3 giugno 2012
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Biografia di Giovanni Senzani
• Forlì (Cesena e Forlì) 21 novembre 1942. Criminologo. Ex ideologo delle Brigate rosse e leader del “Partito della guerriglia”, in libertà condizionale dall’ottobre 2004 e definitivamente libero dal febbraio 2010. Laureato in Sociologia, professore all’Università di Firenze e consulente del ministero di Grazia e giustizia al momento dell’adesione alle Br, tra i responsabili dei sequestri del magistrato Giovanni D’Urso (1980) e dell’assessore dc campano Ciro Cirillo (1981), fu condannato all’ergastolo per l’omicidio di Roberto Peci, fratello del primo pentito delle Br.
• «Fu catturato il 9 gennaio 1982 a Roma, dopo una latitanza di due anni. In quei 1924 mesi trascorsi in clandestinità, in buona parte a Napoli, era subentrato a Mario Moretti alla guida delle Br. Forte della sua professione di criminologo, che gli permetteva di entrare e uscire dagli istituti di pena, aveva impresso una svolta alle Br. Nacque con lui, appunto, il “fronte delle carceri”. Ma fu proprio durante la stagione Senzani che le Br si spaccarono in due organizzazioni distinte. I milanesi, di stampo più militarista, se ne andarono per la loro strada. I senzaniani, movimentisti, diedero vita al cosiddetto “partito guerriglia”» (La Stampa).
• «Senzani mi apparve con un maglione rosso addosso, si accovacciò a terra ed entrò subito in argomento: tu c’hai i soldi?» (Cirillo nel maggio 2008 a Giovanni Minoli ricordando il suo sequestro, la trattativa e la liberazione in cambio di un riscatto di un miliardo e 450 milioni).
• Sposato con Anna Fenzi, morta nel 2013. Il cognato Enrico negli anni Settanta militava nella sezione genovese delle Br.
• «Dovrei dire: scusatemi, ho ucciso? Io non credo nel perdono, non mi permetterei mai di chiedere perdono, mi sembra un’offesa. Mi sembra pornografico andare davanti a qualcuno, cui hai ucciso il padre o il marito, e chiedere perdono. È banalizzare il dolore» (da un’intervista a Panorama).
• Nel 2013 il regista Pippo Delbono l’ha voluto nel suo film Sangue, «il racconto delle due morti parallele della madre del regista e della compagna dell’ex brigatista, avvenute a una settimana di distanza» (il Fatto Quotidiano).