3 giugno 2012
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Biografia di Roberto Speciale
• Pietraperzia (Enna) 17 marzo 1943. Politico. Nel 2008 eletto alla Camera col Pdl. Generale. Ex comandante della Guardia di Finanza (2003-2007): rimosso dal ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, rifiutò la nomina compensativa a consigliere della Corte dei conti. Reintegrato dal Tar del Lazio, diede infine le dimissioni. Lo scontro nacque da un braccio di ferro col viceministro Vincenzo Visco sul trasferimento di quattro ufficiali impegnati in Lombardia nell’indagine su Bnl e Unipol.
• «Il giorno che lo nominarono comandante della Finanza, il 17 ottobre 2003, non se l’aspettava nessuno. Nemmeno l’allora ministro della Difesa, Antonio Martino, che se lo trovò catapultato al vertice senza averlo inserito nella rosa dei papabili. Ma quella era la volontà di Berlusconi. E di Tremonti. E così fu. “Vado a riorganizzare un po’ le cose laggiù. Vedrete”, si lasciò sfuggire davanti ad alcuni cronisti amici. La cosa curiosa è che non ha vestito mai la divisa grigia della Finanza, ma è rimasto in grigioverde. Nei carabinieri non succede: i comandanti generali, anche quando arrivavano dall’esercito, quanto prima si mettevano la livrea nera per segnare il nuovo inizio. Lui, no. Era orgoglioso della sua provenienza dall’esercito. Tornarne come capo di Stato Maggiore, il suo sogno segreto. Nel 1992 aveva concepito, organizzato e condotto l’operazione “Vespri siciliani”. Riorganizzare il personale era il suo pallino. È quanto aveva fatto all’esercito. L’ha fatto anche alla Finanza. Presto l’intera struttura ha scoperto quanto fosse abile, e però anche duro, il suo polso» (Francesco Grignetti).
• Nel marzo 2008 un decreto firmato dal gip Antonino Stipo ha disposto «non doversi procedere a giudizio per infondatezza della notizia di reato» liberando Visco dalle accuse di minaccia a pubblico ufficiale aggravata dall’abuso e di tentato abuso di ufficio censurandone contestualmente le mosse sotto il profilo della loro «oggettiva illegittimità» amministrativa. Carlo Bonini: «L’archiviazione fotografa la natura squisitamente politica dell’affare e dunque il carattere strumentale dell’iniziativa con cui l’ex comandante generale della Guardia di finanza, Roberto Speciale, aveva trascinato Vincenzo Visco dinanzi al giudice penale, denunciando “insostenibili pressioni” per la rimozione del quadro di comando delle Fiamme Gialle a Milano (“Le condotte di Visco, scrive il gip, non hanno raggiunto la concretezza necessaria per configurare una minaccia vera e propria (...) Il reato di abuso di ufficio presuppone il dolo intenzionale di chi lo commette, che in questo caso è da escludere”). Ma l’archiviazione, con altrettanta nettezza, consegna il viceministro al ruolo di chi ha esercitato in modo improprio il suo potere di indirizzo politico, fino al punto di mettere a rischio l’autonomia della Guardia di finanza (“Si può convenire con la Procura della Repubblica, scrive il gip, circa l’illegittimità della richiesta di trasferimenti avanzata dal viceministro, perché questa, indipendentemente dalla modalità con cui è stata formulata, travalica, senza alcun dubbio, l’ambito dei poteri concessi”)».
• Nel 2013 fu condannato dalla Corte dei conti al pagamento di 200 mila euro come risarcimento in favore del ministero dell’Economia e delle finanze: nel 2007 era stato accusato di peculato e abuso di ufficio (reati poi caduti in prescrizione) per aver utilizzato, il 26 agosto 2005, un Atr-42 Mp in uso al Corpo per trasportare una volta i propri familiari e una volta un carico di spigole da Pratica di Mare alla Scuola alpina della Guardia di finanza a Predazzo, in Trentino, dove stava soggiornando con alcuni ospiti. Sua difesa: «Quelle spigole e frutti di mare, in tutto 20 chili, li ho comprati a mie spese per regalarli ai militari della Scuola alpina di Predazzo che non mangiano mai pesce, solo patate, polenta e würstel. “Se non vi offendete ve li offro io”. Così ho fatto arrivare il pesce all’aeroporto di Pratica di Mare. Le cassette sono finite nella stiva dell’aereo che doveva tornare comunque a Bolzano a riprendermi. Così è stato: a Bolzano il pesce è stato scaricato e io mi sono imbarcato. Non l’ho nemmeno assaggiato» (da un’intervista di Gianluigi Nuzzi).
• Sposato con Maria Antonietta Attanasio, tre figli.