3 giugno 2012
Tags : Tiberio Timperi
Biografia di Tiberio Timperi
• Roma 19 ottobre 1964. Giornalista. Conduttore tv. Dall’87 al tg di Tmc, dal 1991 a quello di Retequattro, dal 1997 in Rai: In famiglia (fino al 2011 su Raidue, ora su Raiuno), Verdetto finale, Il lotto alle otto, Sette per uno ecc. Il 10 luglio 2006 condusse insieme a Carlo Verdone, in diretta dal Circo Massimo, la festa per il quarto titolo mondiale della Nazionale di calcio. Ha recitato nelle fiction Ricominciare (Raiuno 2000), La squadra (Raitre 2000) e Amiche (Raidue2004).
• La madre Vincenza era portinaia in Comune, il papà Fabio tecnico della Rai. «Sono nato in un quartiere popolare, a Roma. Ho cominciato a lavorare come dj a 15 anni e poi ho fatto il giornalista passando da cronista a inviato, conduttore e così via. Ho un solo rimpianto: che mia madre Vincenza sia mancata prima di vedere che, in un certo senso, ce l’ho fatta ad avere successo» (da un’intervista di Flora Lepore).
• «Ho cominciato con le radio private. A 17 anni. Con Milly Carlucci. Che era proprio bella e bona. Mi assunsero a Tmc. Poi mi chiamò Fede» (da un’intervista di Claudio Sabelli Fioretti).
• Per anni ha condotto i programmi mattutini: «Sveglia alle quattro e mezza, dieci minuti di ginnastica al giorno, a suo dire assolutamente sufficienti se continuativi. Ha l’incubo di arrivare tardi in onda magari perché non gli parte la macchina. “Una volta è successo davvero che non ho sentito la sveglia e mi ha telefonato la costumista alle sei e mezza. Praticamente sono andato in onda con quello che avevo indosso a casa”» (Betta Carbone) [Lib 22/9/2005].
• «Da spirito libero quale sono, sganciato da qualsiasi lobby o potentato, navigo a vista. Le mie competenze, desideri e non ultima, versatilità, sono ben note a chi decide. Per cui... Un unico rimpianto. Nel 2001, a Los Angeles, venni reclutato da un talent scout di un’importante agenzia di attori. Andai in sede, compilai una minima parte di un pacco di moduli, chiesi di parlare con qualcuno per spiegare la mia situazione. Non ricevendo risposte adeguate, me ne andai» [a TvBlog, 9/7/2014].
• «Per me la vera punizione è stato dover lavorare con Emilio Fede. Sono andato via da Mediaset perché non mi trovavo assolutamente in sintonia con lui. Diciamo che eravamo su due fronti diametralmente opposti pur lavorando per la stessa azienda. Io andavo bene, facevo ascolti e la cosa non era tollerata. Per sei mesi non ho fatto neanche un servizio e prendevo regolarmente lo stipendio» (da un’intervista di Davide Maggio).
• «Tra George Clooney e Tiberio Timperi, la Dixan ha scelto in passato l’italiano (come testimonial, ndr), un uomo più da detersivo. Sembrava assurdo, ma i fatti le hanno dato ragione» (Ettore Livini).
• «Il paradosso Timperi. Mi è capitato più volte di ascoltare su Radiouno una trasmissione che si chiama Il grano e il loglio (la conduceva fino al 2009, ndr) e che si occupa della lingua italiana, dei suoi inciampi e delle sue risorse. La sorpresa più grande è la conduzione di Tiberio Timperi: si vede che si sta impegnando, si prepara, ha soggezione del suo interlocutore e, quindi, anche del pubblico. Di fronte al prof. Sabatini, Timperi vuole fare bella figura e cerca di dare il meglio di sé. Perché, invece, il Timperi tv, quello che conduce i programmi di Michele Guardì, sembra, e sottolineo sembra, così sciatto, futile e inconsistente? Perché fa le smorfie, perché infila, una dietro l’altra, tutte quelle banalità? Se risolviamo il paradosso Timperi forse capiamo qualcosa di più della lingua televisiva» (Aldo Grasso) [Cds 15/8/2009].
• Essendo bellissimo (moro, occhi azzurri, ecc.), provò a fare la corte a Marina Berlusconi, offrendole un mazzo di fiori (restituiti).
• Un figlio, Daniele, dal matrimonio con Orsola Cazzaniga (durò appena sei mesi). Con Maria Pia Sabatini ha scritto il libro Amarsi sempre! Sposarsi? (Curcio, 2007), dedicato alle separazioni matrimoniali. «I giudici dovrebbero avere il coraggio di essere impopolari e affidare il bambino al genitore più equilibrato. Se questi è il papà, che si dia il bambino a lui. Cosa che in Italia non succede mai». Nel 2012, sempre sullo stesso tema Nei tuoi occhi di bambino (Longanesi): «Uso la mia popolarità e per costruire, o almeno provarci, un destino diverso per gli altri».
• «Con lui ho un dialogo profondo, la sua attenzione nei confronti della psicologia ne fa un padre come pochi ce ne sono» (lo piscologo Francesco Pieri).
• «Se, rinascendo, fossi donna, sarei curioso di sperimentare la maternità. Essere dall’altra parte della barricata. Indispensabile però, sarebbe avere la memoria della vita precedente».
• Tifa per la Lazio.
• Una passione per la bicicletta: «Libertà di andare, di stare in silenzio con i propri pensieri e avere la garanzia di non fermarsi mai. Fosse per me sarei sempre in bici. La uso quando posso al posto dell’automobile, a Firenze molto più che a Roma».