3 giugno 2012
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Biografia di Amedeo Savoia Aosta
• Firenze 27 settembre 1943. Discendente di Vittorio Emanuele II, figlio d’Aimone (1900-1948) e Irene di Grecia e Danimarca (1904-1974), cugino di due re: Juan Carlos di Spagna ed Elisabetta II d’Inghilterra. Prigioniero dei tedeschi a un anno d’età, insieme alla madre, a quattro anni divenne duca d’Aosta. Studiò in Italia e in Inghilterra. Tre figli: Bianca (Firenze 2 aprile 1966), Aimone (vedi Aimone Savoia Aosta), Mafalda (Firenze 20 settembre 1969), nati dal primo matrimonio con Claudia d’Orléans (Larache, Marocco, 11 dicembre 1943), principessa di Francia. Ha sposato in seconde nozze la marchesa Silvia Paternò di Spedalotto (Palermo 31 dicembre 1953) e nel 2006 ha avuto Ginevra da una relazione illegittima con la duchessina Kyara van Ellinkhuizen. Vive in provincia d’Arezzo, nella sua tenuta Il Borro, dove produce vini.
• «I tedeschi avrebbero voluto che la madre di Amedeo desse il consenso perché il figlio bambino fosse proclamato re nell’Italia ancora non liberata, e ciò in contrapposizione al legittimo capo dello Stato, il re Vittorio Emanuele III, insediatosi provvisoriamente a Brindisi con il governo. Finita la guerra il già minuscolo partito monarchico si scisse in due fazioni che litigavano tra loro, ognuna con il proprio erede al trono, spazzato via dal referendum. Per anni di loro si è saputo poco, con Vittorio Emanuele che faceva affari e li faceva fare dal suo quartier generale di Ginevra, e Amedeo chiuso in Toscana nella tenuta del Borro a fare vita di campagna un po’ no global e il padre ai tre figli. Diversissimi anche nel carattere, un misto di timidezza e irascibilità quello di Vittorio Emanuele, espansivo e controllato quello di Amedeo. Sempre in doppio petto e cravatta Vittorio Emanuele, spesso in abiti informali Amedeo, con la passione dei tatuaggi: undici su tutto il corpo. Non c’è mai stato feeling tra i due» (La Stampa).
• Nel maggio 2004 durante il ricevimento per il matrimonio di Felipe di Spagna, fu aggredito da Vittorio Emanuele. «Si è voltato di scatto e alzando la voce ha investito il cugino con un torrente di insulti e di contumelie, cui ha fatto seguire due sonori pugni in piena faccia. Che non gli sono stati restituiti. Amedeo ha vacillato ma non è caduto a terra. A sostenerlo le morbide braccia dell’ex regina di Grecia Anna Maria, moglie dell’ex re Costantino, fratello di Sofia di Spagna (...) Lo stesso padrone di casa Juan Carlos si sarebbe lasciato sfuggire un “Nunca mas!”, mai più» (Laura Laurenzi).
• Il 7 luglio 2006 la Consulta dei senatori del Regno, d’accordo con l’Unione monarchica italiana, lo dichiarò «capo della Casa di Savoia e duca di Savoia, con i relativi titoli e le prerogative ad esso spettanti», escludendo Vittorio Emanuele e il figlio da qualsiasi ruolo dinastico (ma il Coordinamento monarchico italiano non riconobbe né la decisione né la Consulta).
• Si è dissociato dalla richiesta di risarcimento avanzata nel 2007 da Vittorio Emanuele allo Stato italiano per 260 milioni di euro per danni morali causati dall’esilio: «Iniziativa fuori luogo, la disapprovo totalmente».
• Scandalo, nell’ottobre del 2005, per un’intervista al settimanale Vanity Fair in cui confessava di aspettare un figlio da una donna diversa dalla moglie: «È una situazione delicata e difficile, ma ritengo di avere il dovere di essere onesto, di assumermi le mie responsabilità e di dirlo per primo. Avendo informato, ovviamente, mia moglie». La signora della cosiddetta scappatella era Kyara van Ellinkhuizen, duchessina di origini olandesi, regista. «Si conoscono a maggio, sul treno Milano-Torino. Un mese dopo sono insieme. Due mesi dopo lei resta incinta. Tre mesi dopo lui si trasferisce in casa di lei. Quattro mesi dopo lui sparisce dalla casa di lei» (Daniela Monti). Ginevra di Savoia Aosta è nata a Milano il 20 marzo 2006, affetta da sindrome di Down. Un altro figlio da una relazione con la marchesa Nerina Corsini (Losanna, Svizzera, 1 maggio 1952): Pietro (Losanna 30 novembre 1967) porta però il nome del marito della madre, Enrico Incisa della Rocchetta, dal quale fu riconosciuto.
• Nel 2006 cominciò la disputa con Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto per l’utilizzo del cognome. Nel 2010 il tribunale di Arezzo condannò Amedeo e Aimone d’Aosta a pagare un risarcimento di 50 mila euro e le spese processuali e stabilì che i due non potranno più usare il solo cognome «di Savoia» ma quello completo «di Savoia Aosta». Sentenza e condanna sono state poi sospese, in attesa di appello.
• Nel 2013 ha messo all’asta i gioielli di famiglia. Argenti, porcellane, posate, tovaglie, quadri, stampe, alberi genealogici, soprammobili, sculture, candelabri, ventagli, orologi, stemmi, libri antichi, album e fotografie, coppe e monili d’oro, insomma, 270 lotti di ottima qualità con un importante valore storico: «Certi pezzi non li venderò mai. Non capisco però certi malumori. I tempi sono cambiati. In Inghilterra il duca di Kent ha messo all’asta beni di famiglia e lo stesso ha fatto Costantino in Grecia. Eppure nessuno ha gridato allo scandalo».