3 giugno 2012
Tags : Salvatore Sciarrino
Biografia di Salvatore Sciarrino
• Palermo 4 aprile 1947. Compositore. «Fra i più interessanti del nostro tempo, oltre che prolifico» (Giuseppina Manin). Sue opere: Le ragioni delle conchiglie, Come vengono prodotti gli incantesimi, Studi per l’intonazione del mare ecc. Nel 2007 ha debuttato con una nuova commissione, Da gelo a gelo, all’Opéra di Parigi (primo italiano da cinquant’anni); nel 2008 la Filarmonica della Scala diretta da Daniel Harding con il solista Jeremias Schwarzer ha presentato in prima assoluta Quattro adagi per flauto dolce e orchestra (con qualche «basta» e «buu» gridato dal loggione); il Festival di Salisburgo gli ha dedicato “Kontinent Sciarrino”, una rassegna monografica di concerti. «All’estero m’innalzano come un vecchio maestro. L’Italia è un paese che tiene le finestre chiuse».
• Autodidatta: «All’inizio della mia storia mi vergognavo un poco di questa definizione, dopo però ho cominciato a esserne orgoglioso. Quando ho capito che lo studio della composizione, così come avviene nella scuola, non si è evoluto per niente. Una lingua s’impara parlandola, non dai manuali».
• «Lanciatosi nella composizione a dodici anni, emerso già negli anni Sessanta, capace di vantare una novantina di cd al suo attivo (e per l’antologica salisburghese ne escono altri sei), votato a suoni definiti “pulviscolari” e “fantasmagorici” e a tessuti sonori “vibratili” e “fluttuanti”, a volte rarefatti sino ai confini del silenzio» (Leonetta Bentivoglio).
• «La mia musica ha una forte immediatezza d’espressione. Non è intellettualistica ma corporale: lavora sulle percezioni di chi ascolta. Oggi è più tagliente: usa suoni vecchi e li fa sembrare nuovi. E tocca emozioni profonde, come ha scritto qualcuno dopo l’incidente della Scala».
• Maurizio Pollini ha eseguito con frequenza le sue composizioni per pianoforte. Sua anche la cadenza del Concerto K467 di Mozart così come l’ha suonato e inciso il pianista milanese.
• Da 25 anni vive a Città di Castello, in Umbria. Sua grande ispiratrice, “Madre Natura”: «Se uno non sa ascoltare i suoi infiniti suoni, non sa ascoltare nemmeno la musica. Rifiuto l’idea di dividere il mondo fra animato e inanimato. Per me è tutto vivo. L’uomo non è al centro dell’universo, un animale o un albero possono insegnarmi molto di più sul rispetto degli altri. E anche sulla solidarietà. In Italia i compositori sono pochi e ciascuno va per conto suo. Mancano gli incontri, le verifiche. Troppi pensano che la loro vita artistica dipenda dalla morte di altri. Per me invece l’isolamento è un limite, la pluralità ricchezza».