3 giugno 2012
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Biografia di Paolo Sorbi
• Firenze 12 settembre 1942. Sociologo. Studi all’Università di Trento, il 26 marzo 1968, settimana di Pasqua, fece scalpore la sua contestazione a padre Igino Sbalchiero che dicendo messa in Duomo condannò l’Urss e i suoi lager («Non è vero, non è vero, sono bugie»). Dopo Trento, «entrò in Lotta continua, come i suoi compagni di corso Rostagno e Boato. Ne uscì nel 1975, dopo aver denunciato “la cultura dell’estremismo al rilancio”. Sosteneva la necessità di confluire nel Pci. “La mia linea venne ultrasconfitta e ne presi atto”. Nel Partito comunista ci entrò da solo, per uscirne nel 1988» (Marco Imarisio).
• Da ultimo collaboratore di Avvenire, curatore di una rubrica su Radio Maria, presidente del Movimento per la vita ambrosiano, fece campagna per l’astensione ai referendum sulla fecondazione assistita, si candidò alle politiche 2008 nella lista “Aborto? No grazie” ma non fu eletto. «Parla (dell’omosessualità, ndr) come di una malattia psichica, di una devianza come l’alcolismo o la tossicodipendenza».
• Domenica 16 ottobre 2013 apparve su Avvenire un appello, da lui sottoscritto insieme a Pietro Barcellona (1936 –2013), Mario Tronti e Giuseppe Vacca, che iniziava con queste parole: «La manipolazione della vita, originata dagli sviluppi della tecnica, ci pone di fronte a un’inedita emergenza antropologica…». L’appello proseguiva sposando le posizioni di Papa Benedetto XVI in materia di relativismo etico e valori non negoziabili, e chiedendo esplicitamente al Partito democratico, e in particolare all’allora segretario Pier Luigi Bersani, di farle proprie in quanto patrimonio di tutti gli uomini e non solo dei cattolici.
• La sua parabola «è un’ellissi che porta dal rosso del Pci al porpora della Cei. Ma per lui invece è una linea retta, perché “i papa-boys sono i nuovi sessantottini”» (Paolo Bracalini).