3 giugno 2012
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Biografia di Antonio Socci
• Siena 18 gennaio 1959. Giornalista. È stato inviato del settimanale Il Sabato, direttore della rivista internazionale 30 Giorni, tra le sue collaborazioni quelle con il Giornale, Panorama, Il Foglio. Attualmente scrive per Libero. Nel 2008 ha pubblicato il libro Il segreto di Padre Pio (Rizzoli). Anche conduttore tv (Excalibur ecc.).
• «Ha avuto il grande merito di portare in prima serata temi non legati solamente alla politica: ha parlato di poesia, della Madonna, di spiritualità e d’altro ancora. Lo ha fatto mettendosi in gioco, esponendosi alle critiche come un San Sebastiano, accanendosi nelle discussioni, menando fendenti, preferendo il ruolo di giocatore a quello dell’arbitro. L’impressione è che sia la persona meno adatta a condurre un programma: infatti, il Socci che appare in video, irsuto, scontroso, è molto diverso da quello che appare nei suoi scritti. E vi appare in peggio, naturalmente. È inadeguato (accusato persino di indossare tristi maglioni), è spaesato (più volte prepara il programma per un tema poi lo cambia all’ultimo minuto e il contesto lo danneggia visibilmente), è eccitato (per un medium notoriamente freddo). È il destino dei solitari che decidono di socializzare, è il destino di chi fa dell’inconscia insicurezza la sua forza» (Aldo Grasso).
• Cattolico, antiabortista, annunciò il suo voto alla lista di Giuliano Ferrara alle politiche 2008, vedendo fra l’altro in essa «un aspetto straordinario: l’aver ricondotto una questione umanitaria finalmente nelle mani laiche». Aggiunse che «la legalizzazione dell’aborto è un portato del pensiero totalitario. Il primo Paese a riconoscere quel diritto fu l’Unione sovietica due anni dopo la rivoluzione d’Ottobre. Seguì la Germania nazista. Solo negli anni Settanta si arrivò alle democrazie liberali» (a Paolo Conti).
• Autore de Il quarto segreto di Fatima (Rizzoli, 2006), in cui ipotizza che parte del messaggio sarebbe stata taciuta dal Vaticano, nel settembre 2007 fu allontanato dalla Pontificia Università Urbaniana, a Roma, dove il cardinale Tarcisio Bertone stava presentando il suo libro L’ultima veggente di Fatima. «Volevo solo fare una domanda di un minuto e ricevere una risposta secca, sì o no»: gli fu impedito.
• Il 25 settembre 2011 scrisse su Libero che Benedetto XVI si sarebbe dimesso. Questo l’attacco dell’articolo: «Per ora è una voce (un’ipotesi personale di Joseph Ratzinger) e spero che non diventi mai una notizia. Ma poiché circola nelle più importanti stanze del Vaticano merita molta attenzione. In breve: il Papa non scarta la possibilità di dimettersi allo scoccare dei suoi 85 anni, ovvero nell’aprile del prossimo anno».
• In Caterina. Diario di un padre nella tempesta (Rizzoli, 2010), ha raccontato il dramma della figlia 24enne entrata in coma in seguito a un arresto cardiaco il 12 settembre 2009 e il risveglio dopo quasi quattro mesi. «Verrebbe da dire che questo “Diario di un padre nella tempesta”, questo struggente e intimo dialogo con la sua amatissima figlia e con sua Madre, la Madre di tutti, la Regina del Cielo, è il libro più pubblico di Antonio Socci. Il meno privato che si possa immaginare. Lo sa lui, e lo avverte il lettore: Caterina è scritto per dare testimonianza di un fatto. Un fatto avvenuto dentro a una tragedia, ma che quella tragedia sembra trasfigurare. È un libro che parla della misteriosa grandezza (anche in senso fisico e geografico) del popolo cristiano che trasforma un dramma familiare in uno struggente avvenimento pubblico, e di grazia, per molti. Un libro che sembra scritto per porsi, con timore e tremore, una domanda impossibile: si può veramente vivere così ”nella tempesta”?» (Maurizio Crippa) [Fog 20/7/2010].
• Nel 2013 ha poi pubblicato Lettera a mia figlia. Sull’amore e la vita nel tempo del dolore (Rizzoli), in cui racconta la difficile riabilitazione della figlia dopo l’uscita dal coma. «È un libro breve, rapsodico e potente. Potente come il dolore più grande che possa capitare a un padre, raccontato in prima persona: “La situazione subito dopo il risveglio appariva terrificante. Caterina risultava paralizzata. Non riusciva nemmeno a tener su la testa o a chiudere le labbra, quando veniva messa sulla sedia a rotelle. Inoltre era afflitta da spaventose contrazioni muscolari che le deformavano braccia, mani, piedi e gambe, irrigidendo anche il collo e le spalle e il suo bel viso, in spasmi dolorosi. Non parlava e ovviamente non poteva né mangiare né bere. Ma l’incubo più straziante è stato quando ci hanno detto che secondo loro la coscienza sarebbe stata annichilita e così pure la capacità cognitiva”. La Provvidenza ha accompagnato con il suo fare misterioso Caterina, per cui Socci, negli scampoli del suo diario che ha inserito nelle ultime pagine, può scrivere: “Agosto 2012: significativi progressi di Caterina. Dobbiamo gratitudine a medici, terapisti, infermieri e tanti altri”» (Andrea Galli) [Avv 27/2/2013].