3 giugno 2012
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Biografia di Mauro Saviola
• Viadana (Mantova) 22 maggio 1938 – Milano 13 gennaio 2009. Imprenditore. «Ha salvato milioni di alberi riciclando mobili vecchi, imballaggi, cassette della frutta, pallet e ramaglie. Diventando leader incontrastato in Italia per i pannelli truciolari di ogni tipo, per resine e collanti e anche per i mobili in kit. Quartier generale a Viadana, nell’ultimo lembo della provincia mantovana. Un gruppo che prende il nome dal fondatore, viadanese purosangue, partito con un prestito del Mediocredito Lombardo e due dipendenti: s’era messo a fare pannelli, una novità per l’Italia. Si è guadagnato la fama di pioniere dello sviluppo industriale ecosostenibile» (Marcella Gabbiano).
• «“A 11 anni mi dissero: ‘Mettiti a fare le scope’; e io mi sono messo a fare manici di scopa. A 17 anni mi replicarono: ‘Hanno inventato l’aspirapolvere le scope non servono più. Trovati un altro lavoro’; e io ho cominciato a consegnare a domicilio carbone e legna da ardere”. Insomma, una storia che sembrava non dover finire quella di Saviola, fino a quando (aveva 25 anni) gli dissero: “È arrivato il metano, le stufe non servono più. Trovati un altro lavoro”. E lui, a quel punto, decise di provare la strada più difficile: far lavorare gli altri» (Stefano Lorenzetto).
• «A lavorare il legno, Mauro Saviola aveva iniziato a 11 anni, nella bottega del padre Alfredo, ebanista. Nella depressione del Dopoguerra, s’era adattato a fare manici di scopa. Poi, però, erano arrivati gli aspirapolvere, e i Saviola s’erano dovuti buttare sul commercio di legna e carbone. Poi, all’inizio degli Anni ’60, quella visita in Germania, l’impianto comprato dai tedeschi per 350 milioni di lire, con l’aiuto di qualche parente e diverse cambiali» (Luca Angelini) [Cds 14/1/2009].
• Era anche pittore: «Per Mauro Saviola la pittura è in grado di fare emergere dal profondo una insondabile e misteriosa interiorità che rivela i segni e le tracce di un autentico passaggio esistenziale. Sono i segni di una comunicazione visiva che non è mai descrittiva né narrativa, ma, a ben vedere, solo e puramente emozionale» (Enzo Di Martino).