3 giugno 2012
Tags : Cesare Segre
Biografia di Cesare Segre
• Verzuolo (Cuneo) 4 aprile 1928 – Milano 16 marzo 2014. Critico letterario. Docente di Filologia romanza all’Università di Pavia, dal 1993 socio dell’Accademia dei Lincei. Inizialmente dedicò i suoi studi alla critica stilistica, pubblicando importanti saggi raccolti in Lingua, stile e società (Feltrinelli 1963) e in Esperienze ariostesche (Nistri-Lischi 1966), poi si affermò come uno dei più autorevoli esponenti italiani del metodo strutturalistico e semiologico, con opere come I segni e la critica (1969), Teatro e romanzo (1984), Avviamento all’analisi del testo letterario (1985), Fuori del mondo (1990), tutti pubblicati da Einaudi. Scriveva sul Corriere della Sera. «Credo di aver capito della vita e dei testi letterari non dico tutto quanto desideravo ma abbastanza per non sentirmi inutile».
• «In Per curiosità, la sua autobiografia, sempre per i tipi di Einaudi, Segre ha ripercorso l’albero delle radici. Cardinale una figura “alta, sottile”, lo zio Santorre Debenedetti, che lo introdurrà alle sudate carte affidandogli un compito titanico (considerato il livello della scuola odierna): “prender nota di tutti gli accusativi alla greca dell’ Eneide”. Il nipote scolaro aveva allora diciassette anni... Sì, discende per li rami, Cesare Segre. Lo zio Santorre, docente insigne di filologia romanza, lo presenterà a Benvenuto Terracini, glottologo principe, con cui si laureerà, nel frattempo conoscendo l’ulteriore “maggiore”, Gianfranco Contini (gli succederà nella direzione della “Nuova Raccolta di Classici Italiani”, sempre per Einaudi, nonostante il diverso parere su Antonio Pizzuto...). Si può identificare Segre anche accostando Contini lettore di Croce. Là dove Contini rammenta che per Don Benedetto “la lingua è creazione e poesia anziché, razionalisticamente, comunicazione e strumento”. Segre, pare corretto (esatto) osservarlo, oscillerà fra creazione e poesia e Strumenti critici, la rivista fondata nel 1969 con D’Arco S. Avalle, Maria Corti e Dante Isella» (Bruno Quaranta).
• I suoi autori, «una galleria quasi incredibile: dalla Chanson de Roland a Beckett, da Ariosto a Gadda, da Cervantes a Primo Levi. E non per banali recensioni. Per studi e ricerche che hanno lasciato un segno il più delle volte definitivo» (Paolo Di Stefano).
• «Lo strutturalismo ha tolto l’Italia dall’isolamento postcrociano, ha fatto sì che la nostra critica recuperasse decenni di ignoranza su ciò che si faceva all’estero e ha inserito i nostri studi nel contesto internazionale».
• Sposato con Maria Luisa Meneghetti.