3 giugno 2012
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Biografia di Bud Spencer
• (Carlo Pedersoli) Napoli 31 ottobre 1929 – Roma 27 giugno 2016. Attore. Noto soprattutto per il lavoro in coppia con Terence Hill. «Nel 2004, quando sono andato al Festival di Berlino con Olmi, ad aspettarmi in aeroporto c’erano 8 mila persone. Per Nicole Kidman e Jack Nicholson, duecento».
• Vita Infanzia a Napoli, che lasciò a 11 anni quando la famiglia si trasferì a Roma (ma «nessuno è più napoletano di me»). Compagno di giochi, nel quartiere Santa Lucia, di Luciano De Crescenzo, che difendeva dai pugni degli altri ragazzini. Iscritto alla facoltà di Chimica a Roma, andò poi con la famiglia in Sud America. «A Rio De Janeiro feci l’operaio in una catena di montaggio; a Buenos Aires, il bibliotecario; a Montevideo il segretario all’Ambasciata italiana».
• Forte nuotatore («Non avessi avuto il vizio del fumo, sarei stato tra i primi tre al mondo»), tornò in Italia nel 1948, chiamato da un noto club. Fu il primo italiano a infrangere il muro del minuto nei 100 stile libero con il tempo di 59”5: «Nel 1952, alle Olimpiadi di Helsinki, mi classificai quinto nella semifinale dei cento stile libero e con la squadra di pallanuoto vinsi la medaglia di bronzo. Quattro anni dopo, partecipai alle Olimpiadi di Melbourne. Undicesimo. Sempre nei cento stile libero». Nella pallanuoto vinse anche uno scudetto, con la Lazio.
• «Intanto partecipa ai suoi primi film come comparsa: Quo Vadis? e Annibale. Nel 1967 è scelto per interpretare il ruolo di un bandito in Dio perdona io no insieme a Pietro Martellanza. Dopo quattro giorni di riprese Martellanza si rompe una gamba e Mario Girotti lo sostituisce nel ruolo. Inizia così, quasi per fatalità, la carriera della coppia Bud Spencer e Terence Hill, destinata ad un grande successo» (Radiocorriere tv).
• «La birra Budweiser era la mia preferita. Spencer Tracy l’attore più amato»: così ha spiegato la nascita del suo nome d’arte.
• Tra i suoi film: Lo chiamavano Trinità... (1970), ...Continuavano a chiamarlo Trinità (1971), ...Più forte, ragazzi (1972), Anche gli angeli mangiano fagioli (1973, con Giuliano Gemma), Piedone lo sbirro (1973), ...Altrimenti ci arrabbiamo (1974), Piedone a Hong Kong (1975), I due superpiedi quasi piatti (1977), Lo chiamavano Bulldozer (1978), Pari e dispari (1978), Piedone l’africano (1978), Io sto con gli ippopotami (1979). Che continuano a fare ascolti molto alti nelle repliche in tv. Più di recente è stato protagonista della fiction di Canale 5 I delitti del cuoco (2010).
• L’inventore della saga di Trinità (il suo personaggio si chiamava Bambino) fu Enzo Barboni, che scrisse quei film e li diresse con lo pseudonimo di E.B. Clucher: «Enzo era un tecnico straordinario (aveva lavorato come operatore anche in grosse produzioni hollywoodiane), ma era soprattutto un uomo di straordinario humour. A lui va gran parte del merito dell’invenzione e del successo di quella formula. Ma altrettanto decisivo è stato Italo Zingarelli, il produttore (...) Dobbiamo moltissimo a stuntmen eccezionali, ma anche alla semplice intuizione dei nostri personaggi. Io ho capito che il pubblico mi voleva poco intelligente, ma molto buono. Appena apparivo in scena pensava: “Mo’ guarda che succede”. Era una goduria. In Svezia, per uno dei due Trinità, una ragazza si è messa a ridere e non la smetteva più. L’hanno portata fuori dalla sala» (a Mario Sesti).
