3 giugno 2012
Tags : Giovanni Sòllima
Biografia di Giovanni Sòllima
• Palermo 24 ottobre 1962. Violoncellista. Compositore.
• Con Tempeste e ritratti ha messo in musica La tempesta di Shakespeare a Santa Cecilia, si è esibito con il suo violoncello e dodici strumentisti al Teatro alla Scala, partecipa a manifestazioni e rassegne: “It’s Wonderful” (Parco della musica a Roma), Sagra musicale umbra, Santarcangelo Festival ecc. Nel 2008 ha pubblicato l’album We were trees (che contiene un’improvvisazione con Patti Smith). Sua la colonna sonora di The Palermo Shooting di Wim Wenders. Nel 2014 ha pubblicato l’album Caravaggio. Insegna all’Accademia di Santa Cecilia a Roma, dove è anche accademico effettivo, e alla Fondazione Romanini di Brescia.
• «Uno dei nostri migliori compositori, uno dei pochi che compaia regolarmente nelle stagioni di musica contemporanea all’estero. Ma soprattutto è un musicista versatile e curioso, capace di passare da uno straziante solo di violoncello (è anche un virtuoso di questo strumento) alla rielaborazione della tradizione dei canti di montagna» (Aldo Lastella).
• «Insieme con Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi, Giovanni Sollima si colloca in un vertice del triangolo dentro il quale si annida il peggio della musica italiana d’oggi. Musica di sottofondo, d’atmosfera, nel migliore dei casi consolatoria» (Enrico Girardi a proposito di We were trees).
• «I miei idoli? Due grandi musicisti: Jimi Hendrix e Caravaggio. Caravaggio suonava e componeva: ho ricostruito lo spartito che appare nel Liutaio» (a Claudia Provvedini).
• Dal 2013 è direttore artistico e maestro concertatore al festival salentino della Notte della Taranta.
• Ideatore con Enrico Melozzi del progetto 100 violoncelli, già suonato sul palco del Concerto del Primo Maggio. «Con Sollima, insieme a una bottiglia di vino, abbiamo iniziato a pensare a un progetto di soli violoncelli e da due siamo diventati oltre centocinquanta» (Enrico Melozzi).
• Fidanzato con Maria Leskovar, coppia nella quotidianità come sul palcoscenico. «La loro intesa è talmente perfetta che riescono a suonare insieme lo stesso strumento, due archi e quattro mani: la fusione tra i due corpi e il violoncello è totale e il risultato sorprendente» [Venezianews].