3 giugno 2012
Tags : Giovanni Tamburi
Biografia di Giovanni Tamburi
• Roma 21 aprile 1954. Banchiere. Finanziere. Presidente e amministratore delegato di Tip Spa (Tamburi Investment Partners) «Molti investimenti li cogliamo al volo. Se si guarda alla rotazione di portafoglio delle holding di Piazza Affari, noi siamo quelli più dinamici. Investiamo e vendiamo continuamente».
• Il 6 marzo 2008 annunciò di detenere il 6% di M&C (il fondo private equity di Carlo De Benedetti), acquistato sul mercato attraverso Secontip, finanziaria controllata dal suo gruppo col 40%, e partecipata tra gli altri da Generali col 20%. «Carlo De Benedetti e Gianni Tamburi di nuovo insieme, come ai tempi dell’Euromobiliare. Allora il primo era azionista di peso e il secondo direttore generale. Oggi, invece, si ritrovano fianco a fianco, entrambi azionisti di Management & Capitali, la travagliata creatura dell’Ingegnere che avrebbe dovuto lanciarsi nei turnaround industriali ma che nei suoi due anni di vita ha fatto ben poco» (Francesco Manacorda).
• Tra il 2013 e il 2014 ha acquisito il 20% dello storico marchio parigino dell’arredamento di lusso Roche Bobois e ha messo a segno un triplo colpo: prima è diventato azionista Prysmian, poi ha annunciato l’ingresso nel gruppo Moncler tramite la controllata Clubsette srl, infine ha acquistato il 20% di Eataly. «È un salto di qualità: per un decennio Tamburi si è costruito la fama di talent-scout delle “piccole ma belle” di Piazza Affari. Oggi compra le “grandi e belle” (…) Tamburi si è inventato un modo alternativo di andare a leva. In un mercato dove le banche non concedono più maxi-finanziamenti e le scalate a debito sono ormai impossibili. Per raccogliere i 120 milioni ha coagulato una top-ten di famiglie: dai soci storici D’Amico Shipping (quotati in Borsa), alle famiglie Lavazza, Angelini (proprietari di Pampers e Kleenex), Lunelli (quelli dello spumante Ferrari), Ferrero ( i siderurgici piemontesi) fino a Enzo Ricci, l’ex proprietario delle Tre Marie e oggi re dell’immobiliare nel fashion district di Milano. Anche il ceo di Prysmian, di cui Tip è il primo socio col 6%, Valerio Battista, ha messo un chip. “Abbiamo nel capitale le più belle famiglie del capitalismo italiano. Ci preferiscono al private equità” gongola Tamburi» (Simone Filippetti) [S24 16/3/2014].