• «Siamo stati i primi a declinare il western in chiave comica: nei nostri film non c’erano mai morti, né scene di sesso o di violenza, solo tanti cazzotti. Così abbiamo conquistato anche famiglie e bambini» (a Nicole Cavazzuti) [Mes 27/11/2014].
• Il suo film preferito con Terence Hill era Più forte ragazzi.
• Nel 2003 fu molto apprezzato dalla critica per la sua interpretazione in Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi (gli valse anche una nomination al Nastro d’argento come miglior attore non protagonista).
• Da alcuni anni inseguiva il sogno di portare sullo schermo il Don Chisciotte: «Sono un attore spontaneo, non studiato. In passato mi hanno proposto parti prestigiose, per un Gargantua o per un Gulliver, ma le sentivo fuori della mia portata. Poi Olmi ha distrutto Bud Spencer ed è stata come una seconda nascita. Ora sono pronto ad affrontare la sfida di Cervantes. Girotti e io, però, vorremmo farne una versione più giocosa; così abbiamo immaginato di chiedere a Cervantes, chiuso in carcere, di ritoccare il Don Chisciotte per rendercelo più vicino».
• Vedeva in Fellini e Olmi i grandi registi del cinema italiano: «Due geni». Ma nel ’69 disse no a Fellini: «Per il suo Satyricon, voleva farmi fare Trimalcione: dovevo stare con il culo nudo e farmelo mordere da un ragazzo. “A Federi’...”, gli ho detto» (da un’intervista di Andrea Scarpa).
• Ha scritto e interpretato canzoni napoletane. Un’attività, quella musicale, che aveva intrapreso per un certo periodo anche prima del sodalizio cinematografico con Terence Hill.
• Nel 1977 prese un brevetto di volo negli Stati Uniti: ha all’attivo oltre 2.500 ore alla guida di jet, elicotteri e aerei a elica. Nell’81 fondò anche una compagnia aerea, la Mistral Air, passata poi al gruppo Tnt e infine a Poste italiane.
• Dedicati alla coppia Terence Hill-Bud Spencer gli Incontri con l’autore di Assisi del 2006: «Qualcuno si stupirà di vedere nobilitati i due allegri eroi dello spaghetti western, ma non ci sono dubbi sull’autorialità dei loro film» (Tullio Kezich). Una retrospettiva, nell’ambito di una rassegna dedicata al western all’italiana, anche alla Mostra del Cinema di Venezia del 2007, e una per lui singolarmente al primo Festival cinematografico dello Stretto, nel 2007 a Messina.
• Il 7 maggio 2010, con Terence Hill, ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.
• È entrato con un ruolo attivo in Federnuoto: alla fine del 2006 il presidente Paolo Barelli lo coinvolse nella organizzazione dei meeting della Federazione in vista dei Mondiali di nuoto del 2009 a Roma; nel 2007 la Fin gli concesse i brevetti di allenatore di nuoto e pallanuoto.
• Nel 2010 ha pubblicato la sua biografia, scritta con Lorenzo De Luca, Altrimenti mi arrabbio. La mia vita (Aliberti), uscita l’anno dopo anche in Germania e riscuotendo grande successo (edizioni Schwarzkopf und Schwarzkopf). Nel 2014 il libro Mangio ergo sum (Edizioni Npe), ancora una volta con Lorenzo De Luca.
• Si è iscritto tre volte all’università, ma non si è mai laureato: «A 16 anni credo di essere stato il più giovane universitario d’Italia, facoltà di Chimica. Più tardi mi sono iscritto a Giurisprudenza e poco tempo fa a Sociologia per spronare mia figlia. Ma non mi sono mai laureato in niente...» (Massimo Castellani) [Avv 10/7/2011].
• Amava i motori: «Abbiamo avuto anche un rimorchiatore: amava andare in cantiere, la puzza delle officine gli sembrava nettare» (la moglie Maria Pia a Chiara Maffioletti) [Cds 23/1/2015].
• È stato patron dell’Unesco e testimonial Unicef.
• Sapeva parlare sei lingue.
• Alto un metro e 92 cm, calzava il 47 di piede. Quando è nato pesava 6 chili.
