1 giugno 2012
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Biografia di Nicola Rossi
• Andria (Bari) 9 dicembre 1951. Economista. Politico. Nel 2001 e 2006 eletto alla Camera, nel 2008 al Senato (Ds, Pd). «A febbraio 2011 presenta le sue dimissioni da senatore. «Non gli piaceva più fare il parlamentare di un’aula “che non decide nulla, dove al massimo ti chiedono di premere un bottone per dire sì o no alla fiducia”. Chiede all’aula di votare le dimissioni, gliele respingono due volte. “Tentare la terza mi sembrava ridicolo”. Nel frattempo accetta di diventare presidente del pensatoio liberista Bruno Leoni e si avvicina alla creatura di Luca di Montezemolo. È nella cerchia stretta dei suoi consiglieri, pare naturale candidarlo capolista in Puglia. Lui si ritrae, gli trovano un sostituto. Torna al suo lavoro, a Tor Vergata, dove insegna Economia politica. Ogni tanto qualcuno lo fa» (Alessandro Barbera) [Sta 14/1/2013].
• «Quando Massimo D’Alema era segretario dei Ds, e soprattutto quando era presidente del Consiglio, era circondato da personaggi molto potenti che lo indirizzavano, lo aiutavano, lo consigliavano. Era il cosiddetto staff, a capo del quale era Claudio Velardi. Uno di loro era Nicola Rossi, guru dell’economia. Le sue posizioni sono sempre quelle ultrariformiste» (Claudio Sabelli Fioretti).
• «Palazzo Chigi, con D’Alema, è stato l’unico vero tentativo di fare della presidenza del Consiglio un luogo di indirizzo e non di mediazione fra potenti. Fino ad allora il premier si preoccupava semplicemente di mettere d’accordo i ministri. Era un salotto. Il dipartimento per gli affari economici, con il quale lavoravo io, doveva fare in modo che l’operato dei ministeri corrispondesse all’impegno che il governo aveva assunto».
• Critico con il governo Prodi («Il suo operato è carente. La Finanziaria è stata preparata secondo schemi di 20 o 30 anni fa, si rivolge a un’Italia del passato, mentre bisognava dare un’idea del futuro»), nel gennaio 2007 lasciò polemicamente i Ds: «Sul terreno riformista la sinistra ha esaurito tutte le energie», scrisse in una lettera a Fassino. Ha aderito da subito al Pd. Sulla riforma delle pensioni: «Tornare allo scalone di Maroni sarebbe poco ragionevole per una lunga serie di ragioni ma pensare che il sistema previdenziale non abbia problemi è una pia illusione».
• Ha scritto fra l’altro Riformisti per forza (Il Mulino 2002), Mediterraneo del nord. Un’altra idea del Mezzogiorno (Laterza 2005), Sudditi. Un programma per i prossimi 50 anni (IBL Libri 2012)
• Sposato, un figlio.