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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Manlio Sgalambro

• Lentini (Siracusa) 9 dicembre 1924 – Catania 6 marzo 2014. Filosofo. «Praticare la disciplina della mente significa disciplinare le emozioni».
• Vicino a forme di pensiero nichiliste e a pensatori come Emil Cioran o Karl Kraus, negli anni Sessanta collaborò con saggi e articoli alla rivista Tempo Presente, diretta da Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte. Tra i suoi libri: La morte del sole (Adelphi 1982), Nietzsche: frammenti di una biografia per versi e voce (Bompiani 1998). Da ultimo, Quaternario: racconto parigino (Girasole 2006), La conoscenza del peggio (Adelphi 2007), Della misantropia (Adelphi 2012), Variazioni e capricci (Bompiani 2013), Dal ciclo della vita (Il Girasole 2014).
• Nel 1994 avviò la collaborazione con Franco Battiato: il libretto dell’opera lirica Il cavaliere dell’intelletto e i testi degli album L’imboscata (1996), Gommalacca (1998), Ferro battuto (2001), Il vuoto (2007) ecc. Nel 2003 scrisse e interpretò con il cantautore siciliano il film Perduto amor, diretto dallo stesso Battiato. Attore anche in Musikanten (2005) e Niente è come sembra (2007).
• Nel 2001 ha inciso il suo primo album come cantante, Fun Club, una raccolta di cover.
• «“Ci sono uomini”, diceva Friedrich Schlegel, “per i quali il furore della noia è la prima sollecitazione alla filosofia”. Qualcosa del genere è accaduto a Manlio Sgalambro, meglio conosciuto come “il paroliere di Battiato”. La solitudine, la noia, l’avversità alla vita sociale, una furia a lungo repressa hanno fatto di lui uno dei pensatori più originali ed eversivi della scena culturale italiana. Da La morte del sole a Trattato dell’empietà a Dialogo teologico (tutti pubblicati da Adelphi cui, da semisconosciuto, aveva inviato un manoscritto) si sente nei suoi libri il pathos di un pensiero solitario. Fulgide espressioni come “I pensatori odierni rimarranno in virtù delle loro sciocchezze” o “La mia indifferenza per l’altro è il maggior sforzo che io possa fare per lui” o “Chi vuol salvare questa civiltà deve dapprima diventare stupido, e poi se ne parla”» (Aldo Grasso).
• «Uno degli eroi buoni per i conformisti di sinistra... diventato celebre per non avere mai avuto il tempo, anche lui siciliano di Catania, di denunciare l’esistenza della mafia. Avessero ragione loro? Fosse questa la vera eleganza intellettuale?» (Fulvio Abbate).
• «È la Yoko Ono di Franco Battiato» (Aldo Busi).
• «Pensatore tortuoso, ellittico, folgorante. Frammentario e oscuro come Eraclito, anche se per altri versi sembra avvicinarsi al suo concittadino Gorgia» (Maurizio Assalto) [Sta cit.].
• Politicamente «sono e resto intimamente di sinistra e la mia inclinazione la conservo nel foro interiore. Non c’è alcun bisogno di esplicitarla» [ad Antonello Caporale, Fat 28/10/2012].
Frasi «Il filosofo è questa persona che si improvvisa il pazzo shakespeariano, e fa soltanto un buco in una certa lingua (…) fa un buco in un qualsiasi posto della letteratura mondiale. È come un cavaturaccioli, gira e gira e gira per fare un buco e “sturare”, in maniera che salti il tappo e vengano fuori queste cose che io chiamo capricci e variazioni» [Sta 15/2/2014].
• «Ciò che vedo intorno stimola in me pensieri d’odio. È sempre un “odio” per la realtà che ci trascina a pensare. Mi rendo conto che pensare è costoso, per questo rivendico la mia personale ascesi mentale. Scrivo libri furiosi ma sono invaso da una calma che somiglia a una distesa di ghiaccio» [ad Antonio Gnoli, Rep 4/7/2012].
• «Pensare è la cosa più disgustosa che ci sia in un uomo. Come se avesse dei genitali mentali. In effetti, io non penso mai con gioia» [ibid].
• «Leggo pochissimo, ma per una questione di dignità. Per lo stesso motivo non incontro quasi nessuno». Non ha mai dedicato nulla di serio al tema dell’amicizia. «L’amicizia mi lascia freddo» [ibid].