3 giugno 2012
Tags : Domenico Starnone
Biografia di Domenico Starnone
• Saviano (Napoli) 15 febbraio 1943. Scrittore. Sceneggiatore. Tra i suoi libri (tutti editi da Feltrinelli), Ex cattedra (1987, Daniele Lucchetti ne trasse il film La scuola), Il salto con le aste (1989), Denti (1994, portato sullo schermo da Gabriele Salvatores), Via Gemito (2001, vinse lo Strega). Da ultimo Autobiografia erotica di Aristide Gambia (Einaudi, 2011). Ha insegnato a lungo nella scuola media superiore, un’esperienza che ha trasfuso in alcuni suoi libri, è stato redattore delle pagine culturali del Manifesto. Per la tv è stato tra gli sceneggiatori della fiction Il capo dei capi e dei film tratti dai gialli di Gianrico Carofiglio.
• «A pensarci non ho mai scritto niente che non muova da un piccolo evento grezzo. Non un sentimento, non un’immagine, non una parola emozionata, ma un accadimento. Non è successo mai che mi sia accorto subito delle sue potenzialità. C’è voluto tempo, quasi sempre anni. Funziona così: il piccolo fatto resta lì nella memoria, di tanto in tanto si ripresenta ma non lo stesso: si modifica, si dilata, attrae altri materiali sparsi, mostra una sua forza catalizzatrice. Finché si presenta in una forma straordinariamente sintetica, una frase attraente, un incipit» (a Caterina Bonvicini) [Fat 28/1/2013].
• Secondo qualcuno sarebbe lui la misteriosa scrittrice Elena Ferrante: «La pelle olivastra del corpo di Amalia e di Rusiné, il carattere socievole di entrambe, inibito dai rispettivi mariti, la frutta che arrivava gratis ogni giorno, un vestito bruciato sul fuoco della cucina (L’amore molesto), i pettini bruciati sul carbone del focolare (Via Gemito), “un’argentiera per argenterie mai possedute” in entrambe le case, il rimpianto per i soldi sudati, gettati dalla finestra da Amalia-Rusiné. Tutti “segni” abbandonati in bella mostra, come se l’autore si fosse divertito a esibire la “prova” del caso, allo stesso modo della Lettera rubata di Edgar Allan Poe, presente e chiara di fronte agli occhi di tutti e tuttavia invisibile» (Luigi Galella).
• «Mi sento molto distante dai suoi libri, anche se li apprezzo. Sono nato come “ironista”, lei è tutta visceralità. Francamente non è che mi dispiaccia. Mi infastidisce l’osservazione sul plagio, cioè che se io non fossi la Ferrante, avrei potuto essere chiamato in causa come “plagiatore” di Un amore molesto».
• L’ultimo romanzo ruota intorno al mistero della Ferrante: «Dopo anni di oblio, lo strano caso del Professor Starnone e di Madame Ferrante viene oggi curiosamente riesumato proprio dal suo protagonista. E la soluzione dell’enigma affidata all’artiglieria pesante di un plot romanzesco. Dal quale si desume che non è Starnone ad aver plagiato la Ferrante, ma quest’ultima che ha carpito la forza suggestiva delle personalità della sua famiglia romanzandole proditoriamente. Non potendo giustificare l’assurdo, Starnone ribalta le carte: la Ferrante potrebbe essere una donna che aveva fuggevolmente amato negli anni Sessanta. Conoscendolo, ha scritto L’amore molesto, ispirato a quei ricordi remoti» (Luigi Galella) [Fat 16/2/2012].
• Vive e lavora a Roma. Sposato con Anita Raja, traduttrice e studiosa di letteratura tedesca (e curatrice della collana in cui venne pubblicato il primo romanzo della Ferrante).