• Viveva a Roma.
• «Nella mia vita ho fatto di tutto, ma proprio di tutto. Solo due cose non ho potuto fare: il ballerino classico e il fantino».
• «Futtetinne… Bisogna fottersene un po’ e imparare a fare le cose che ci piacciono».
• Vita privata Ha sposato Maria Pia, figlia del produttore Peppino Amato, «la mia sola, grande certezza». Tre figli: uno, Giuseppe (1961), produttore cinematografico (Smile Production), le altre due: Cristiana (1962), candidata alle comunali di Roma del 2013 con il Pdl, e Diamante (1972), attrice.
• «Non sono mai andato nemmeno a prendere un caffè con un’attrice. Si può sbagliare, ma quando ti rendi conto che chi ti sta a fianco ti riempie la vita, allora la devi rispettare» (Maffioletti, cit.).
• «Una mattina del 1967, il regista Giuseppe Colizzi chiama mia moglie e gli chiede: “Ma tuo marito è sempre così grosso come alle Olimpiadi?”. E lei gli risponde: “No Giuseppe, è molto peggio”» [Castellani, cit.].
• Commenti «Ha l’aspetto, e l’afflato, del santone e del profeta. Alieno da pose e pretese, è un vecchio saggio che non solo conosce la vita, ma l’ha anche capita. Ha fatto di tutto e in tutto ha avuto successo» (Roberto Gervaso).
• «Credo che Terence Hill avesse litigato con il produttore. Mi sono divertito con Bud. Dovunque andavamo aveva sempre la mappa dei migliori ristoranti. Allora era magrolino, pesava appena 110 chili» (Giuliano Gemma, partner inedito in Anche gli angeli mangiano i fagioli).
• «Il più simpatico tra gli attori con cui ho lavorato nel cinema? Ma non ci sono dubbi, Bud Spencer, con lui mi divertivo un mondo, insieme ci facevamo un sacco di risate» (Enzo Cannavale).
• «La forza di un uomo saggio, che ha imparato tanto dalla vita, ma anche dal cinema e dai suoi attori “non protagonisti”, come “il cavallo che dopo la prima giornata di riprese, al mattino dopo entrai nella stalla e si stese per terra. Aveva deciso di scioperare perché non voleva essere cavalcato da un uomo che allora pesava 150 chili... Il primo grande insegnamento me lo diede l’attore Eli Wallach che un giorno mi disse: ‘Ricordati che un americano non cammina come te. E non ti agitare troppo, perché sullo schermo la tua faccia sarà nove metri per otto’. Non l’ho più dimenticato...”» (Massimo Castellani).
• Politica Candidato con Forza Italia alle regionali del Lazio nel 2005, non fu eletto: «Con 5 mila preferenze arrivai quarto, su tre posti disponibili, senza fare campagna». Si dice ancora berlusconiano, dopo un passato da radicale. «Oggi, da cattolico, sono convinto che il divorzio e l’aborto abbiano distrutto la famiglia».
• La morte È morto il 27 giugno 2016, in seguito a complicazioni dovute a una caduta. L’annuncio lo ha dato il figlio Giuseppe: «Papà è volato via serenamente alle 18.15. Non ha sofferto, aveva tutti noi accanto e la sua ultima parola è stata “grazie”».
• I funerali si sono celebrati il 30 giugno nella Chiesa degli artisti a Roma. L’arrivo della bara è stato accolto con le note della colonna sonora di Altrimenti ci arrabbiamo, suonata da una piccola banda e intonata da cinque coristi.
• «Quando il Padreterno mi chiamerà, voglio andare a vedere che cosa succede. Perché se non succede niente, m’incazzo. M’hai fatto alzare ogni mattina per ottantasette anni per non andare, alla fine, da nessuna parte? Io, di fronte a tante cose enormi che non comprendiamo, mi posso attaccare solo a lui. E sperare che quando mi chiamerà, mi si chiarirà tutto. Perché oggi, mi dia retta, non si capisce proprio più niente» (Carlo Pedersoli a Repubblica).