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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Vittorio Sgarbi

• Ferrara 8 maggio 1952. Critico e storico dell’arte. «Non ritengo nessuno indegno della mia ira».
Ultime Assessore alla Cultura del Comune di Milano (dal 2006), dopo molti scontri è stato cacciato l’8 maggio 2008 dal sindaco Letizia Moratti (una vicenda che si è trascinata fino all’estate, tra ricorsi al Tar, una sentenza favorevole a Sgarbi, una lettera di dimissioni, la sua ratifica e un successivo ripensamento). Tra i motivi d’attrito, la mostra sull’arte gay con la scultura di Paolo Schmidlin Miss Kitty terribilmente somigliante a papa Benedetto XVI (anello papale al dito, molletta tra i capelli, mantellina aperta sul petto, perizoma, autoreggenti) e una foto del gruppo ConiglioViola, Ecce Trans, con Silvio Sircana in auto fermo vicino a Gesù.
• Eletto sindaco di Salemi (provincia di Trapani, undicimila abitanti), ha formato una giunta con assessore ai Diritti umani e alla Creatività Oliviero Toscani, alla Cultura-Agricoltura il mercante d’arte Peter Glidewell; all’Urbanistica e al Patrimonio il principe di Raffadali Bernardo Tortorici Montaperto, al Nulla Graziano Cecchini. Il critico d’arte Philippe Daverio è stato nominato bibliotecario, il magistrato Giuseppe Ayala «garante della legalità», il guru di Slow Food Carlo Petrini e «la Moratti buona» Milly responsabili per il settore gastronomico, la regista Andrée Ruth Shammah e il maestro Gianni Morelenbaum per un Festival musicale dedicato alla cultura ebraica ecc.
• Sotto in banca di un milione di euro, ha messo all’asta 200 sculture e dipinti antichi della sua collezione (consta di 3.900 opere, «è molto più grande e importante di quelle di Longhi e Zeri»).
• Ha interpretato il critico d’arte napoletano Vittorio Pica ne Il germe del melograno, primo film dell’attrice e regista teatrale Silvana Strocchi.
Vita Figlio di farmacisti, ex direttore della Soprintendenza ai beni artistici e storici di Venezia e di Ferrara, è stato sindaco di San Severino Marche (Macerata) dal novembre 92 all’ottobre 93. Eletto deputato nel 92 per il Pli, è stato riconfermato per Forza Italia nel 94, 96, 2001. Sottosegretario ai Beni e le attività culturali nel Berlusconi II, il 20 giugno 2002 fu cacciato all’unanimità dal Consiglio dei ministri (per il disaccordo sul nuovo teatro degli Arcimboldi di Milano, sulla nomina di Franco Bernabè a presidente della Biennale, per la difficile convivenza con Giuliano Urbani ecc.).
• «All’esame di laurea: litigai con il mio relatore e venni cacciato dall’aula. Mi dettero ugualmente 110 e lode».
• Prima popolarità nel maggio 89 grazie ad una puntata del Maurizio Costanzo Show: disse che avrebbe voluto vedere morto Federico Zeri e, la volta dopo, diede placidamente della stronza a una professoressa che aveva letto delle sue poesie. Poi al fianco di Raffaella Carrà in Weekend (attaccava il papa e la direzione della Rai proibì la diretta), di Mike Bongiorno in Telemike (ma litigò con Mike e si lasciò schiaffeggiare e spintonare da lui davanti alle telecamere: Mike pretese poi che al momento della messa in onda la scena, visibile adesso su YouTube, fosse tagliata). Nel 91, ospite de L’istruttoria di Giuliano Ferrara, prese uno schiaffo da Roberto D’Agostino (a cui aveva gettato addosso dell’acqua).
• «La gente, oggi, ricorda quell’episodio al contrario. Mi dicono: “Accidenti, che sberla hai dato a D’Agostino, quella sera”. Sarà perché io, ormai, sono visto come prototipo di prepotente».
