3 giugno 2012
Tags : Lunetta Savino
Biografia di Lunetta Savino
• Bari 2 novembre 1957. Attrice. Popolarissima grazie alla tv, dove è stata la Cettina di Un medico in famiglia fino alla quinta serie, l’Agnese Astuti Borsi de Il bello delle donne, l’Elena Ferrucci di Raccontami, l’Angela Latella de Il coraggio di Angela (da una storia vera, vedi Silvana Fucito), in teatro diede scandalo col monologo Prova orale per membri esterni di Claudio Grimaldi (che ne fu il primo interprete, nel 1989, en travesti). Da ultimo successo a teatro in coppia con Emilio Solfrizzi in Due di noi.
• Laurea al Dams con una tesi su Peppino De Filippo (Il buffone e il pover’uomo), in teatro anche con Glauco Mauri (Macbeth), al cinema con Nanni Loy (Mi manda Picone, 1983), Cristina Comencini (Lucia in Matrimoni, 1998).
• Partecipò alla manifestazione “Se non ora quando” nel 2011 esibendosi in un monologo sulla vagina in pugliese. Vista in piazza anche dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi nel dicembre 2011 [Alessandra Arachi, Cds 12/12/2011].
• Il nome “Lunetta” le fu dato dai genitori (Gino Savino, professore di Storia e filosofia, Gigliola De Donato, docente di Storia moderna e contemporanea all’università) per via dei capelli chiarissimi che aveva alla nascita e anche perché era l’epoca dello Sputnik.
• Separata, un figlio, Antonio (1989).
• Gran cuoca, sostiene di avere i piedi sexy.
• «Il primo bacio arriva, dice, tardi. “Avevo già 16 anni, e tutte le mie amiche lo avevano già sperimentato”. Devo dire che l’idea del bacio profondo, con la lingua, un po’ mi turbava. Finché un giorno, ai giardinetti di Bari, questo ragazzo che mi corteggiava, uno studente più grande di me, un “fuori sede” che studiava all’Università di Bari, si avvicinò per baciarmi. Risposi al bacio, ma mi lasciò confusa, in un tumulto di sensazioni contrastanti. Non mi sentivo coinvolta, e non lo rividi più (…) “Odio tutti i baci cinematografici – confessa –. I primissimi che ho dato erano tutti pessimi, poi con la tecnica sono migliorata”. Anche se può non sembrare particolarmente romantico, quei baci appassionati che vediamo sullo schermo sono frutto di tecniche precise. “Bisogna socchiudere la bocca, chiudere gli occhi, lasciare andare la mascella... Purtroppo i baci dati al cinema sono diversi da quelli dati in teatro, sul grande schermo spesso il bacio è in primo piano quindi non si possono fare scherzi, mentre a teatro, dove il pubblico è comunque lontano, si può anche barare. In California Suite, dove ero in scena con Neri Marcorè, lo spettacolo si chiudeva con lui a letto. Io dovevo andargli sopra e baciarlo, invece gli facevo una gran pernacchia. Massimo Ghini invece è scafatissimo, un baciatore provetto!”» (a Laura Zangarini) [Cds 26/7/2012].