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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Bobby Solo

• (Roberto Satti) Roma 18 marzo 1945. Cantante. Nel 1965 vinse il Festival di Sanremo con Se piangi, se ridi. Altri successi: Una lacrima sul viso (1964), Non c’è più niente da fare (1967), Zingara (1969). «Sono stato molto fortunato, forse troppo. Non ho dovuto fare gavetta. Sono andato a Sanremo, ho cantato, ho venduto un milione e mezzo di copie di una Lacrima sul viso. L’anno dopo ho vinto, e di Se piangi, se ridi ne sono andate via 700 mila».
• Nel 2007 ospite di Contro, il Festival della canzone d’impegno a Castagnole delle Lanze (Asti): «Il mio impegno è cantare le cose che mi piacciono e in cui credo e l’amore è una di queste (...) Penso che una canzone sia troppo breve per far passare un messaggio politico. La mia unica politica è il mio pubblico». Nel 2006 cantò a Ceppaloni nella festa per i trent’anni di attività politica di Clemente Mastella e si candidò con l’Udeur per la Camera dei deputati, senza essere eletto.
• «Non è come Celentano, padre di famiglia, industriale discografico, rumoroso sostenitore dell’amicizia, facile alle crisi mistiche. Non è un minorenne candido come Gianni Morandi con ingenuità che inteneriscono il pubblico, faccia limpida e infantile, buoni sentimenti. Non è un fenomeno controllato come Rita Pavone, cui un manager-marito accorto come Teddy Reno ha costruito una personalità tra patetica e simpatica, dalla vitalità allegra e inoffensiva. Non è neppure un ribelle di tipo intellettuale come Giorgio Gaber. Invece è aggressivo, strafottente, non simpatico. Sicurissimo di sé, niente affatto modesto, con un modo vanitoso e insolente di portare i pochi anni e i grossi guadagni, di ripetere continuamente “ho solo vent’anni, gli altri son tutti più vecchi di me”, “ho i soldi, sì, vi sta bene?”. Un ribelle provocatorio. Quando lo accusano di non avere altra voce che quella dei microfoni, degli amplificatori e delle eco stereofoniche, quando lo chiamano “il cantante muto” non si difende, “lascio dire; tutta invidia, povere zabette”. Quando gli rimproverano di truccarsi, dandogli dell’effeminato non si difende, si fa fotografare per sfregio nell’atto di spalmarsi il rimmel sulle ciglia con lo spazzolino. Le sue idee sulle donne sono chiare: “Sono per la donna-mamma io, mi piacciono tutte piuttosto maggiorate, tipo Pamela Tiffin o Raquel Welch. Ursula Andress no, troppo mascolina”. Le sue idee sulla cultura sono altrettanto precise: “Ma che è questo Brecht, questo strazio dell’anima...”» (Lietta Tornabuoni nel 1966).
• «Un signor artista, uno che da più di quarant’anni continua a calcare il palcoscenico con la sua personalissima versione italo-melodica del rock’n’roll che fu di Presley» (Gabriele De Rienzo).
• A 67 anni è diventato nuovamente padre di Ryan, avuto dalla seconda moglie, la coreana Tracy Lee Quade, sposata nel 1995. A lui ha dedicato il brano Una nuova lacrima, una rilettura rap del suo più grande successo: «È uscito il primo rap della mia vita artistica, mi sono commosso nel recitarlo».
• Cinque figli e otto nipoti.