3 giugno 2012
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Biografia di Roberta Torre
• Milano 21 settembre 1962. Regista. Film: Tano da morire (1997, David di Donatello e Nastro d’argento come miglior esordiente), Sud side stori (2000), Angela (2002), Mare nero (2006), I baci mai dati (1010).
• Il nonno Pierluigi Torre, ingegnere all’Aermacchi, inventò la Lambretta. «Anche mio padre è ingegnere, siamo una famiglia liberale della buona borghesia».
• «Studi al liceo Parini, “dove quasi tutti erano alternativi, ma avevano la filippina a casa che rifaceva loro il letto” e poi Filosofia alla Statale, “andavo alle manifestazioni, votavo a sinistra, ma mi sentivo lontana dalla politica, preferivo spettacoli, musica e teatro”. Roberta studia drammaturgia all’Accademia di Arte drammatica Paolo Grassi e frequenta le scuole di cinema di Milano e di Bassano del Grappa guidate dal gruppo di Ermanno Olmi. È con Olmi che si appassiona alle storie delle persone che vivono ai margini della città. Il suo primo documentario, Tempo da buttare, lo gira al dormitorio di via Ortles, “dove i rifiuti umani e i rifiuti degli umani convivono: persone e oggetti senza tempo”. Quando arriva a Palermo, nel 1990, cerca anche lì “storie estreme: il mio viaggio all’indietro nel tempo, dal Nord al Sud, mi porta a incontrare le ultime donne segregate in casa. Adolescenti e anziane, raccontavano davanti alla macchina da presa le loro vite nascoste: ho montato le loro interviste-monologhi in Angelesse, un documentario che ho prodotto e distribuito”» (Barbara Palombelli).
• Tano da morire, la sua opera più importante, è una commedia musicale sulla mafia, che mise sotto choc Palermo: «Volevo ridere della mafia, demitizzarla, utilizzare la sceneggiata, il ballo, l’Opera dei pupi, per far lavorare tutti personaggi veri, presi dalla strada. Volevo anche far un po’ riflettere sui valori fondamentali del prodotto mafia, l’unico che riusciamo a esportare in tutto il mondo: basata sulla famiglia, è sempre più forte di qualunque Stato».
• Nel 2013 ha firmato testi e regia di Insanamente Riccardo III, rappresentato a Palermo ed al Piccolo di Milano, liberamente ispirato alla tragedia di Shakespeare e recitato da una compagnia mista di attori e pazienti psichiatrici.
• Dopo 15 anni a Palermo, adesso vive vicino a Roma, in una villa sul lago di Bracciano.