3 giugno 2012
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Biografia di Giuseppe Statuto
• Aversa (Caserta) 26 febbraio 1967. Finanziere. Presidente del Gruppo Statuto Re Lux - Michele Amari. «Raider? Non lo sono, ma non mi offendo. Immobiliarista però no, almeno non con l’accezione negativa che ormai ha questa parola. Non siamo mica i palazzinari del Duemila!».
• Figlio di un costruttore, negli anni Novanta comprò la Michele Amari. Nel giro di pochi anni mise insieme un’immensa fortuna in azioni, palazzi e alberghi, tra cui il Danieli di Venezia e il Four Season a Milano. Membro del gruppo degli immobiliaristi che, al tempo della guerra Unipol-Banco di Bilbao detenevano una quota rilevante della Bnl, vendette ad Unipol con una ricca plusvalenza. A differenza di Ricucci, rimase fuori dall’affare Antonveneta. «È indagato a Roma per il ruolo avuto nel contropatto di Bnl (insider trading, aggiotaggio, ostacolo all’attività di vigilanza - ndr), mentre a Milano è sotto i riflettori della procura per i suoi legami con l’ex amministratore delegato di Italease, Massimo Faenza. Con lui aveva aperto derivati per 600 milioni di euro, in perdita a giugno 2007 per circa 200 milioni. Non si conoscono a fondo i suoi bilanci, custoditi gelosamente in Lussemburgo. Ma è certo che a fine 2007 i debiti del gruppo erano cresciuti ulteriormente, e i soldi “pompati” verso la cassaforte del Granducato dalle società italiane superavano i 300 milioni di euro. Crediti che i revisori della Deloitte non se la sono sentita di bollare come recuperabili» (Walter Galbiati).
• Nel dicembre 2013 la Corte d’Appello di Milano ha deciso per l’assoluzione di Statuto, Ricucci e gli altri indagati nell’ambito dell’inchiesta relativa alla tentata scalata di Unipol a Bnl del 2005.
• Mise gli occhi su un immobile di sua proprietà. la sede storica del Teatro Nuovo, in piazza San Babila a Milano, per aprire un Harrods italiano, ma nel febbraio 2007 il Senato approvò il disegno di legge che blocca per nove anni gli sfratti ai teatri.
• «Io mi considero per definizione un capitalista tradizionale. Evocare il “salotto buono” è stato in alcuni casi – come nello scontro Bnl – un’arma di attacco, un modo per rappresentare la controparte fatta tutta di brutti e sporchi e cattivi. Io non sono in nessun salotto buono e non mi sento escluso da nessun salotto buono. Lo considero un tema privo di senso» (da un’intervista di Francesco Manacorda).
• Romano d’adozione, sta a Milano «dal martedì al giovedì, in una casa vicino alla Scala. Mi piace l’anima internazionale e dinamica; da spirito mediterraneo soffro il clima».