3 giugno 2012
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Biografia di Nicola Savino
• Lucca 14 novembre 1967. Conduttore radiofonico (di Radiodeejay, tra l’altro Deejay chiama Italia con Linus) e tv. Nel 2008 ha condotto il programma tv Scorie su Raidue, nel 2009 Colorado cafè su Italia1, nel 2010 Matricole e meteore, sempre su Italia1, nel 2012 L’isola dei famosi e Un minuto per vincere, entrambi su Raidue, nel 2013 Quelli che il calcio (Raidue). Buon imitatore: Ligabue, Galeazzi, Ruggeri ecc. Ha sfruttato questo talento in alcune trasmissioni (Ciao belli per esempio). Protagonista di uno spot di Telecom Italia.
• «Non ha, come si dice, le phisique du rôle del presentatore: è bassino, la sua valletta lo sovrasta di almeno dieci centimetri, non è carino, con quella mezza barba da cognato di Mefistofele, è saccentino, quando ripete con convincimento le battute che gli hanno scritto gli autori. In radio è un’altra cosa: sovrasta i suoi interlocutori, si cela e si esalta dietro la magnificenza della voce, abile nel moltiplicarsi in una galleria di personaggi, dice cose di buon senso, come quando si spacciava per “uomo della strada”» (Aldo Grasso).
• «Faceva il tecnico audio e una mattina stava leggendo il giornale in studio. A un certo punto, Linus gli ha messo davanti un microfono: “Sentiamo un po’ cosa ne pensi tu, uomo della strada”. Intervento dopo intervento, è diventato l’opinionista di culto e la star di Radio Deejay. Culo? Capacità di cogliere le opportunità al volo? Predestinazione?» (Emanuele Farneti).
• «Cresciuto a Metanopoli. Più che un quartiere, un esperimento sociologico: era una città fatta solo di ingegneri. Detto così è spaventoso, ma non è stato male crescere tra gente con un minimo di istruzione».
• «Facevo il dj a Radio San Donato. Mi sono proposto come fonico a tutte le radio. Mi ha risposto, un anno dopo, Radio Deejay, mentre ero a Londra a vedere la gara di dj. Dopo un mese mi hanno messo a lavorare con Fiorello. L’ho osservato minuziosamente al microscopio, per anni. Lo seguivo negli show, stando alle sue spalle sul palco».
• Ha rivendicato di aver scoperto Nicole Minetti e di averla portata a Colorado [Maurizio Giannattasio, Cds 21/2/2010].
• «Se non compare il numero non rispondo mai, proprio per evitare molestie». Sostiene che «Facebook è l’apoteosi del fannullone» [Elvira Serra, Cds 12/2/2009].
• Abbonato della prima ora a BikeMi, il servizio di noleggio biciclette milanese. «Sono un ayatollah delle domeniche a spasso, che ci costringono a vivere in maniera diversa. Non servono per eliminare lo smog, ma per abituarsi a vivere la città senz’auto. Un mondo a quattro ruote, ormai, è insostenibile. Nessun newyorchese pensa di muoversi per Manhattan in macchina. Per questo, il blocco va difeso con le unghie e con i denti, come unico momento per le famiglie: Milano diventa paese e persino le grandi arterie della città tornano frequentabili. E finalmente si può riascoltare il suono delle campane» (a Giacomo Valtolina) [CdS 11/5/2013].
• Con Manuela ha avuto una figlia, Matilda. Si sono sposati dopo dieci anni di fidanzamento, nel 2009.
• Interista: «Io confido in capitan Zanetti. Mi dà tanta sicurezza che potrei affidargli le chiavi della mia macchina». Un paio di calze nerazzurre il talismano che portò a Madrid per la finale di Champions League nel 2010.
• «Lo scrittore di sempre? “Luis Sepúlveda: i suoi libri sono storie che hanno anima”. Un titolo su tutti? “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore. Meraviglioso”. Il film? “La misma luna, di Patricia Riggen. La storia straziante di una mamma messicana che lavora negli Stati Uniti e del figlio che attraversa l’America per ritrovarla. Scene strappalacrime, poesia unica”. Ha fama di patito del design. “L’acquisto di cui vado più fiero è un quadro del Laboratorio Saccardi, frutto della lista nozze: sono dei ragazzi di Catania che fanno opere pop. La mia raffigura una gigantesca Torre di Babele con facce e personaggi dei nostri tempi: da Ahmadinejad ai Tokio Hotel a Amy Winehouse. È molto rappresentativo del mio mondo: un po’ di cazzeggio su tutto”» (a Elvira Serra) [Cds 2/1/2010].