3 giugno 2012
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TEGANO Pasquale
• Reggio Calabria 14 gennaio 1955. ’Ndranghetista, a capo della cosca omonima (retta, dopo il suo arresto, dal fratello Giovanni), alleata coi De Stefano.
• Detto “Nocciolina”.
• Detenuto, in 41 bis dal 5 agosto 2004, in espiazione di 30 anni di reclusione (per associazione mafiosa, omicidio premeditato, armi, estorsione aggravata ed altro). Per associazione mafiosa fu condannato in via definitiva il 23 ottobre 1989 (processo “Albanese Mario + 106”), e il 10 aprile 2002 (processo “Condello Pasquale + 202”).
• Partecipò alla prima e alla seconda guerra di mafia, sempre a fianco dei De Stefano (vedi Giorgio De Stefano, Pasquale). Pasquale D’Amico Condello, braccio destro di Raffaele Cutolo, raccontò ai giudici di essersi recato con Cutolo medesimo a Reggio Calabria nel 1977, e che fu proprio il Tegano, allora proprietario di un bar, ad accompagnarli, a bordo della sua Fiat 126, all’incontro con il boss Paolo De Stefano: «L’incontro era destinato a stabilire dei patti di collaborazione tra gli affiliati alla banda del De Stefano ed il Cutolo» (prima guerra di mafia). Per consolidare l’alleanza diede in sposa la nipote Antonietta Benestare a Orazio De Stefano (fratello di Paolo). Nella seconda guerra di mafia fu tra quelli che ordinarono l’omicidio di Domenico Francesco Condello, ucciso da due sicari il 13 gennaio 1986 subito dopo essere uscito dal carcere di Reggio Calabria dove era andato a trovare il fratello (delitto che scatenò la seconda guerra di mafia, per il quale fu condannato in via definitiva il 10 aprile 2004). Secondo il pentito Giacomo Lauro faceva parte del commando che fallì l’agguato contro Antonino Imerti il 7 luglio 1986, in cui morì per sbaglio, invece, sotto fuoco amico, Cavalcante Saverio (ma per questo delitto fu assolto per insufficienza di prove). Secondo il pentito Giuseppe Lombardo entrò nella commissione provinciale della ’ndrangheta costituita alla fine della seconda guerra di mafia.
• Era latitante da dieci anni (tra i trenta più pericolosi dell’elenco del ministero dell’Interno), il 5 agosto 2004, quando fu arrestato in un appartamento della periferia di Reggio Calabria. In casa non c’erano armi. (a cura di Paola Bellone).