3 giugno 2012
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Biografia di Luigi Tosti
• Cingoli (Macerata) 3 agosto 1948. Ex giudice. Del Tribunale di Camerino. «Disposto a tutto pur di continuare quella che ritiene una battaglia irrinunciabile: far bandire il crocifisso dalle aule dei tribunali della Repubblica italiana» (Marisa Fumagalli).
• «Comincia tutto in una mattina sonnolenta e calda dell’ottobre 2002. Aula del tribunale di Camerino, uno dei più piccoli uffici giudiziari d’Italia. In programma ci sono 40 cause civili, e toccano tutte a lui, al giudice Tosti. Con aria annoiata, un avvocato alza gli occhi sopra lo scranno e fa una battuta sul crocifisso, “piuttosto vistoso”, dice, appeso alla parete. Il giudice Tosti si infiamma come un cerino. Ordina ai commessi di rimuovere, subito. Butta il crocifisso su un carrello carico di faldoni. Il presidente del Tribunale lo farà riappendere a udienza finita, ma Tosti ormai è partito, e non si fermerà più. Chiede nuovamente la rimozione, questa volta definitiva e per via giudiziaria. Le sue richieste vengono regolarmente cassate. Lui annuncia par condicio religiosa mediante l’esposizione in aula di due menorah, i candelabri ebraici a sette braccia. Poi decide di astenersi da ogni udienza fino a che il “simbolo di una delle tante religioni” rimane al suo posto. Il Guardasigilli avvia un’indagine nei suoi confronti, la magistratura ordinaria procede» (Marco Imarisio).
• Nel 2006 la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura lo sospese dalle funzioni e dallo stipendio in seguito alla condanna a sette mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per un anno inflittagli dal Tribunale dell’Aquila nel novembre 2005, poi nel 2009 viene assolto in Cassazione. Nel 2010 è stato definitivamente espulso dalla Magistratura. «Del resto lo stesso Tosti, difendendosi da sé, aveva in qualche modo considerata logica questa conclusione: “O date ragione a me e rimuovete i crocefissi da tutte le aule di giustizia” aveva detto ai suoi giudici “oppure non potete fare altro che cacciarmi dalla magistratura”» (Giorgio Dell’Arti).
• Nel 2008 il suo rifiuto di fare udienza in aule dove fosse presente il crocifisso gli è costato una nuova condanna ad un anno di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici (pena sospesa), ma venne assolto in appello nel 2012, “a mia insaputa e contro la mia volontà. Il primo motivo che avevo scritto nel ricorso alla sentenza di primo grado era che non avevo commesso nessun reato perché le udienze erano state tenute da altre persone. Ho rinunciato a questo motivo, perché volevo che i giudici si pronunciassero su altre questioni. Alla fine io sono stato assolto d’ufficio per quel motivo”
• Nel giugno 2008 era presidente della II sezione del Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso presentato dal Codacons e da un comitato di residenti del quartiere Ostiense contro le aree di parcheggio a pagamento, invalidò le strisce blu in tutta la capitale (il Comune qualche giorno dopo le ripristinò nel centro storico).