3 giugno 2012
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Biografia di Fabrizio Saccomanni
• Roma 22 novembre 1942. Economista. Ministro dell’Economia del governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. Già Direttore generale della Banca d’Italia (dall’ottobre 2006). Di lui dicevano che fosse «l’esponente più a destra della corrente di sinistra della Banca d’Italia» (Stefania Tamburello). Dal 2003 al 2006 è stato vicepresidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers) e prima sempre per Bankitalia è stato rappresentante della Banca d’Italia, presso il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, la Banca dei Regolamenti Internazionali e la Bce.
• Famiglia di medici, laurea alla Bocconi, in Bankitalia dal 1967 (con una breve parentesi a Londra alla vicepresidenza della Bers), fu assunto dal governatore Carli «che poi lo mandò a studiare a Princeton per “farsi i muscoli” ed è sempre rimasto in posizioni delicatissime con tutti i suoi successori. Con Carlo Azeglio Ciampi, in particolare, ha co-pilotato la lira nei giorni terribili della crisi del 1992 e, successivamente, ha condiviso la grande battaglia per entrare nell’euro, nella “serie A”, come si diceva a quel tempo. Il suo nome era anche circolato per il vertice della Bce, nel maggio del 1998, ma poi non se ne fece nulla: in quel posto andò Tommaso Padoa-Schioppa» (Elena Polidori) [Rep 28/7/2006].
• «Un tecnico che sa parlare il linguaggio di tutti, con ironia quando capita, pur se, come dirigente della Banca d’Italia, di rado se lo è potuto permettere. E la grande finanza mondiale l’ha avuta sempre come controparte, l’ha frequentata tenendola a distanza: sempre incarichi pubblici durante tutta la sua carriera (...) Saccomanni è un esperto, ascoltato nel mondo, di come domare i mercati» (Stefano Lepri) [Sta 28/4/2013].
• Pare che a imporlo come ministro sia stato proprio Napolitano «Secondo il presidente, il suo nome non era negoziabile perché il Paese, in un momento così difficile, ha bisogno di avere un personaggio ben conosciuto all’estero, oltre al sostegno pieno della Banca d’Italia» (Elena Polidori) [Rep 28/4/2013]. Il Presidente era pronto anche a un braccio di ferro con Berlusconi, che pochi giorni prima del giuramento del nuovo governo, in un’intervista al canale americano Fox, ha dichiarato: «Niente tecnici, Saccomanni compreso, il ministero dell’Economia dovrebbero darlo a me, ma non lo faranno»
• «Romano come Draghi, gli è stato vicino nel periodo in cui entrambi lavoravano nella capitale britannica; ottimi i rapporti con Prodi. Un uomo dai nervi saldissimi, sottoposto a tensioni enormi a tutte le ore del giorno e della notte, eppure sempre gioviale e di buon umore, si diceva di Saccomanni quando come capo del servizio rapporti con l’estero sovrintendeva alla difesa del cambio della lira. Con Tommaso Padoa-Schioppa erano amici da quarant’anni, da quando erano studenti all’Università Bocconi» (Stefano Lepri).
• Dall’ottobre del 2006 direttore della Banca d’Italia. Tra i suoi compiti quello delicato di sovrintendere al riordino della Banca d’Italia che prevede la chiusura di 33 filiali entro il 2011. È stato riconfermato nel luglio del 2012.
• Per spiegare l’origine della crisi finanziaria disse che «affidarsi al giudizio delle agenzie di rating era come farsi consigliare dei tagli di carne dall’amico del macellaio» (Stefano Lepri) [Sta 28/4/2013].
• Sposato, senza figli. «Possiede un talento unico di esprimere concetti profondi con una eloquenza italiana e con un senso dello humour britannico» (Jean-Claude Trichet, presidente della Bce): nel Novanta rispose all’Economist che aveva paragonato l’Europa del semestre di presidenza italiana a un autobus guidato dai fratelli Marx, con una lettera scritta a nome dei tre attori.
• Ama il cinema, la musica classica e la cucina gourmet. Scrive poesie in dialetto romanesco e ha una passione per i sonetti del Belli (che cita a memoria). Molte pubblicazioni, tra cui il libro Tigri globali, domatori nazionali (Il Mulino 2002).