Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Pasquale Squitieri

• Napoli 27 novembre 1938. Roma 18 febbraio 2017. Regista. «Il più intemperante intellettuale fuori corso di una destra senza intellettuali. L’escluso meno docile che si conosca» (Stefania Rossini).
• Laurea in Legge a 21 anni, invece dell’avvocato fece subito l’attore nella commedia In memoria di una signora amica di Patroni Griffi, con la regia di Francesco Rosi. Giornalista, scrisse per 8 anni sul Mattino e su Paese Sera. Il primo film, Io e Dio, fu prodotto nel 1969 da Vittorio De Sica (trattava di una rivolta di preti nel Sud). Nel 1973 I guappi segnò l’incontro con Claudia Cardinale, la donna della sua vita. Nell’84 Claretta, biografia controcorrente della Petacci, gli diede un po’ di notorietà internazionale. Altri film: Django sfida Sartana (1970, con lo pseudonimo William Redford), Il prefetto di ferro (1977), Il pentito (1985), Li chiamarono... briganti! (1999) ecc. Ideatore e regista della serie tv Vita di un’italiana, dedicata alla Cardinale. Doveva dirigere Hotel Meina, cronaca romanzata del primo eccidio di ebrei compiuto in Italia: «Si presentò da Ida Di Benedetto con la sceneggiatura tratta dal libro di Nozza. “Non era compatibile con la mia visione della storia – racconta l’attrice e produttrice – Quando gli ho sentito dire che le leggi razziali non erano poi così cattive, sono rimasta raggelata e ho capito che non sarebbe stato lui a dirigere il film”» (Clara Caroli). Hotel Meina uscì nel 2007 con la regia di Carlo Lizzani, Squitieri rimase comunque tra gli sceneggiatori.
• «Con la risata piena di uno dei tanti cattivi dei suoi film, questo ex avvocato penale che sull’esempio di André Cayatte, alla teatralità del tribunale ha preferito le sequenze del cinema, viaggia da sempre con la libertà del cane sciolto. Con il guinzaglio allentato sul paradosso, in ordine sparso, ha sparato a fotografi insistenti, recitato da deputato della Repubblica, picchiato poliziotti per galanteria, affrontato l’isolamento carcerario, diviso ore d’aria con rivoluzionari e mafiosi. Fuori dal clan, Squitieri mette il naso nelle vicende italiane da 44 anni. (…) “Mi hanno detto fascista, provocatore o terrorista, ma io sono solo curioso. Racconto storie e questo, nell’eterna notte creativa del due camere e cucina, infastidisce”. (…) Squitieri partì da Napoli: “Pio, il fratello di mio padre, lavorava con Ettore Giannini, il creatore di Carosello napoletano. Papà voleva mi laureassi. Gli resi giustizia, ma nel ’63, quando seppi che Rosi stava per girare Le mani sulla città andai da Giannini che lo aveva ingaggiato giovanissimo e gli chiesi di buttare giù due righe di raccomandazione: “Scrivigli che ci vado da volontario, anche gratis”. (…)» (Malcom Pagani) [Fat 30/5/2013].
• Negli anni Sessanta fu arrestato e poi assolto per una rissa con un poliziotto che aveva insultato l’attrice Annamaria Guarnieri; nel 1981 fu condannato a un anno di carcere per peculato: «Mi arrestarono nell’81, per un assegno di venti anni prima. Andavo al Festival di Mosca. Razza selvaggia aveva vinto il Festival presieduto dall’anticomunista Rondi. Salgo sull’aereo e si avvicinano due poliziotti: “Il suo passaporto scade tra 15 giorni, se ci segue in questura lo rinnoviamo e la riportiamo qui in tempo per il prossimo volo”. Mi oppongo: “A Mosca, se non mi internano in un Gulag, rimango non più di 48 ore”. Quello cambia tono e io capisco che si tratta di un ordine. Arrivo nel cortile del commissariato e vedo avvicinarsi quattro ceffi in divisa. Lì per lì scherzo: “Ragazzi, non sono armato”. Il commissario era imbarazzato: “Lei nel ’66 era impiegato al Banco di Napoli?”. “Sì”, rispondo. “Allora questa è la sua firma. Lei ha fatto pagare un assegno risultato falso. È peculato”. Mi offrono una scappatoia, rifiuto e finisco in isolamento per 14 mesi. Clelio Darida, il ministro, esultò: “A Squitieri il carcere farà bene”. Quando toccò a lui ricambiai con un telegramma: “Carissimo, spero che la galera allieti anche lei”» (a Malcom Pagani).
• Craxiano convinto, nel 1992 fu tra quelli che dichiararono di preferire Fini a Rutelli come sindaco di Roma. Nel 1994 e nel 1996 fu eletto al Senato con Alleanza nazionale. «Sono sempre stato socialista. Avevano appena massacrato Bettino Craxi e nessuno mi faceva più lavorare, né in Rai, né da altre parti. Quando Fini mi propose una candidatura al Senato non mi chiese se fossi di destra o di sinistra».
• «Quando scoprii che – sottobanco – mi dovevo accordare con Rifondazione comunista, capii che era meglio tornare allo spettacolo» (da un’intervista di Barbara Palombelli).
• Indicato dal neosindaco Gianni Alemanno, nel 2008 è stato per un po’ il principale candidato al vertice della Festa del Cinema di Roma, alla fine gli è stato preferito Gian Luigi Rondi.
• Tre figlie femmine: una, Claudine, da Claudia Cardinale. Intervistata nel 2008 da Diva e Donna, la cantante e attrice Ottavia Fusco ha detto di essere la sua compagna da cinque anni.