3 giugno 2012
Tags : Stefania Sandrelli
Biografia di Stefania Sandrelli
• Viareggio (Lucca) 5 giugno 1946. Attrice. Nel 2005 a Venezia Leone d’oro alla carriera. «Sono stata con una ventina di uomini. Ne ho amati un po’ di più. Ma non ne sono sicurissima».
• Vita «Avevo nove anni quando è morto mio padre, a farmi da padre c’erano gli zii, erano dieci».
• «Nel 1961 a La Bussola va a cantare Gino Paoli, che è già mito con i suoi struggenti Senza Fine e Il cielo in una stanza. “Era il giorno del mio quindicesimo compleanno, il 5 giugno, Paoli mi piaceva moltissimo e decisi di andare a La Bussola, lo volevo ascoltare e, perché no, anche conquistare. Mi misi un tubino verde acqua di lino molto carino, scollato, i sandali con i tacchi. Mentre cantava gli passavo e ripassavo davanti, per farmi notare. Lui mi invitò a ballare, mi chiese quanti anni avevo e, quando glielo dissi, gli prese un colpo, ma la frittata era ormai fatta. Da allora non ci fu nulla da fare, stavamo sempre insieme. Lui mi veniva a cercare a La Capannina del Marco Polo dove stavo con i miei amici della ghenga. E letteralmente mi rapiva. Io tentavo di resistere, ma solo per gioco. Poi, felici, andavamo in giro sulla sua Triumph scoperta; lui era partito in quarta e anch’io”. L’amore per Gino Paoli va avanti otto anni; nel 1964 nasce Amanda, la prima figlia di Stefania mentre nel 1972 sarebbe nato Vito, figlio di Niki Pende. Nel 1968 Stefania rifiuta di trasferirsi a Milano. “Dissi a Gino che non me la sentivo, lui non volle sentire ragioni. Se non vieni a Milano, tuonò, la nostra storia finisce. Non ci volevo credere. Rimasi a Roma, la storia finì”. Anni ruggenti a Viareggio quelli tra la fine dei Cinquanta e l’inizio del nuovo decennio. E Stefania li vive fino in fondo. È inarrestabile, una forza della natura tanto che la madre Florida la chiama “Mercurio”. “Mi spostavo sempre con la ghenga, più spesso in bicicletta, altre volte su una vecchia 500 di uno di noi, che aveva un clacson un po’ gracchiante particolarissimo. Facevamo il giro degli amici per caricarli, andavamo fino a Foce di Magra, attraverso mezza Versilia. Solo in quel caso magari ci scappava un bagno al Forte. Perché Viareggio e Forte dei Marmi sono distanti solo un quarto d’ora in bicicletta, ma le spiagge sono due mondi separati e ciascuna ha i suoi frequentatori abituali, o almeno li aveva. In genere però ce ne stavamo a Viareggio, alla mia spiaggia, a Ponente, ai bagni Aurora”. Il 1961 è la data della svolta per Stefania ragazzina. Il fotografo Paolo Costa la ritrae davanti alla casa pensione della mamma e una di quelle immagini appare in copertina su Le Ore. “Non era la prima volta che finivo sui giornali. A Viareggio tutto l’anno c’erano manifestazioni di ogni genere e tutti, i miei amici e io, a turno vincevamo qualche premio. Nel tempo la mia amica Luisella era stata eletta miss Cinema, io miss Viareggio, un’altra mia amica, Lucia, miss Versilia. L’estate poi, specie da ragazzini, l’intrattenimento era fisso. C’era la Festa del Villeggiante, quella dei bambini più belli di Viareggio, che poi eravamo tutti, e le foto dei vincitori andavano sui giornali, locali s’intende. Viareggio è sempre stata così, viva, aperta. D’inverno, per il Carnevale, arrivava un bagno di folla che non si è mai interrotto. Ma nelle serate estive le feste erano la norma. Venivano organizzate al Salone Margherita, dove la vera star era mio fratello che aveva studiato il pianoforte”. Pietro Germi vede su Le Ore la foto di quella ragazzina dall’aria ingenua e insieme procace, ne rimane folgorato e la invita a fare a Roma il provino per Divorzio all’italiana. “Come resistere? Mi aveva chiamato il grande Germi, per un film nientemeno con Marcello Mastroianni. Accettai, scaricai gli amici e andai a Roma con mio fratello Sergio. Anche le scuole non le ripresi più, avevo finito solo il terzo anno di avviamento professionale. Da allora, addio Viareggio. In un primo tempo feci un po’ la pendolare, ma presto mi trasferii definitivamente a Roma con mia madre. Già dopo il provino per Divorzio all’italiana, poiché l’inizio delle riprese veniva continuamente rinviato, il mio agente di allora Franco Fortini mi offrì un paio di film. Erano Gioventù di notte di Mario Sequi e Il federale di Luciano Salce”» (Silvana Mazzocchi).
• Tra i suoi film Divorzio all’italiana (Germi 1961), Il federale (Salce 1962), Sedotta e abbandonata (Germi 1964), Io la conoscevo bene (Antonio Pietrangeli 1965), Il conformista (Bernardo Bertolucci 1970), Alfredo Alfredo (Germi 1972), C’eravamo tanto amati (Ettore Scola 1974), Novecento (Bertolucci 1976), La terrazza (Scola, Nastro d’argento 1980 come miglior attrice non protagonista), La chiave (Tinto Brass 1983), Speriamo che sia femmina (Mario Monicelli 1986), La famiglia (Scola 1986), Mignon è partita (Francesca Archibugi, David di Donatello 1989 come miglior protagonista e Nastro d’argento non protagonista), La cena (Scola, Nastro 1999 non protagonista), L’ultimo bacio (Gabriele Muccino, David e Nastro 2001 non protagonista), Figli (Marco Bechis, David 2002 non protagonista), La prima cosa bella (Paolo Virzì 2010), Il giorno in più (Massimo Venier 2011).
