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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Antonio Tabucchi

• Pisa 24 settembre 1943 – Lisbona 25 marzo 2012. Scrittore. Docente di Lingua e letteratura portoghese all’Università di Pisa. Dall’85 all’87 fu direttore dell’Istituto italiano di cultura a Lisbona. Ha fatto conoscere al pubblico italiano, traducendolo con l’aiuto della moglie Maria José de Lancastre, lo scrittore portoghese Fernando Pessoa. «Io non ho avuto un innamoramento senile e improvviso per certi temi sociali, diritti umani, eccetera eccetera. Questo impegno è, in realtà, un filo che attraversa tutta la mia produzione letteraria».
• Cresciuto dai nonni materni a Vecchiano, borgo vicino a Pisa, si innamorò della letteratura grazie alla ricca biblioteca dello zio materno. Scoprì Pessoa comprando su una bancarella di Parigi il poema Tabacaria, tradotto da Pierre Hourcade e firmato Alvaro De Campos (Pessoa aveva l’abitudine di presentarsi al lettore sotto i nomi più diversi). Da allora s’impadronì di lui una grande passione per lo scrittore (ha tradotto molte sue opere insieme a María José de Lancastre, ha scritto su di lui un libro di saggi e una commedia teatrale), e per il Portogallo, dove vive e scrive per sei mesi l’anno.
• Esordio con Piazza d’Italia (Bompiani 1975), successo con Notturno indiano (Sellerio 1984, vinse il Prix Medicis in Francia come miglior romanzo straniero, nel 1989 Alain Corneau ne ricavò un film). Poi, tra gli altri, tutti editi da Feltrinelli, Piccoli equivoci senza importanza (1985), Il filo dell’orizzonte (1986, il portoghese Fernando Lopez ne trasse un film), Sostiene Pereira (1994, premiato col Supercampiello, nel 1995 film con Mastroianni per la regia di Roberto Faenza, nel 2007 a teatro con la regia di Teresa Pedroni e l’interpretazione di Paolo Ferrari), da ultimo L’oca al passo (2006), Il tempo invecchia in fretta (Feltrinelli 2009) con cui ha vinto il premio Frontiere-Biamonti, Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli 2010). La raccolta di suoi scritti Di tutto resta un poco è stata pubblicata postuma da Feltrinelli nel 2013.
• «Tengo le storie in lunga incubazione, poi le scrivo in fretta. Specialmente d’estate, meglio se di giorno. Ho in mente le storie già concluse, aspetto che arrivino sulla carta» (da un’intervista di Concita De Gregorio).
• «Dopo un inizio fulminante, nei suoi libri ha fatto irruzione una pericolosa ideologia del narrare che ha chiuso gli spazi al gioco letterario» (Angelo Guglielmi).
• Nel 1996 un chirurgo pisano lo denunciò per avere inserito in Requiem un personaggio che gli somigliava molto e che nel racconto muore per un tumore mal curato (Paolo Di Stefano) [CdS 20/2/2010].
• «Anni fa chiesi ad Antonio Tabucchi come fosse nata la passione per il Portogallo e lui mi rispose che era grazie alla Dolce vita di Fellini, che aveva visto a vent’anni e gli aveva cambiato la vita. “Ma non c’è niente sul Portogallo”, obiettai banalmente. “Sì, ma c’era già tutto sull’Italia e decisi che bisognava scappare da questo paese”» (Curzio Maltese).
• Si è opposto alla concezione dell’intellettuale che ha il compito di organizzare la conoscenza (Eco): per lui l’intellettuale deve prendere posizione. Impegnato politicamente a sinistra, nell’area degli antiberlusconiani duri, scriveva sull’Unità e sul Fatto Quotidiano. Sue polemiche ferocissime con Giuliano Ferrara, a cui rinfacciava di continuo l’attività di spia per gli americani, dallo stesso Ferrara confessata (vedi).
• Renato Schifani chiese un risarcimento di 1,25 milioni per una sua intervista sull’Unità, su Le Monde Antoine Gallimard lanciò un appello a sostegno dello scrittore (di cui era editore in Francia) [CdS 14/11/2009].
Una giornata con Tabucchi (Cavallo di ferro 2012) è la sua biografia nei ricordi di Dacia Maraini, Paolo Di Paolo, Ugo Riccarelli e Romana Petri.