3 giugno 2012
Tags : Francesco Storace • Francesco Storace • Politici italiani
Biografia di Francesco Storace
• Cassino (Frosinone) 25 gennaio 1959. Politico. Segretario de La Destra. «Sono l’unico segretario del centrodestra sposato una volta sola».
• Nel 1994 e 1996 fu eletto alla Camera: presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai per quasi tutta la XIII legislatura, Gianfranco Fini (cui durante la Prima Repubblica aveva fatto da portavoce diffondendo tra l’altro l’idea che fosse il megafono dell’allora capo dello Stato Francesco Cossiga) lo ribattezzò «Epurator» per i continui attacchi ai dirigenti dell’azienda. Dal 2000 al 2005 fu presidente della Regione Lazio. Ministro della Salute nel Berlusconi III (2005-2006), si dimise in conseguenza del cosiddetto, “Laziogate”, una spy-story fatta di pedinamenti, intercettazioni, pirateria informatica e falsificazione delle firme a sostegno delle liste di Alessandra Mussolini che alle elezioni regionali tanto fastidio davano al governatore uscente. Rinviato a giudizio, fu poi prosciolto dalle accuse. Nel 2006 fu eletto al Senato. In disaccordo con la linea centrista di Fini, il 3 luglio 2007 ha lasciato An e fondato La Destra. Alle politiche 2008, candidato premier Daniela Santanché, il partito non ha però superato gli sbarramenti ed è rimasto fuori dal Parlamento. Nel 2013, candidato del centrodestra alla presidenza del Lazio, perde le elezioni contro Nicola Zingaretti (Pd).
• «La sintonia emotiva con Fini, la comunicazione non verbale, la complicità hanno sempre procurato a Storace l’invidia degli altri colonnelli. Sembravano fatti per l’eternità: il secco e il tondo, il freddo e il passionale, Stanlio e Ollio. Con qualche punto in comune: nati a sette anni di distanza come le loro figlie. Entrambi hanno un fratello più piccolo, entrambi vengono da famiglie borghesi di destra: volontario della Rsi, divisione San Marco, Argenio Fini, che chiamò il figlio Gianfranco come suo cugino Gianfranco Milani, ucciso dopo il 25 aprile; simpatizzante del Msi Giuseppe Storace, a torto indicato dall’Unità come picchiatore fascista. Anche loro, come le coppie nell’anticamera del matrimonialista, hanno parecchio da rinfacciarsi. Devono molto l’uno all’altro. Fini trovò Storace che era un abusivo sovrappeso nella redazione del Secolo d’Italia e lo portò alla presidenza della Regione Lazio. “Se è per questo, io gli ho fatto scudo con il mio corpo” racconta Storace» (Aldo Cazzullo). Divisi dalla politica, è finita anche l’amicizia.
• Nel 2007 ebbe un duro scontro col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: avendo il capo dello Stato definito «indegni» i suoi attacchi alla senatrice a vita Rita Levi Montalcini (che contribuiva a tenere in vita il governo Prodi), replicò che allora lui era «indegno di una carica usurpata a maggioranza». La procura di Roma gli contestò il reato di «offesa all’onore del presidente della Repubblica»: assolto.
• La moglie si chiama Rita Di Rosa, la figlia Marialidia.
• Tifa per la Roma: «“Meglio froci che laziali”, disse una volta Storace a Scherzi a parte, poi si scusò» (Concita De Gregorio).