• Ha recitato per la prima volta con la figlia Amanda in Io e la mamma (regia di Andrea Barzini), serie tv andata in onda su Canale 5 dal 17 aprile 2007. Polemiche perché le ultime due puntate furono spostate alla domenica pomeriggio: «Abbiamo vinto le serate anche “contro” la Rai, tre puntate su quattro con ascolti notevoli e documentati, tenendo conto che la programmazione al mese di maggio non riscuote il massimo della quantità di pubblico. Abbiamo ottenuto ottime critiche sia come qualità della fiction sia personalmente come interpreti. Alla messa in onda della quarta puntata, improvvisamente (ironia della sorte) la stessa produzione ha avuto contro programmato su Raiuno l’ultima puntata (superpubblicizzata) di un’altra fiction di cui hanno già deciso la terza serie. La reazione di Mediaset ad una prevedibile flessione negli ascolti è stata: ohibò! Scandalo! “Defenestrare subito le Sandrelli!”. E, senza logica, oltre che senza ricevere nessun tipo di informazione né senza, cosa ancora più grave, informare il pubblico, ci hanno tolto di colpo la prima serata».
• Diretta da Giorgio Capitani, è stata la moglie Dora ne Il generale Dalla Chiesa (interpretato da Giancarlo Giannini) e nella miniserie Puccini Albina, la madre del compositore. Dal 2012 è Eleonora Rengoni nella serie Rai Una Grande Famiglia (Riccardo Milani). «Ero un po’ prevenuta… È un lavoro faticoso, diverso dal cinema perché la tv è una catena di montaggio. Sa, al cinema si sta anche due giorni su una scena; in Tv te lo scordi, perché devi portare a casa un bel po’ di roba in più. Premesso questo, la Tv dà a un attore una chance che non avevo calcolato e che ho verificato (…) Se Una grande famiglia fosse stato un film, un’ora e mezzo di storia, per intenderci, avrei dovuto accentuare la personalità di Eleonora, il personaggio che interpreto» [Famiglia Cristiana, 8/11/2013]
• Sta col regista Giovanni Soldati (Milano 1953), figlio dello scrittore e regista Mario Soldati (1906-1999): «Senza di lui non saprei come fare. Certo, dal lato estetico non è il più bello del mondo, ogni tanto lo metto a dieta, ma solo per la salute, a me piace così».
• Critica «Attrice moderna e mai modernista, Stefania è il cinema italiano contemporaneo al meglio di quello che ha saputo offrire» (Marco Müller).
• «Un modo lieve di essere diva, una grazia speciale nell’essere sexy. E poi bellezza, talento, coraggio, insieme alla capacità di affidarsi docile, fin dagli esordi, al gusto e alle invenzioni dei grandi registi che l’hanno diretta» (Fulvia Caprara).
• «Film dopo film, decennio dopo decennio, Stefania Sandrelli ha rappresentato non solo il nostro cinema ma il nostro paese come nessuna attrice della sua generazione è riuscita a fare. Cambiando, maturando, invecchiando perfino, con disinvoltura e serenità. Per non parlare dell’allegria che l’ha accompagnata anche nei momenti più difficili e che è tutta e solo sua» (Fabio Ferzetti).
• Celebre la definizione che ne diede Moravia: «Incede spargendo sesso».
• Frasi «Ci sono film che non ho fatto e che mi è dispiaciuto tipo La ragazza di Bube, Il giardino dei Finzi Contini. Quando li ho visti al cinema li ho trovati belli e mi sono consolata un po’» (da un’intervista di Gigi Riva).
• «Detestavo la televisione, pensavo che non ci sarei mai finita, ci sono cascata e ho cominciato a divertirmi, soprattutto con Gigi Proietti. Con lui Maresciallo Rocca sono morta, ma poi abbiamo fatto Mai storie d’amore in cucina, c’è molto affiatamento» (da un’intervista di Maria Pia Fusco).
• «Non ho mai avuto mariti ricchi. Non so perché, si vede che ho un’idiosincrasia per gli uomini ricchi, sia io che Amanda ce l’abbiamo nel dna: appena uno ha un po’ di soldi in tasca, non ci piace più» (da un’intervista di Thomas Martinelli).
• Politica «Io sono dell’opinione che gli attori non si debbano impicciare più di tanto pubblicamente di politica, anche se tutto è politica. Ci vuole un po’ di grazia e non becerume, non bisogna indottrinare nessuno, anche perché la gente finché non è pronta non recepisce. Tante volte ho detto, a Fassino, a Veltroni, a tutti, che secondo me una personalità pubblica può essere negativa e quindi bisogna usare il contagocce e valutare bene prima di esporsi e fare esporre le persone».
• Vizi Frequentatrice appassionata di mercatini e bancarelle, colleziona madonnine: «È una mania che mi ha trasmesso la mia nonna materna e vado pazza per quelle piccole, belle e carissime madonnine, di cui ho una ricca collezione, ma ho smesso di comprarle quando sono stata rimproverata da mio figlio» (da un’intervista di Rita Celli).