3 giugno 2012
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Biografia di Barbara Spinelli
• Roma 31 maggio 1946. Giornalista. Saggista. Dal 2010 editorialista di Repubblica. Da molti anni vive a Parigi. Iniziò nel 1972 al Globo per poi passare all’Espresso e, nel 1975, alla Repubblica, giornale per il quale fu anche corrispondente da Bruxelles. Negli anni Ottanta passò prima al Corriere della Sera e poi alla Stampa, corrispondente da Parigi prima ed editorialista poi, dove rimase fino al 2010. Esperta di relazioni Est-Ovest e di politica internazionale.
• È la seconda delle tre figlie di Altiero Spinelli (1907-1986) e Ursula Hirschmann (1913-1991), già sposata con Eugenio Colorni (1909-1944, ucciso durante la Resistenza). «Da Colorni, la Hirschmann aveva avuto altre tre figlie. Barbara è dunque sorella di Renata Colorni, dirigente editoriale in Mondadori dopo una lunga carriera in Boringhieri e Adelphi, e anche di Eva Colorni, economista morta nell’85 a 44 anni, moglie di Giorgio La Malfa e poi del Nobel indiano per l’economia Amartya Sen. Altro grande economista in famiglia è lo zio Albert O. Hirschmann, fratello di Ursula. Mentre fra i molti zii del côté Spinelli vanno ricordati almeno Gigliola, moglie dello storico Franco Venturi, partigiana dal coraggio leggendario e traduttrice dal russo, e Veniero, combattente in Spagna con la squadriglia di Malraux, amico di Silone e Nicola Chiaromonte. E marito di Ingrid Warburg, nipote di Aby Warburg. Più che una famiglia una bibliografia» (Ulderico Munzi).
• Sulla Stampa scriveva «un sempre lucido commento domenicale in prima pagina. La sua lezione è, all’interno di una visione dello scontro sempre assoluto fra Bene e Male, quella di non dimenticare mai gli orrori del passato e di accettare lo straniero, vale a dire l’“altro da sé”, senza vederlo quale inevitabile portatore di minacce» (Franco Manzoni).
• «Una delle voci più significative nel panorama del giornalismo italiano ed europeo. Diciamo un punto di eccellenza quale ce ne sono pochi per cultura, professionalità, spirito di indipendenza» (Eugenio Scalfari).
• «A lei spetta il podio della Citazionista Sublime, a lei le Virgolette d’Oro per i secoli a venire, anzi si farebbe prima a intitolarle direttamente il riconoscimento: il Premio Barbara Spinelli. Lei sola, infatti, sa esser sublime anche quando cita da mediocre. Quando, per esempio, rimanda il lettore a Simone Weil, La pesanteur et la grâce, ma gli suggerisce anche, per approfondire, Simone Weil, L’ombra e la grazia, salvo che si tratta dello stesso identico libro. O quando, per commentare i fantomatici misteri del "patto del Nazareno", tira in ballo il saggio sulla fiaba della povera Cristina Campo; la quale Campo, che in vita fu cristianissima, a sentir parlare di patto del Nazareno avrà pensato senz’altro alla "nuova ed eterna alleanza" di Gesù di Nazareth; ma dopo aver capito di essere stata trascinata col raggiro postumo in un editorialino su Berlusconi avrà tirato in cielo tante di quelle bestemmie da beccarsi mezzo secolo in più di Purgatorio per cattiva condotta» (Guido Vitiello) [IL 11/2014].
• Alla fine del 2006 declinò l’invito di Prodi che la voleva tra i saggi incaricati di stendere il manifesto fondativo del Pd. Nel luglio 2008 aderì al “No Cav. Day”, la manifestazione di piazza Navona contro Berlusconi: «È urgente che un risveglio avvenga, perché la narcosi delle menti è vasta. Non è importante il nome che si dà al regime in cui viviamo. Conta la sua sostanza».
• Politico, nel 2014 è stata eletta al Parlamento europeo con la lista L’Altra Europa con Tsipras. Criticata perché prima delle elezioni, aveva dichiarato che «qualora fossero eletti (lei e l’attore Moni Ovadia – ndr) non accetteranno di occupare il seggio in Europa, ritagliandosi il ruolo di “vigilantes” della nuova formazione politica e – testualmente – “traino elettorale” per i più giovani. (…) Come annunciato all’inizio della campagna elettorale, Moni Ovadia rinuncia al suo seggio per il primo dei non eletti. Ci si aspetta la medesima mossa da parte di Barbara Spinelli, ma a sorpresa il 26 maggio (2014, il giorno dopo le elezioni) cominciano a girare voci che la figlia di Altiero ci stia ripensando, complice anche il pressing di Alexis Tsipras che la vuole a tutti i costi a Strasburgo, come candidata alla vicepresidenza del Parlamento. Il 2 giugno 2014 Spinelli rilascia un’intervista al giornale greco Avgi, in cui dichiara che starebbe ripensando alla sua scelta e potrebbe andare in Europa. “Non ho ancora deciso – dichiara – sto avendo molte pressioni dai miei elettori e ho ancora delle riserve. La verità è che daremo la nostra battaglia a tutti i livelli con Alexis Tsipras e con la sinistra europea”. Intanto Marco Furfaro, trentenne di Sel arrivato secondo nella circoscrizione Centro dove è candidata la Spinelli, comincia a tremare. Era già pronto con la valigia in mano, ma il suo seggio da deputato improvvisamente traballa. La coalizione di Tsipras si spacca. Sulla piattaforma Change.org appaiono due diverse petizioni. Una chiede a Barbara Spinelli di mantenere la promessa fatta a inizio campagna e rinunciare al seggio, per “dare un futuro a questo progetto”, mentre l’altra chiede a lei e a Ovadia di accettare l’investitura degli elettori e di andare a Strasburgo. 1.688 sono i firmatari della prima petizione, 470 quelli della seconda, che però riesce a far tornare sui suoi passi Spinelli. Il 7 giugno il ripensamento di Spinelli diventa realtà. L’annuncio lo dà Curzio Maltese alla festa di Repubblica. Spinelli andrà a Bruxelles e Marco Furfaro di Sel resterà a casa. La figlia di Altiero scrive una lettera ai candidati, agli elettori e agli attivisti della Lista dicendo: “Ho molto meditato quel che dovevo fare in considerazione della domanda sempre più insistente che veniva dagli elettori e da un gran numero di candidati, e ritorno sulle mie decisioni: accetterò l’elezione al Parlamento europeo, dove andrò nel gruppo Gue-Sinistra Europea”» (Anna Mazzone) [Pan 21/8/2014].
• Ultimo libro La sovranità assente (Einaudi 2014).
• È stata la compagna di Tommaso Padoa-Schioppa (1940-2010).