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 2012  giugno 03 Domenica calendario

Biografia di Emanuele Filiberto Savoia

• Ginevra (Svizzera) 22 giugno 1972. Principe di Venezia e di Piemonte. Figlio di Vittorio Emanuele e Marina Doria. «È difficile per me essere contro la monarchia».
• Visto più volte in tv: nel 2002 come testimonial di sottaceti in uno spot pubblicitario, nel 2008 come giudice del talent Il ballo delle debuttanti (Canale 5), nel 2009 come concorrente di Ballando con le stelle (Rai1), nel 2012 come conduttore di Pechino Express (Rai2). Indimenticabile la partecipazione al Festival di Sanremo con la canzone Italia Amore Mio con Pupo e Luca Canonici (sono arrivati secondi): «Forse non si è esercitato neppure con il karaoke. Emanuele Filiberto è così… Gli piace apparire, gli piace la tv. Anche se il pubblico non sembra ricambiare. O sbaglio?» (così il cugino cugino Amedeo Savoia Aosta).
• «Di Emanuele Filiberto Umberto Reza Ciro Renato Maria di Savoia, questo il suo nome completo, principe di Venezia e di Piemonte, non si conoscono follie né passioni estreme. Niente sbronze colossali, risse con i fotografi, strafottenze gratuite. Quasi un guaio per qualcuno nella sua posizione. Se non fosse per un breve flirt con Francesca Dellera, il suo phisique du rôle da tombeur de femmes sarebbe del tutto sprecato. Compreso il frangione da bello e maledetto che ha fatto innamorare di lui l’attempata Alexandra D’Andja, stilista cilena di dieci anni più grande. Provate, poi, a chiedere a Emanuele Filiberto come passa la giornata. Risponderà con aria disarmante e stupita che lavora. Che altro dovrebbe fare? Ha iniziato giovanissimo, appena laureato in Scienze politiche, alla Republic National Bank, assunto da Edmond Safra, il potentissimo banchiere morto asfissiato nel suo bagno a Montecarlo, per poi passare alla Banca Syz, dove il principino seleziona fondi di investimento. Pare che Emanuele Filiberto avrebbe voluto fare l’antiquario, di lusso s’intende, ma che “mammà”, Marina Doria, abbia ritenuto che non fosse un mestiere sufficientemente chic per un principe. In compenso colleziona opere della pop art, da Warhol a Liechtenstein passando per Rauschenberg. “Per carità, ho solo una piccolissima collezione” si schermisce “anche perché, ultimamente, preferisco le foto d’arte, soprattutto quelle di Mapplethorpe e di Lachapelle, fotografi controversi, da amare o da odiare. D’altra parte l’arte, a volte, per essere tale, deve suscitare polemiche”. Parla quattro lingue: francese, inglese, spagnolo, oltre all’italiano. Ha studiato nel collegio del gotha internazionale, il Rosey di Rolle, in Svizzera: “Ero uno studente nella media, non mi ammazzavo di fatica ma facevo il necessario per passare”. In compenso ha imparato a sciare magnificamente, perché la sede invernale di questo prestigioso collegio si trova a Gstaad. Dove il padre, Vittorio Emanuele, ha da sempre uno châlet» (Diamante D’Alessio).
• Nell’estate 2006 fu indagato, all’interno dell’inchiesta condotta dal pm John Woodcock, per frode e pirateria informatica ai danni di un sito internet che nel 2005 aveva cominciato a svelare gli affari della famiglia in giro per il mondo. È stato prosciolto da ogni accusa nel marzo 2007. «Woodcock è ancora un magistrato? Mi suona strano... Ancora in circolazione a far danni? Trovi un altro mestiere».
• Nel 2007 suscitò grandi polemiche la richiesta di risarcimento danni per l’esilio presentata insieme al padre allo Stato italiano: 260 milioni di euro oltre alla restituzione dei beni confiscati dallo Stato quando nacque la Repubblica italiana. La richiesta fu poi ritirata: «È stata una lettera di richiesta danni inviata per bloccare la prescrizione, era mio diritto farlo. Mi scuso però per tutto il disagio procurato, gli italiani avevano ragione a reagire così, non cerco scusanti. L’Italia non aveva bisogno di questo ulteriore problema, io non voglio dare problemi all’Italia».
• Nel 2008 candidato alla Camera nella Circoscrizione estera Europa con la promessa di appoggiare Silvio Berlusconi (lista Valori e futuro), non è stato eletto (ha preso lo 0,4%). In luglio diede la sua disponibilità a collaborare con il neo-sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Mi sento sempre più romano e italiano e voglio rendermi utile per questa bella città».
• Nel 2012 ha trascinato in tribunale, chiedendogli un maxi risarcimento in denaro, lo storico francese Didier Godard, reo di aver incluso Umberto II nel suo Dizionario dei Capi di Stato omosessuali o bisessuali (H&O, 2004). «Chiederò il sequestro del volume e un maxi risarcimento danni perché infanga la memoria di mio nonno con volgarissimi pettegolezzi» (a Klaus Davi).
• Dal 25 settembre 2003 è sposato con Clothilde Courau (Levallois-Perret, Francia, 3 aprile 1969), attrice, figlia di una Catherine Du Pontavice des Renardières discendente (a suo dire) di Ugo Capeto, capostipite della dinastia reale di Francia: «Io e Clotilde siamo molto indipendenti l’uno dall’altra, ma anche terribilmente complici. Le due cose possono convivere. Lei ha il suo mondo, più intellettuale, io il mio. Li viviamo, rispettando i reciproci spazi». Lei: «Lui mi ha voluto e poi ha organizzato tutto il matrimonio, dagli inviti in poi. Non mi ricordo come mi ha chiesto di sposarmi, forse dovremmo farlo una seconda volta per rinfrescarmi la memoria. Mi piacerebbe» (a Barbara D’Urso). I due hanno due figlie: Vittoria (Ginevra 28 dicembre 2003) e Luisa (Ginevra 16 agosto 2006).
• Da anni combatte contro un tumore benigno al naso.
• Ha preso la residenza nel Comune di Umbertide (Perugia).
• Tifa Juve, è stato spesso invitato da Fabio Fazio a Quelli che il calcio, la trasmissione che l’ha fatto conoscere agli italiani: «Tutta la nostra famiglia ricorda ancora con emozione quando, nell’83, alla morte di mio nonno Umberto, fece scendere in campo la squadra con il lutto al braccio».