3 giugno 2012
Tags : Chiara Strazzulla
Biografia di Chiara Strazzulla
• Augusta (Siracusa) 15 luglio 1990. Scrittrice. Babbo agronomo, mamma biologa, cresciuta a Ciampino (Roma). Maturità classica (100 e lode) nel 2008, si è iscritta a Lettere classiche alla Normale di Pisa. «Una passione per i libri (esclusi quelli “d’amore”), l’arte visiva, il rock classico (...) A tredici anni comincia a pensare ad una saga. A quindici la scrive. A sedici la finisce. A diciotto (non compiuti) la pubblica» (Loredana Lipperini). «Vincitrice con un racconto del Fantasio Festival di Perugia 2007, è riuscita addirittura a trascinare nel fantasy l’Einaudi che da Stile Libero ha pubblicato le 770 pagine di Gli eroi del crepuscolo, epos fantastico dove gli Eterni convivono (e amano) i mezzimortali e insieme fronteggiano la più classica delle incarnazioni del male, il Signore delle tenebre» (Cristina Taglietti). Nel 2009 ha pubblicato sempre per Einaudi un secondo fantasy, La strada che scende nell’ombra, ma non è la continuazione del primo. • «Legge romanzi da quando aveva tre anni, “e nell’infanzia i miei autori preferiti erano Salgari, Stevenson e Verne. Ho sempre detestato le varie storielle amorose di ragazzine e shopping”. Le piace Dante (ma guarda) e adora i classici greci e latini, “in particolare Omero e Apollonio Rodio”. Ha divorato la letteratura europea ottocentesca ma non solo: “A quindici anni ho letto l’Ulisse di Joyce e l’ho trovato una pietra miliare” (sic). Joyce figura nella sua triade prediletta insieme a Dostoevskij e a Wilde. La irritano i romanzi d’amore (“temo di non essere romantica”), mentre le piacciono il mistery, l’avventura, la fantascienza, il giallo, classici della modernità come Cent’anni di solitudine e scrittori italiani quali Camilleri e Lucarelli, “insomma tutto ciò che è narrazione di una storia. Non amo chi nei libri s’interroga sull’esistenza o costruisce drammi intellettuali. Per questo, così come per il sentimento dell’amore, c’è già la sfera della vita reale. Perché fare un duplicato di discorsi e pensieri che occupano i nostri giorni? Scrivere vuol dire inventare dimensioni nuove” (…). Ammiratrice di Tolkien (“mi affascina il fatto che sia un filologo”), non stima il collega-ragazzino Christopher Paolini, l’autore di Eragon, “poco curato nella forma”, e giudica Harry Potter “divertente ma non da includere nel canone dei grandi libri”» (Leonetta Bentivoglio) [Rep 3/7/2009].