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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Enzo Sellerio

• Palermo 23 febbraio 1924. Editore. Fotografo. «Penso che un fotografo che sia realmente tale, non può essere che uno scrittore che si esprime per immagini».
• «Fui spinto da un amico di quei tempi, il pittore Bruno Caruso. Ho fotografato per circa 20 anni, dal 1952 all’inizio degli anni Settanta. Una rivista svizzera, di piccola tiratura ma di grande prestigio, nel 1961 mi aveva affidato un servizio fotografico su Palermo per un numero monografico che mi aprì le porte di alcune riviste importanti in Europa e in America. E anche le porte della tv tedesca alla quale collaborai, insieme con due fotografi famosi, per un film sulla Germania».
• «Le riviste morivano o cambiavano, la televisione imperversava. Fu così che, incoraggiato da altri amici, Leonardo Sciascia e Aldo Scimè, sono passato a poco a poco all’editoria. Prima come curatore grafico di una collana dell’Assemblea regionale siciliana. Poi in proprio, fondando assieme a mia moglie Elvira l’editrice».
• «Non ho invidiato nessuno, perché ognuno bene o male fa quello che può. Io ho apprezzato molto Adelphi, ma ha un’altra posizione».
• È figlio di madre russa, «una donna straordinaria. Era molto intelligente, parlava quattro lingue, leggeva un sacco, era laureata in Francese e poi era andata in Germania per perfezionare il tedesco. Lì aveva conosciuto mio padre che, laureato in Fisica a Palermo, si laureava in Ingegneria al Politecnico di Monaco e entrava alla Siemens di Berlino. Era anche molto spiritosa. Quando mi fermavo vicino alla finestra diceva: "Togliti, non tutti i vuoti sono trasparenti"». Senso dell’ironia che lui ha ereditato. «Quando ho pubblicato un volume sulla Valle dei Templi di Agrigento finanziato dal Banco di Sicilia, l’ho portato al presidente insieme con una bilancia. Il volume pesava un chilo e 800 grammi. Era un gesto polemico riguardo a quegli editori voraci che davano l’assalto alle banche. Il Banco aveva pubblicato poco tempo prima un volume sulla Fondazione Mormino che pesava 5 chili e 800 grammi. Poteva bastare un volumetto di 200 pagine. Ho fatto anche altri scherzi. Per esempio quando ho avuto la cura grafica di un catalogo sulla mostra di Guttuso del 71. Tra le riproduzioni c’era Il ratto di Proserpina. Allora io ho fatto disegnare da un amico mio un rattone sul cornicione di Palagonia, l’ho inserito in una copia stampata in piena regola e ho portato all’artista il volume pronto. Quando Guttuso ha visto il topo è rimasto allibito: "E questo che cos’è?". Sudava, poverino. Ho pensato che gli venisse un infarto" (ad Alberto Sinigaglia).
• Nel 2007, la mostra Fermo Immagine, con 150 fotografie a partire dagli anni 50: inaugurata a Palermo, ha girato poi a Siracusa, Firenze e Milano. Le immagini raccontano la Sicilia del dopoguerra, con le chiese scoperchiate dalle bombe, i sontuosi palazzi in rovina, i contadini di Partinico, i bimbi della comunità fondata da Danilo Dolci, lo stesso Dolci ritratto durante un digiuno del 57, uno dei tanti intrapresi contro mafiosi e potenti. «Il sociologo steso su un lettino, una copia de l’Unità sulla coperta. Vicini, Nino Sorgi, grande penalista, Ignazio Buttitta e Carlo Levi. Ma è la foto di tre anni dopo che merita ancora più attenzione. L’immagine della Indipendence ancorata sulla costa di Palermo e un uomo che avanza con un asinello. Didascalia firmata Sellerio: "L’oste conduce il suo asinello a vedere la portaerei americana Indipendence in rada durante le elezioni del 1960". Per dire che cosa controllava quella montagna ferrosa, come evoca Sellerio: "La proposi per la copertina di un volume sui grandi fotografi, ma qualcuno non voleva offendere gli Stati Uniti e finì in copertina una mia vendemmia. Subito dopo andai io in America, invitato al primo foto festival americano di Houston. E i giornali riprodussero quella foto in prima pagina. Gli piaceva essere sfottuti in casa. Perché loro sono padroni e noi camerieri"».
• Dall’ex moglie Elvira ha avuto i figli Olivia e Antonio. (a cura di Lauretta Colonnelli).