3 giugno 2012
Tags : Carlo Toto
Biografia di Carlo Toto
• Chieti 1944. Imprenditore. Fu il patron e presidente di Air One fino alla fusione di quest’ultima con Alitalia (gennaio 2009). «AirOne è nata nel 1995 con tre aerei. Si è mossa come uno scoiattolo, per evitare di finire nelle mani di qualche concorrente più grosso e per conquistare più mercato possibile, facendo grandi investimenti nella crescita. Un giorno il fondatore della Ryanair mi disse che in questo settore ci vogliono 12 anni per arrivare al pareggio. Noi ce l’abbiamo fatta in 6 con una crescita media annua dei ricavi del 20 per cento».
• «Negli anni Cinquanta lavora con il padre Alfonso, che prendeva in subappalto le commesse stradali e intuisce che per guadagnare sul serio bisogna partecipare direttamente agli appalti. Convince la famiglia a tentare la svolta, poi riuscita passando dal manto stradale ai viadotti e alle gallerie, commessa su commessa, stringendo via via i rapporti con l’Anas. Oggi tra le attività di Toto c’è la Società dei Parchi, che gestisce le autostrade 24 e 25. Nel giugno 1994 comprò il suo primo Boeing a un fallimento per quattro milioni di dollari. Anche grazie a quel Boeing, che poi fu rimesso a nuovo dalle officine Lufthansa, Toto finì per firmare un preziosissimo accordo di partnership – era il 2000 – con la compagnia tedesca. Al matrimonio con Lufthansa, Toto portava una dote ricca: Air One aveva occupato sistematicamente tutte le rotte nazionali trascurate da Alitalia, senza dimenticare quelle ben servite ma sempre bisognose di rinforzi. Air One iniziò il servizio con il volo Fiumicino-Linate: non è un caso, il più frequentato e redditizio» (Marco Sodano).
• In nome dell’italianità, dal 2007 ha spinto per coinvolgere la sua società nel salvataggio Alitalia, appoggiato nell’intento da Intesa-San Paolo, il consulente scelto dal governo. È tra gli imprenditori che hanno aderito a Cai, la cordata italiana che ha trattato l’acquisto di Alitalia dopo l’abbandono di AirFrance nell’aprile 2008 (per la vicenda Alitalia vedi Silvio Berlusconi). Qualcuno ha osservato come la presenza di Air One non porti molti benefici al Progetto Fenice e dia anzi qualche preoccupazione per il conflitto d’interessi dell’advisor Intesa-San Paolo: «La compagnia di Carlo Toto ha una rete sovrapposta ad Alitalia, gli aerei mezzi vuoti e perde soldi: nei primi sei mesi del 2008 il coefficiente di occupazione posti è del 56,8%, il più basso d’Europa tra le circa 30 compagnie dell’Aea (media 74,4%, Alitalia ha il 68,2%). I conti veri di AirOne sono quelli del consolidato di Ap Holding (ApH), la controllante creata a fine 2006 da Toto con una complessa manovra di rivalutazione patrimoniale. Nel 2007 il gruppo ApH ha perso 32 milioni, con un fatturato di 785 milioni. I debiti del gruppo a fine 2007 erano 900 milioni e sono cresciuti a 1,1 miliardi nei primi sei mesi quest’anno. In larga parte si tratta di debiti per acquisire i nuovi A320 che sono collocati in società irlandesi, date in pegno alle banche finanziatrici e affittati a AirOne. Il Progetto Fenice suona come il salvataggio di AirOne e delle banche che l’hanno finanziata. Quali sono gli impegni e le banche esposte con Toto? Si sa di Unicredit, di Morgan Stanley, di sigle tedesche. Ci sarebbe più trasparenza se fosse fatta piena luce sulla reale esposizione verso Toto di Intesa» (Gianni Dragoni).
• La fusione tra AirOne e Alitalia avvenne il 13 gennaio 2009, la Cai diede immediatamente a Toto 300 milioni in contanti, lui ne reinvestì 60 diventando così azionista della “nuova” Alitalia. Il prezzo finale effettivamente pagato per AirOne fu di 1.054 milioni «compresi 600 milioni di debiti, un prezzo più alto - di 2 milioni -del valore riconosciuto alla polpa di Alitalia, benché questa fosse sette volte più grande di Air One» (Gianni Dragoni).
• «Per Carlo Toto, arriva la terza parte nella infinita commedia di Alitalia: quella dell’ostacolo che rischia di far saltare l’intesa tra i vecchi soci di Cai (tra cui c’è pure lui con lo 0,41%), le banche e gli arabi di Etihad. Sul tavolo ballano meno di 100 milioni di possibile contenzioso e riguardano tre fronti: la fornitura degli aerei ad Alitalia, contestazioni del Fisco alla vecchia AirOne e cause di lavoro. Il litigio tra Toto e l’Alitalia parte poco tempo dopo l’operazione che, nel 2008, segnò l’operazione dei “capitani coraggiosi”. Insieme alla vendita Toto stipula con la compagnia un contratto per la fornitura in leasing di 71 aeromobili Airbus tramite la Aircraft Purchase Fleet Limited con sede a Dublino. Nel 2010 il contratto viene rivisto e le consegne si riducono a “soli” 14 aerei. La mancata consegna degli aerei è costata a Toto di 7 milioni nel 2011 e 12 milioni nel 2012 di penali nei confronti di Airbus» (Francesco Spini) [Sta 31/7/2014].
• Al momento di rilevare il 49% di Alitalia, Etihad pose tra le condizioni quella scomparsa definitiva di Airone. Così e stato, il 30 settembre 2014 infatti decollò l’ultimo volo dell’ex compagnia di Toto: da Caselle a Palermo.
• «Dopo l’esperienza nei cieli, è tornato in terra. La sua terra. Il 4 gennaio, il gruppo Toto ha acquisito per 89 milioni di euro il controllo della Strada dei Parchi, che ha in gestione fino al 2030 le autostrade A24 Roma-L’Aquila-Teramo e A25 Torano-Pescara» (Luigi Dell’Olio) [L43 5/1/2011].
• Sposato, quattro figli. Il primogenito Alfonso è presidente della Toto costruzioni, Valentina ed il nipote Paolo, figlio del fratello Ignazio, siedono nel cda. Un altro figlio, Riccardo, si occupa ancora di aviazione civile: è proprietario della compagnia charter New Livingston.