3 giugno 2012
Tags : Fausto Tonna
Biografia di Fausto Tonna
• Collecchio (Parma) 16 dicembre 1951. Ragioniere. Ex direttore finanziario della Parmalat, travolto dal crac di fine 2003: a Milano ha patteggiato una pena di 2 anni e sei mesi per l’accusa di aggiotaggio, a Parma si è visto respingere un’analoga richiesta (avrebbe voluto chiudere il processo con una condanna a quattro anni e mezzo).
• «Entra subito nella Parmalat e diventa uomo di fiducia di Calisto Tanzi, fino a diventare l’architetto della finanza del gruppo. In pochi anni il suo ruolo cresce in maniera proporzionale alla crescita del gruppo emiliano. Gli aggettivi per definire l’uomo si sono sprecati: introverso, arrogante, brusco. “Ma aveva anche una certa competenza”, dice di lui un banchiere che lo conosce bene. Fedele all’azienda come pochi, il cavalier Tanzi lo ricambia dandogli responsabilità operative sempre più importanti fino a che diventa direttore finanziario della Parmalat. Arriva ai piani alti della sede di via Grassi in coincidenza con la quotazione in Borsa della Parmalat, nell’86. Passano gli anni e di lui gli azionisti ricordano solo la supponenza con cui rispondeva alle loro richieste. Agisce nell’ombra, però. È lui che mantiene i rapporti con le grandi banche d’affari e con quelle commerciali. Parla un discreto inglese – dice chi lo conosce – e questo lo aiuta molto anche nella costruzione delle società nei paradisi fiscali. È lui che insieme a diverse banche studia la montagna di bond che ha seppellito il gruppo alimentare» (Il Sole-24 Ore).
• «“Gli illeciti da me compiuti sono stati solo a vantaggio del gruppo e dei Tanzi”, al fine cioè di far quadrare i conti Parmalat o di distrarre fondi (“in tutto circa un miliardo”) verso la famiglia. La fabbrica dei falsi aveva un meccanismo rodato: “Ogni anno si partiva dai dati reali di bilancio, quasi tutti in perdita – ha spiegato Tonna –. Poi Calisto Tanzi stabiliva quali erano i risultati da comunicare e noi studiavamo gli aggiustamenti da fare”» (Ettore Livini).
• Nell’estate 2006 ha trovato lavoro come impiegato alla Prisma di Casale di Mezzani (Parma), un’azienda specializzata nella produzione di porte automatiche: «Io cerco di darmi da fare, di uscire dal passato. Vivo dignitosamente con un contratto a progetto, abito sempre a Collecchio, ho tutto sotto sequestro e non rinnego il mio passato alla Parmalat: è stato felice ed è rimasto felice. Ma voi giornalisti mi avete preso di mira fin dal dicembre 2003. Non mi sento né colpevole né innocente, ho cercato di salvare un’azienda senza fini di guadagno personale» [Mario Gerevini, Cds 17/10/2013].