3 giugno 2012
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Biografia di Vincenzo Salemme
• Bacoli (Napoli) 24 luglio 1957. Attore. Regista. Autore. Tra i suoi film: L’amico del cuore (1998), Amore a prima vista (1999), Sms - Sotto mentite spoglie (2007), No Problem (2008). Ha poi interpretato, tra gli altri film: Bianca (di Nanni Moretti, 1984), Olè (Carlo Vanzina, 2006), Ex (Fausto Brizzi, 2009). Da ultimo è stato l’onorevole De Marco in Sapore di te (Carlo Vanzina, 2014) e ha diretto ...E fuori nevica, adattamento cinematografico di una sua commedia teatrale. In tv nel 2006 con il Vincenzo Salemme show, nel 2008 con La gente vuole ridere... ancora!, nel 2009 ha condotto assieme ad Anna Falchi Da Nord a Sud... e ho detto tutto! (Raiuno). Successo di pubblico a teatro con Bello di papà (2009) e Il diavolo custode (2012), molte critiche a fine 2007 per la regia di una Vedova allegra ambientata a Napoli, «non però la Napoli culla di una civiltà teatrale che non ha nulla da invidiare a nessuno, ma la Napoli di pasta pizza e mandolino» (Enrico Girardi). Nel 2014 ancora sul palcoscenico, regista e attore della commedia Sogni e bisogni.
• «Napoletano di origine e di formazione (ha cominciato con Eduardo e ha proseguito con Luca De Filippo), “esporta” in tutta Italia le sue storie, che hanno più che l’accento, il sapore del Sud» (Simonetta Antonucci).
• «Non cambia mai: mosse, sospensioni, faccette. Poco importa se muta il personaggio: vigile urbano in Baciato dalla fortuna, europarlamentare Pdl in Ex. Amici come prima, maestro cioccolataio in Lezioni di cioccolato 2» (Michele Anselmi, Elenco semiserio delle 25 cose più insopportabili del cinema italiano) [XIX 19/11/2011].
• «A teatro vengo apprezzato da tutti, mentre al cinema soffro del fatto di essere apprezzato soprattutto al centro-sud».
• «Sono attore per caso, quando venni a Roma nel 1977 mi portarono a conoscere Eduardo e lui, con uno slancio imprevisto, disse “’Stu guaglione, facciamoci dicere una battuta così si prende la paga”. Sono rimasto con lui fino alla sua morte nell’84 e poi con Luca De Filippo fino al 1992. Non mi dispiace se mi definiscono attore, ma non capisco quando dicono “comico napoletano”, perché per me il comico è un dono di Dio, uno dovrebbe essere comico e basta» (da un’intervista di Maria Pia Fusco).
• «La scrittura è un momento importante, ma se in scena mi accorgo che il copione non funziona, cambio tutto. Anche De Filippo era così, affinava il lavoro sul campo e cambiava battuta ogni sera».
• «Non so quale autore ha detto che la fantasia non esiste. Noi pensiamo di inventare e invece abbiamo visto tutto. Ed è vero. Dipende da come lo digeriamo. Qualsiasi soggetto esiste da sempre. La fantasia secondo me è il modo di cucinare le cose che già esistono» (ad Antonella Fabiani).
• «Sono cresciuto in un mondo femminile, con mia madre che aveva quattro sorelle e con mia nonna, una pazza meravigliosa che aveva l’abitudine di regalare tutto a chiunque avesse bisogno, chi veniva a casa nostra doveva nascondere borse e cappotti, perché se capitava un povero mia nonna regalava. Con il cinema ho cominciato tardi, a 41 anni, ma ero quello che volevo. Come un personaggio di Nuovo Cinema Paradiso, sono cresciuto dentro una sala, a 5 anni ho cominciato a frequentare la sala Sibilla di Bacoli. Era di mio zio».
• «Sto antipatico. Magari perché in realtà sono simpatico e do la sensazione che ho successo con le donne. Il successo dà fastidio. Si pensa che non sia meritato. Tra l’altro con le donne ho sempre avuto successo veramente. E gli amici non lo sopportavano» (da un’intervista di Paolo D’Agostini).
• «Non posso dire di essere un depresso, ma frequento la psicanalisi. Se non sei un deficiente completo, che ride dalla mattina alla sera, è inevitabile arrivare a un punto della vita in cui ti guardi intorno, ti fai delle domande sul futuro, cerchi di capire chi sei insomma (…) Da sempre convivo con l’angoscia di entrare in scena, ogni sera mi sembra impossibile condurre a buon fine lo spettacolo ed ottenere l’applauso del pubblico. Poi mi costringo a mettere piede in palcoscenico e, da quel momento, l’angoscia si trasforma in adrenalina. Alla fine mi sento felice e leggero... spossato, stanco, sudato come se avessi fatto una performance olimpica, ma soddisfatto» (a Emilia Costantini).
• «Sono sempre stato di sinistra, ora lo sono più moderatamente. Governare un paese non è ideologia, ma pratica».
• «Non credo a un Dio come ci viene descritto, penso che Dio sia tutto quello che facciamo. Quando facciamo del male facciamo un Dio brutto, quando facciamo del bene, facciamo un Dio buono» (a Gianfranco Gramola).
• «Sono uno che ama mangiare bene e dormire nei grandi hotel. In tour prenoto sempre gli alberghi migliori».
• «Mi è sempre piaciuto Pulcinella. Forse per questo ne ho parecchie statuine, sparse qua e là. Alcune le ho comprate da artigiani celebri come i fratelli Ferrigno (…) Ho cominciato a leggere tardi, intorno ai 18 anni, quando ho scoperto l’Ulisse di James Joyce e la Recherche di Marcel Proust. Da allora, non ho più smesso, leggo almeno un’ora ogni sera» (a Cristina Lacava) [Iod 23/6/2012].
• Vive a Roma. Sposato con Valeria, la sua manager (si sono conosciuti nel 1976, a una festa dell’Unità). «Non abbiamo avuto la fortuna di un bambino nostro», ma da quando ha conosciuto l’associazione “A Roma insieme” qualche sabato adotta i figli delle detenute di Rebibbia accogliendoli nella sua villa sull’Aurelia: «Quando vengono qui, fanno il bagno in piscina e giocano sul prato. Poi ci mettiamo tutti intorno al tavolo e mangiamo le bontà che cucina mia moglie».