3 giugno 2012
Tags : Elio Sgreccia
Biografia di Elio Sgreccia
• Arcevia (Ancona) 6 giugno 1928. Cardinale (dal 2010 gli è stata assegnata la diaconia di Sant’Angelo in Peschiera a Roma). Fino al 2008 presidente della Pontificia accademia per la vita. È tra i promotori dell’Istituto di bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore presso il Policlinico Gemelli di Roma. Ha scritto un celebre Manuale di bioetica (Vita e Pensiero 1991) che si muove tra teologia, filosofia e biotecnologie.
• Viene spesso interpellato come fonte autorevole dell’orientamento ecclesiastico nel dibattito pubblico sui temi di bioetica.
• «Fu Giovanni Paolo II a valorizzare la sua competenza nell’ambito della bioetica. L’incontro decisivo avvenne in occasione di un congresso, in cui Sgreccia parlava del tema “Famiglia e bioetica”. “Fu in quella circostanza” – ricorda commosso il cardinale – “che il Papa mi disse che aveva letto con interesse i miei scritti”. Negli anni seguenti questo rapporto umano andò consolidandosi. Nel 1992, per volontà di Giovanni Paolo II, Sgreccia viene nominato vescovo e segretario del Pontificio consiglio per la famiglia, e da quella posizione privilegiata segue i lavori per la stesura dell’Evangelium vitae (enciclica di Papa Wojtyla che tocca molti temi di bioetica, ndr). “Anche in Italia, venivano finanziati i partiti favorevoli alle politiche antinataliste e i centri culturali che diffondevano quel tipo di idee. E l’occidente ricco, che non avrebbe avuto bisogno di limitare le nascite, doveva dare l’esempio: pochi figli per stare meglio. Scrivere in quel momento l’Evangelium vitae significava opporsi alle nazioni più forti economicamente e alle potentissime lobby internazionali. L’audacia della firma in calce all’enciclica non va sottovalutata ” (…) L’ottimismo di Sgreccia si potrebbe definire storico: gli eventi, a costo di provocare uno choc, costringono l’uomo a fare i conti con se stesso e a tornare sui propri passi. La speranza che il cardinale comunica e lascia in eredità alle nuove generazioni trova le proprie radici sia nella fede (“bene e male non sono paragonabili, poiché Dio è dalla parte del bene”) sia nella ragione» (Lorenzo Schopeflin) [Fog 15/6/2013].