3 giugno 2012
Tags : Sergio Scalpelli
Biografia di Sergio Scalpelli
• Milano 15 settembre 1959. Direttore Relazioni esterne di Fastweb, già dirigente del Pci milanese, direttore della Casa della Cultura, poi coideatore e fondatore del Foglio, di cui fu amministratore delegato. Poi assessore alla Cultura del Comune di Milano (giunta Albertini). Sensazionale velocità di movimento tra un gruppo e l’altro e tra un’idea e l’altra. Il trasformismo come unico modo di essere coerenti. A Sabelli Fioretti spiegò la sua natura con la frase: «Intuisco velocemente le cose».
• Ha profetizzato già nel 2005 l’ascesa di Veltroni a capo del centro-sinistra e il tramonto di Folena, Pecoraro Scanio, Diliberto. Ha messo nel mucchio dei finiti anche Calderoli e qui forse si è sbagliato.
• «Ho vissuto alcuni anni a Berlino Est dove mio padre era corrispondente dell’Unità. Poi sono tornato in Italia, in tempo per le superiori. Per qualche mese Lotta Continua, poi Fgci. Molti scontri con la sinistra extraparlamentare. La Fgci era la destra del movimento degli studenti a Milano. Comunisti contro il resto del mondo. Ma ricordo anche risse violentissime tra Movimento Studentesco e Avanguardia Operaia. Con centinaia di enormi chiavi inglesi, le Hazen 36, si massacravano a sinistra in un clima di intolleranza incredibile. Il segretario della Fgci era Massimo D’Alema. Non gli ero simpatico. Io ero molto rispettoso della sua fredda cerebralità. Pur avendo 25 anni era supponente come adesso. Una volta Radio Popolare mi fece un’intervista sulla droga. Io cominciai a scherzare sul fatto che la sera prima mi ero fatto una canna insieme a Chicco Testa sparlando del gruppo dirigente del Pci, prova che gli spinelli non facevano male. Il giorno dopo D’Alema mi mandò un biglietto al vetriolo e mi fece nero. Mi chiedi come ho fatto a diventare liberale? Ho diretto per un decennio la Casa della Cultura invitando i filosofi quarantenni di allora, Giulio Giorello, Salvatore Veca, Massimo Cacciari, Salvatore Natoli. E ho visto sgretolarsi il sistema di riferimenti culturali del Pci mentre i germi liberali penetravano nella cultura politica della sinistra» (a Sabelli Fioretti).
• Interista: «Berlusconi è una persona simpaticissima, piacevolissima, intelligentissima. E fortunatissima. Basta pensare all’imbarazzante sequela di culo che ha il Milan».