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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Matteo Thun

• (Mathaeus) Bolzano 17 giugno 1952. Architetto. Designer. Negli ultimi anni ha firmato alcuni dei progetti ecologici più all’avanguardia in Europa (dal rinomato Vigilius mountain resort alle nuove terme di Merano). Nel suo Hotel Nhow, in zona Tortona a Milano, l’atmosfera è quella informale del loft, senza strutture fisse, look metropolitano, con i mobili di design che i clienti possono spostare e comporre a piacere.
• Figlio di un conte sudtirolese famoso in tutto il mondo per la produzione di ceramiche, «ha studiato con Oskar Kokoschka all’accademia di Salisburgo, si è laureato a Firenze, è stato socio fondatore dello studio Sottsass e del Gruppo Memphis (nei ricordi di Barbara Radice: «Il nome Memphis deve essere uscito la sera dell’11 dicembre 1980 a casa di Sottsass. La musica del giradischi era Bob Dylan Stuck inside of Mobile with the Memphis Blues again e, dato che nessuno si occupava di cambiare disco, Dylan continuava a urlare “the Memphis Blues again” finché, a un certo punto, Sottsass ha detto: “Ok, chiamiamola Memphis” e a tutti è sembrato un bellissimo nome»).
• Nell’84 ha aperto uno studio dove oggi lavora un team di 50 architetti, grafici e designer. «“Negli anni Sessanta il bello era valutato sul costo. Nei Settanta si è passati alla categoria del ‘bel design’, idea estetica basata sull’addizione”, dice Thun, che gli contrappone la ricerca dell’essenza. “È il ‘no design’, che trae spunto da un archetipo, che lavora per sottrazione”. Guai, però, a interpretarlo come una forma di minimalismo. “Il minimalismo è ‘less is bore’, il meno è noia, povertà di emozioni. La sottrazione, invece, si definisce come ‘less is more’, meno è più. Il minimalismo può mettere in crisi i rapporti umani, la sottrazione li rende più facili, ci connette con l’ambiente. È una presa di coscienza che ha stabilito un rapporto critico col consumo”. È un’idea che Thun definisce con la formula “Eco non ego”. “Bisogna spostare il fulcro dell’attenzione dall’individuo all’individualità. L’individualità nasce dal rispetto per il luogo in cui si vive e si costruisce”. In questa operazione Thun si è ispirato a culture contadine povere come quella dei walser, originari del Vallese e diffusi in molte zone alpine. “I contadini conoscono il microclima, sanno istintivamente come usare le kilocalorie del sole”. È così, per esempio, che ha progettato O Sole Mio, una casa monofamiliare a moduli componibili, che abbatte i costi di riscaldamento. “L’edilizia sostenibile deve essere una riflessione. Per investire sulla soglia dei mille euro al metro quadro”. La possibilità di costruire moduli che corrispondano sia alla disponibilità economica sia alle esigenze volumetriche ed estetiche di un singolo, una famiglia, gruppi, secondo Thun è un concetto che si può applicare a tutti i livelli dell’edilizia. “Dire che non ci sono i soldi per costruire è sbagliato. Dobbiamo cambiare metodologia, semplificare il lavoro, essere più precisi e creare un bello vero. Per un’azienda, ad esempio, il bello non è la scultura di Pomodoro o la fontana all’ingresso: il bello è far vedere che spendi nella ricerca”. Il mezzo per raggiungere l’estetica dell’economia è proprio la ricerca. Come quella che ha portato a realizzare il “PanelOne”, un pannello di sandwich che si usa per pavimento, parete, soffitto, che permette di costruire una casa con 170 pezzi anziché 1.700. “Come un Lego. Perché si usano i telai? Perché costruiamo con precisione insufficiente. Il pannello, invece, consente assoluta precisione: faccio il buco e ci metto la porta, la finestra. Sono più rapido, più preciso, costo meno. Costando meno è più bello”. Costa ancor meno se la casa ce la progettiamo da soli, utilizzando il configuratore Internet messo a punto dallo studio Thun (www.unitedbuildings.com): si scelgono modello, moduli, pannelli e si identificano gli artigiani che assemblino il tutto. “La sottrazione finale è quella degli architetti”» (Massimo Morello).
• Sposato con Susanne, due figli. (a cura di Lauretta Colonnelli).