• «“Con tre interventi da Costanzo raggiunsi la popolarità assoluta”. La sua invettiva contro Federico Zeri (“Lo voglio vedere morto”), resterà a lungo negli archivi televisivi. “Il mio ruolo era di stabilire contrasti, creare sconcerto. Un po’ come quando al casinò ti riesce di sbancare il banco. Volevano farmi parlare di una cosa e io li spiazzavo parlando d’altro. Benché avessi vinto il premio Estense, contro Bocca, Pampaloni e Villari, ero isolato, il riconoscimento diffuso era di là da venire. In quel contesto fu proprio Costanzo a invitarmi in tv per raccontare l’anomalia della mia critica d’arte”» (Michele Anselmi).
• «Dopo essere stato defenestrato da Berlusconi dalla carica di sottosegretario ai Beni culturali, Sgarbi andò da Giuliano Ferrara e accusò in tv il ministro Urbani di averlo fatto cacciare. “Lui – disse – ha trovato un’amante, la quale si è sistemata ai suoi piedi e ha cominciato a fare un’operazione che non prevedeva un’apnea assoluta (...) ma sollevando ogni tanto la testa diceva: ‘Ma fa tutto Sgarbi, tu non fai niente’. L’amante si chiama Ida Di Benedetto”. Seguì, ovviamente, querela» (Sebastiano Messina).
• «Il potere politico e tecnico per me sono il mezzo per evitare lo scempio. Anche Federico Zeri avrebbe volentieri fatto il ministro per impedire gli orrori. Per me la televisione è una sfida. Essa è il luogo della dimenticanza. È come un fiume su cui è impossibile incidere qualcosa. Io sono uno dei pochissimi che è riuscito a incidere qualcosa su quest’acqua. Dei gesti che restano memorabili. Prima che io arrivassi, la televisione era considerata spregevole dagli intellettuali. La televisione consente di guadagnare molto denaro. E io come il Parmigianino ho fatto un’operazione alchemica: ho tradotto il denaro in spirito».
• Ha condotto per molti anni su Canale 5 (a partire dal 92) il programma Sgarbi quotidiani, commenti soprattutto all’attualità politica che gli sono costati una montagna di querele. «Gran parte di quello che faccio è orale. Ho scritto libri, alcuni anche importanti, ma sono soprattutto un uomo che dà voce oralmente ai suoi pensieri. Lo era anche Oscar Wilde di cui solo qualcosa di scritto è rimasto».
• Tumultuosa vita notturna, con al seguito perennemente un codazzo adorante. Non è mai solo. Si lamenta – e ne fa una malattia – di non possedere più un Tiziano. Ha resistito a suo tempo all’idea di riconoscere il figlio avuto da Patrizia Brenner «perché mia madre non vuol fargli da padre». La madre si chiama Caterina (Rina) Cavallini, abita a Ro Ferrarese, in un edificio seicentesco di 35 stanze. Un’ala del palazzo è dedicata al figlio (archivio delle migliaia di lettere, 35 mila volumi, ecc.). Sgarbi dice che da bambino gli era antipatica. «Mia madre è un tale colosso, rispetto alla mitezza di mio padre, che, se non ci fosse stato mio zio, sarei diventato omosessuale». Questo zio si chiamava Bruno Cavallini, era identico a Sgarbi e morì d’infarto negli anni Ottanta.
• Hanno perso la testa per Sgarbi (e non si sa se anche fisicamente) Barbara Alberti che gli ha dedicato una biografia e ha anche fatto parte della corte che lo segue ogni notte adorante. E Federico Zeri, prima che l’amore si convertisse in odio. Sgarbi, molto prima che Zeri morisse, aveva smesso di attaccarlo (mentre Zeri non finiva, come suo costume, di raccontare porcherie sul suo conto) e anzi spiegò che desiderava la fine di tutte quelle polemiche: «Ma io vorrei che finissero, sono pronto a qualunque accomodamento. Per me la polemica è come un incontro di pugilato, si scende dal ring e si va al caffè insieme. Invece questi insistono, insistono tutti, e i giornali danno sempre la versione che mi è sfavorevole e a ogni udienza ci sono articoli sempre contro di me». Faresti pace anche con Federico Zeri? «Domani mattina». Di’ una cosa gradevole su Federico Zeri. «Non è difficile, si tratta di un intellettuale immenso, una delle figure principali della nostra cultura». E allora? «Io farei la pace, se lui volesse. Ma lui non vuole» (a Giorgio Dell’Arti).
