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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Giuliano Soria

• Costigliole d’Asti (Asti) 1951. Traduttore. Saggista. Professore di Lingua e letteratura spagnola all’Università di Roma Tre, creatore e animatore dal 1982 del premio Grinzane Cavour (ha premiato otto scrittori prima che fossero insigniti del Nobel).
• «Ho fatto più carriere: quella universitaria, l’impegno in istituti internazionali di cultura, ho tradotto classici come Ruben Darío e Adolfo Bioy Casares, sono stato presidente del Museo nazionale del cinema. Tante anime, anche elitarie, confluite nel lavoro per il Grinzane Cavour, che io considero una pastorale della lettura» (da un’intervista di Dino Messina).
• Nel 2009 fu costretto a dimettersi dalla presidenza del Grinzane in seguito alla denuncia, da parte del suo maggiordomo mauriziano Hemrajsing Dabeedin, di violenza sessuale e di uso illecito e privato dei fondi destinati alla fondazione. Arrestato dalla Guardia di Finanza, è condannato in primo grado, il 21 marzo 2013, a 14 anni e 6 mesi di reclusione per uso illecito di finanziamenti pubblici e maltrattamenti.
• Nel 2010 è uscito Il professore che si credeva Dio (Araba Fenice editore), un romanzo-verità dedicato alla vicenda, scritto da un Anonimo Piemontese: «Erano i tempi in cui Soria, come documenta il romanzo, usciva dagli angusti confini della provincia. E che, grazie ai crescenti e ingenti finanziamenti pubblici concessi senza controllo alcuno, si apprestava a conquistare il mondo, vantandosi di sapere anticipare, invitandoli prima ai suoi “eventi”, persino i premi Nobel della letteratura. Il Soria, insomma, che confondeva sempre di più pubblico e privato nell’uso dei fondi, arrivando nella realtà, e nel libro, a esclamare come un Luigi XIV: “Il Premio sono io!”» (Massimo Novelli) [Rep 28/4/2010].
• «Per quasi trent’anni la vita di Giuliano Soria è stata una favola. E i connotati di una favola, in fondo, li ha mantenuti fino alla fine. Solo che, un poco alla volta, è divenuta una favola nera. Anzi nerissima, con un finale così tenebroso da dare i brividi» (Giuseppe Pollicelli) [Lib 23/3/2013].