3 giugno 2012
Tags : Mity Simonetto
Biografia di Mity Simonetto
• (Matilde) La donna che dal 1994 al 2010 curò l’immagine di Berlusconi. Lo ha sempre chiamato “il Dottore”. «La signora bionda sempre molto seria che si nota dietro a Silvio Berlusconi, in certe riprese tv» (Concita De Gregorio). Oggi fa la freelance.
• «Mio padre Marzio e mia madre Enrica erano così innamorati che volevano chiamare i figli con i diminutivi veneti “mi” e “ti”, io e te. Sono figlia unica e così sono sempre stata chiamata Mity. Mio padre era il direttore della pubblicità della Snia Viscosa, quando l’azienda era di proprietà di Franco Marinotti, mamma ballerina alla Scala. Fu papà ad inventare le mostre d’arte a palazzo Grassi, a Venezia, come iniziative promozionali per la Snia, che – attraverso la famiglia Marinotti – ne era proprietaria».
• «Entrata in Fininvest nell’82, il suo primo incarico consisteva nella programmazione dei film sulle varie reti. “Lavoravo con Carlo Freccero, poi sono diventata addetto-stampa di Fininvest comunicazioni, e infine ci siamo inventati, insieme al Dottore, un ruolo che non esisteva, imitando gli americani”» (Barbara Palombelli).
• «Scusi, allora lei cosa fa?, azzarda una voce di aspirante comunicatore, dall’aula. “Io valorizzo”. Prego? “Valorizzo. Mi occupo che la materia prima, il Dottore, sia resa al meglio nei servizi fotografici e nei video”. Per esempio? “Per esempio nelle conferenze stampa mi occupo di dove far mettere le luci, cosa fare per ottenere buone riprese”. Insomma, lei è una specie di regista personale di Berlusconi? “Abbastanza, sì. Ma anche scenografa”» (Concita De Gregorio cronista di un incontro con un centinaio di studenti del corso di Comunicazione politica, facoltà di Sociologia, Università La Sapienza di Roma, nel febbraio 2000).
• È attribuita a lei l’invenzione della calza sulla telecamera per togliere le rughe e le ombre dal viso del Cavaliere: «Questa è una leggenda metropolitana, mai usata nessuna calza. È, invece, vero che fui io a scegliere la libreria bianca con la foto della famiglia» (ad Agnese Pini).