• Ha una fidanzata, Sabrina Colle, con cui non fa sesso («scopare sempre la stessa donna è una forma di perversione»). Tre figli: Carlo avuto con Patrizia Brenner, la stilista scomparsa nel 2002, Evelina concepita con una Barbara torinese nel 1998 e Alba con una cantante lirica libanese. «Per la prima... questo figlio era l’unica cosa che esisteva... La seconda era felicissima... La terza... mi dice: grazie, mio marito è sterile... Ma dopo tre mesi... il marito... muore. Da quel momento lei mi ha fatto causa...». Nel 2007 non si presentò all’Istituto di medicina legale di Ancona presso il quale doveva sottoporsi a un test del Dna su richiesta del Tribunale minorile di Ancona ma alla fine la riconosce: «L’ho detto mille volte. Lei non è una figlia che ho voluto, ma una figlia che è nata e della quale io ho saputo in quel momento. Ho preso atto della mia responsabilità di padre ma non della mia volontà che è un "a priori" che presuppone che uno stia con una persona perché vuole un figlio». Tuttavia ne è orgoglioso. Quando la presenta alla Stampa: «Guardate, questa è la mia bambina, non è bella?» (nel 2015). (a Chiara Giannini) [Ogg 22/7/2015].
• «Cosa vuola dire fare il padre? Io non lo so. Per me i figli sono quelli che nascono i una determinaione all’interno di un matrimonio. siccome io ho sempre vissuto una vita totalmente libera e non ho mai pensato di sposarmi, non ho mai pensato ad avere figli. Io non impongo nulla. Posso solo mostrare il mio mondo» (a Chiara Giannini) [Ogg 22/7/2015].
Critica «Sono evidenti i motivi per cui, in linea di massima, le istituzioni non possono rinunciare a Vittorio Sgarbi. Ad esempio perché quando esordì in politica riuscì a essere, sebbene per qualche ora soltanto, capolista sia del Psi sia del Pci di San Severino Marche. Perché ha reclamato le dimissioni di Eugenio Scalfari e di Oscar Luigi Scalfaro. Perché ha cercato in tutti i modi di conquistare alle ragioni partitocratiche Maria Teresa Ruta. Perché ha difeso Pietro Pacciani dall’accusa di essere un mostro, Vincenzo Muccioli dall’accusa di essere un pazzo violento e Arrigo Sacchi dall’accusa di deficienze tecnico-tattiche. Perché un magistrato di Venezia chiese su di lui una perizia psichiatrica. Perché ha provocato virulente discussioni in Parlamento e durante trasmissioni di Telemike. Perché schiaffeggiò in centro a Roma Demetra Hampton e perché baciò in diretta televisiva la calciatrice Carolina Morace. Perché portò a Montecitorio la pornostar Milly D’Abbraccio e dichiarò di aver sognato il matrimonio con Silvia Costa. Perché ha litigato con presidenti della Repubblica, procuratori generali, critici d’arte e vigili urbani. Perché ha posato nudo per una copertina dell’Espresso. Perché ha detto che la Torre di Pisa è come un pene e si è fatto aprire il museo di Sondrio alle tre del mattino» (Mattia Feltri).
Frasi Berlusconi a Sgarbi: «Io ho il problema del complesso di superiorità». Sgarbi a Berlusconi: «Io sono superiore senza complessi».
Vizi «Per Sgarbi il sesso “è come l’inizio di una notte d’estate: hai mangiato e stai per andare a riposare quando trovi un banchetto di cocomeri. Non hai fame, e fino a quel momento non hai pensato che volevi un cocomero, ma ti fermi e lo mangi. Consumi e te ne vai”. Le donne gli piacciono molto truccate, con la faccia un po’ da sgualdrina. “Ma non puttane vere: io posso scopare solo una donna che mi vuole molto, è lei che deve pagare me”» (Sara Faillaci).
• Appassionato di boxe: «Era lo sport preferito di mio padre e anche l’unica cosa che guardo nella televisione di oggi. Dal vivo, ricordo che nel 95 sono andato a Las Vegas per vedere il Mondiale Chavez-Parisi e ho conosciuto Frank Bruno: mi ha detto “Italia uguale mafia” e io ho sperato di vederlo al tappeto, come poi è accaduto contro Tyson. Ma in fondo a un pugile si chiede di essere forte, non intelligente».