1 giugno 2012
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Biografia di Camillo Ruini
• Sassuolo (Modena) 19 febbraio 1931. Cardinale (creato da Giovanni Paolo II nel 1991). Presidente del comitato scientifico della Fondazione Joseph Ratzinger. Fino al 31 gennaio 2013 presidente della Fondazione del progetto culturale, organismo della Chiesa italiana che pianifica programmi culturali ed iniziative di formazione. Ex presidente della Commissione internazionale di inchiesta su Međugorje. Dal 1991 al 2008 vicario generale emerito di Sua Santità per la Città di Roma. «Meglio criticati che irrilevanti».
• Vita Padre emiliano, madre veneta, «è cresciuto nell’Emilia del dopoguerra, in cui la gente moriva per vendette politiche e private. Fortunatamente, dice, nella sua famiglia non ci sono stati morti; ma tutt’attorno a lui sì. Si ricorda di un giorno che era alla stazione, ed era vicino a lui un uomo che conosceva, un commerciante, padre di una sua amica. Si è sentito uno sparo, l’uomo ha detto: “Hanno sparato”, ed è caduto; avevano sparato a lui. Aveva una grande fede, sin da piccolo, e i suoi compagni si stupivano di questa forza di convinzione. “Ma come fai a dire che Dio esiste...”. E lui rispondeva: “Ma sì che esiste...”. E la scelta di andare in seminario fu presa come una scelta consequenziale: se credo in Dio allora... Nell’autunno decise, nell’anno successivo entrò. I suoi genitori erano contrari (aveva solo una sorella), suo padre avrebbe voluto che seguisse il suo mestiere (era medico)» (Marco Tosatti).
• Laureato alla Gregoriana, ordinato sacerdote l’8 dicembre 1954, insegnò per decenni Teologia e Filosofia, nell’83 fu nominato vescovo ausiliare di Reggio Emilia. Tre anni dopo diventò segretario della Conferenza episcopale italiana (Cei), ma già nell’85 fu tra gli artefici del convegno di Loreto che rilanciò la presenza sociale della Chiesa italiana. Nel gennaio 1991 Giovanni Paolo II lo scelse come suo vicario per la diocesi di Roma e due mesi dopo anche come presidente della Cei.
• «Ha mosso la Cei come una lobby per leggi che rafforzassero l’istituzione ecclesiastica o per sbarrare la strada a novità invise al magistero. Ha ottenuto che i catechisti dell’insegnamento di religione diventassero docenti statali a tutti gli effetti. Ha ottenuto, al di là dei generosi finanziamenti dell’8 per mille, che venissero finanziati anche gli oratori. Ha premuto costantemente per il finanziamento delle scuole cattoliche. Sul piano delle leggi generali ha bloccato il divorzio breve anche per le coppie senza figli. Ha imposto la formulazione finale della legge sulla fecondazione assistita, con il veto per la madre di sottoporre a diagnosi l’embrione che impianterà. Ha ispirato le campagne contro la pillola del giorno dopo e la pillola abortiva» (Politi).
• «La massiccia esposizione del presidente della Cei ha una data d’inizio: il referendum sulla procreazione del 12 e 13 giugno 2005. Il leader dei vescovi disse di non andare a votare e il 75% degli elettori, ovviamente anche per altre ragioni, non ci andò. Da allora è stata un’escalation “inedita” di presenza pubblica che ha colto di sorpresa anche i vertici della Santa Sede» (Giacomo Galeazzi).
• «Dietro ogni grande personalità c’è una donna. In prima fila, tra la sorella Donata e l’ex direttore dell’Osservatore Romano Agnes, sta Pierina. Non è una suora, è la fida e premurosa segretaria del cardinale. Coperta da fitto velo nero, come una dama di Spagna, tiene il capo chino per l’emozione. Ma Ruini la loda “coram populo”» (all’addio come cardinale vicario della diocesi di Roma).
• Ha finito le esperienze da presidente della Cei (1991-2007) e vicario del papa per la diocesi di Roma (1991-2008). «Lascia il suo posto di comando in Vicariato un principe della Chiesa, fra i più lucidi e sofisticati, e l’ultimo grande politico cattolico italiano di fine Novecento (...) Instancabile in diocesi. Cinquantasette nuove chiese, quasi mezzo migliaio di nuovi preti» (Marco Politi).
• Nel dicembre 2006 rifiutò il funerale religioso al militante radicale Pier Giorgio Welby (vedi Mina Welby): «La sofferta decisione di non concederlo nasce dal fatto che il defunto, fino alla fine, ha perseverato lucidamente e consapevolmente nella volontà di porre termine alla propria vita, un atteggiamento contrario alla legge di Dio». «Sono io personalmente che ho preso quella decisione. Dispiaceva pure a me dire no, ma l’ho presa per un motivo logico», ammise quasi un anno dopo. In precedenza, riferendosi ai casi di Terri Schiavo ed Eluana Englaro, aveva detto che nutrizione, idratazione, ventilazione non possono mai essere interrotti ai malati, nemmeno se si trovano in stato vegetativo permanente.
