglio 2008 ha salvato una ragazza che stava affogando a Ostia.
• Nell’ottobre 2015 l’Atac, la società di trasporti della Capitale, ha messo la sua immagine su mezzo milioni di biglietti, in edizione limitata (prima di lui era stato fatto solo per Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII e Francesco).
Critica «Totti per me è il migliore di tutti» (Pelè nel 2006).
• «Quando si scrive che Francesco Totti è il miglior giocatore della storia della Roma si pecca per difetto. Totti è il miglior giocatore italiano di ogni tempo» (Giancarlo Dotto).
• «Del Piero è la ciliegina, Totti la torta» (Roberto Beccantini).
• «Ha la mia rapidità e il tiro, ha l’invenzione e il passaggio di Rivera» (Sandro Mazzola).
• «È una perfetta sintesi di tecnica e potenza; gioca quasi sempre di prima intenzione e possiede un tiro fulminante, come dimostrano i suoi gol su punizione» (Gianni Rivera).
• «Totti gioca ovunque, ma nessuno sa mai dove» (Spalletti).
• «È sempre per terra: non si può sfiorarlo che sembra gli sparino dalla tribuna» (Giovanni De Biasi).
Frasi «Mia madre era tifosa della Lazio, e anche mia nonna».
• «Non mi posso concedere un gelato in centro o un giro di acquisti in via Condotti. Ci ho provato una volta, si è bloccato il traffico».
• «Pensavo che da grande avrei fatto il benzinaro».
• «Tuttora non so se ho talento, me lo domando anch’io. È quello che si vocifera».
Politica Del Pd, anche per l’amicizia con Veltroni. Alla vigilia del voto 2008, avendo espressamente manifestato il suo appoggio al candidato sindaco del centrosinistra Francesco Rutelli, Berlusconi gli diede del «fuori di testa» (immediata retromarcia per paura che la sortita gli facesse perdere nella capitale voti preziosi).
Religione «La mia è sempre stata una famiglia molto religiosa, da piccolo ho fatto anche il chierichetto».
Vizi «La vista del sangue mi impressiona, mi turba, mi si rigirano le budella».