3 giugno 2012
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Biografia di Maurizio Scelli
• Sulmona (L’Aquila) 28 febbraio 1961. Avvocato. Politico. Dal 2008 al 2013, col Popolo della Libertà, fu un componente della Camera (secondo i dati estrapolati da Openparlamneto ha totalizzato una percentuale di presenza del 92% e il 7% di assenze). Nel 2001, candidato con Forza Italia nel collegio romano del Gianicolo, era stato battuto dal diessino Walter Tocci. Commissario straordinario della Croce Rossa (2003-2005) su nomina di Berlusconi, «da lì in poi la vicenda televisiva e umana di Scelli è nota: la polemica con Emergency di Gino Strada, l’ospedale iracheno presidiato dai carabinieri e le prese di distanza della Croce rossa internazionale, i canali riservati per la liberazione di Enzo Baldoni, poi ucciso, il ruolo da protagonista nelle trattative per i quattro sequestrati e per le due ragazze (Simona Pari e Simona Torretta, ndr). La stima di Letta, ogni volta rinnovata, il contrasto col Sismi, la gratitudine di Berlusconi» (Concita De Gregorio).
• Dopo la liberazione della due Simone «si mise in testa di fare il salto in politica portando in dote a Silvio Berlusconi un consenso maturato nel suo incarico, soprattutto tra i giovani. Nel 2005 il movimento aveva già un nome, Italia di nuovo, e a Firenze si celebrò quello che doveva essere l’inizio di un’ascesa che avrebbe portato, qualcuno ipotizzava, a un ruolo importante per Scelli accanto all’ex Cavaliere. Le cose andarono diversamente: il Palamandela risultava semivuoto e Berlusconi decise rinviare il suo intervento fino all’arrivo dei rinforzi spediti da Marcello Dell’Utri che attinse ai suoi "circoli". Ma al Cavaliere non andò giù neanche la scelta di invitare a parlare gli ex Nar Mambro-Fioravanti. L’astro nascente si trasformò subito in stella cadente. La sua storia come possibile "delfino" naufragò definitivamente quando l’estate di quell’anno fece rivelazioni sull’operazione in Iraq che fece infuriare il sempre felpato Gianni Letta: “È impazzito, un ragazzino con l’ansia di protagonismo”» (Riccardo Ferrazza) [S24 15/4/2014].
• Condannato in primo grado nel 2011 dalla Corte dei conti a versare 900mila euro proprio all’ente che ha gestito per anni, «Totale disprezzo di qualsiasi canone di sana amministrazione, in totale noncuranza degli equilibri finanziari della Croce Rossa Italiana» [Fat]. Il processo è ancora in corso.
• Dal 2011 è presidente della squadra Sulmona Calcio e nella stagione 2012-2013 ottiene la promozione in Serie D.