• In merito all’aborto, spiegò ancora nel gennaio 2008 che «la Chiesa non può accettare una legge che lo autorizza, ma “non incita” alla rivolta contro la 194, anzi vorrebbe che venisse applicata “integralmente” valorizzando il capitolo della prevenzione e “aggiornandola” al progresso della medicina» (Luigi Accattoli).
• «Distinguerei il concetto di uguaglianza: intesa come uguale dignità tra tutti gli esseri umani l’uguaglianza è un principio sacrosanto. Intesa invece come negazione di ogni differenza e quindi come la pretesa di trattare nello stesso modo situazioni differenti, l’uguaglianza è semplicemente qualcosa che va contro la realtà» (da un’intervista a Matteo Matzuzzi) [Fog 28/6/2013].
• Critica «Il più grande stratega della politica italiana degli ultimi vent’anni» (Baget Bozzo).
• «Ha saputo connettere due aspetti fondanti del cattolicesimo italiano contemporaneo: la “guerra culturale tutta interna all’Occidente ricco e secolarizzato”, in cui il nemico “si chiama relativismo etico”, con le concessioni di massa al nemico bimillenario del cristianesimo, “il paganesimo, il naturalismo, il culto dionisiaco”; e su un piano più tattico, ma non slegato dalla dimensione valoriale, lo sfaldamento della politica italiana, con la perdita del pilastro costituito dall’unità dei cattolici e del suo strumento politico, la Democrazia cristiana» (Edmondo Berselli).
• «È l’artefice di una grande, storica visione strategica: la presenza dei cattolici nei diversi partiti, un modello di grande laicità che a molti continua a sfuggire» (Paola Binetti).
• «Nella storia politica italiana, fitta di rivoluzionari mancati, al momento dell’addio Camillo Ruini imprime il segno di una rivoluzione riuscita. Che l’ha portato a rafforzare l’influenza dei cattolici nonostante la morte della Dc. L’ha portato a riprendere l’offensiva dei valori nonostante la secolarizzazione del Paese, a imporre nell’agenda del confronto parlamentare e intellettuale i temi della vita e della bioetica, a stravincere un referendum trent’anni dopo la disastrosa sconfitta del divorzio, a innovare la linea sulla missione in Iraq nell’ora più drammatica; in una parola, a ripristinare la coscienza identitaria della Chiesa italiana, e modificarne profondamente, nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista, il rapporto con lo Stato e la società. Nessuno dei suoi predecessori era stato tanto amato e criticato, blandito e temuto, al punto da diventare un personaggio centrale della politica, guadagnarsi in conclave il ruolo di grande elettore di Ratzinger, respingere numerose richieste di incontro da parte di segretari di partito (cui preferiva mandare appunto il segretario della Cei, Betori), ispirare l’invettiva di una brava attrice di Rai3 (Eminenz!), portare in Senato una scienziata dell’Opus Dei affezionata alle mortificazioni, essere visto ora come un baluardo ora come un bersaglio» (Aldo Cazzullo). L’attrice era Luciana Littizzetto, la scienziata Paola Binetti.
• «Un emiliano atipico. Il suo volto, affilato e pallido, contrasta, infatti, con lo stereotipo paffutello e roseo del nativo di quella grassa e gaudente terra al di sotto del Po. All’estroversione e bonomia tradizionale dei suoi concittadini, Ruini contrappone la riservatezza e un certo, apparentemente algido, approccio sia col mondo sia con gli uomini. Chi lo conosce meglio, invece, sa che, dietro il suo atteggiamento schivo, assolutamente impermeabile alla vanità mediatica e alla facile popolarità, cela un’affettuosità capace di slanci imprevisti, un carattere ironico e arguto, ma tenace, nelle collere come nelle simpatie» (Luigi La Spina).
• Frasi «Lo riconosco: sono stato e sono un animale politico».
• Sui grandi temi della bioetica: «È norma di saggezza non pretendere che tutto possa essere previsto e regolato per legge».
• «Se noi cristiani ci rassegniamo ad essere una subcultura, in un mondo che guarda dai tetti in giù, niente potrà salvarci. Salvo la Provvidenza».
• «A volte sono sorpreso io stesso dall’eco che le nostre prese di posizione provocano sui giornali».
• «Il rammarico più grande riguarda la mia debolezza e mediocrità in quello che è il primo compito di ogni vescovo: la preghiera».
• Vizi Si diceva avesse la passione dei soldatini. «Ma non è vero! Mio padre me ne regalò quando avevo sei anni, ci giocai un po’ e poi li misi via, preferivo far navigare barchette nei fossi».