1 giugno 2012
Tags : Isabella Rossellini
Biografia di Isabella Rossellini
• Roma 18 giugno 1952. Modella. Attrice. Figlia di Roberto Rossellini (1906-1977) e Ingrid Bergman (1915-1982), gemella di Isotta (italianista). Tra i suoi film: Velluto blu (David Lynch 1986). Nel 2006 diresse il documentario Mio padre ha 100 anni, nel 2008 ha interpretato otto cortometraggi da un minuto l’uno da lei ideati, scritti e codiretti con il titolo Green porno (sul sesso degli insetti: per essere più informata si è anche iscritta a un corso della New York University).
• «È un’attrice atipica e lo sa. Figlia di due personaggi leggendari, non recita spesso ma sceglie con cura i ruoli e non teme di mettere in discussione la sua immagine» (Fabio Ferzetti).
• «In lei convivono, intrecciate davvero in un Dna internazionale, la Roma molle e dolce dei Rossellini e il tratto austero e anglosassone della sua parte svedese-americana» (Barbara Palombelli).
• «Studiavo malissimo a scuola, ma mi è sempre piaciuta la biologia e anche la storia. È una passione ereditata da mio padre. Lui parlava poco di cinema e non ci andava. Rimaneva per ore a letto a leggere e poi, quando stava in famiglia, con noi figli, ci parlava di libri, di idee. Gli piacevano la storia e il progresso scientifico. Lui, in fondo, era come un patriarca molto attaccato alla famiglia. È morto quando avevo solo venticinque anni, ma lo ricordo molto geloso. Geloso dei ragazzi con cui uscivo la sera: dovevo tornare a casa presto. Mia madre era un’attrice in tutti i sensi. Le piaceva il cinema, il mondo del cinema, uscire con i suoi colleghi attori. Non era affatto severa» (da un’intervista di Alain Elkann).
• Decisivo, il sodalizio artistico con il regista canadese Guy Maddin, per il quale ha interpretato La canzone più triste del mondo. «Non posso negarlo: Guy mi ha cambiato la vita. È cominciato tutto per caso, in maniera molto avventurosa. Qualche anno fa mandò il copione del film al mio agente, insieme ad alcuni cortometraggi che aveva girato. Né io né il mio agente avevamo la più pallida idea di chi fosse, e le poche informazioni raccolte indicavano che era un regista d’avanguardia che viveva relegato nella zona di Winnipeg, in Canada. La sceneggiatura mi sembrava incredibilmente barocca e troppo piena di descrizioni, così decisi di vedere i cortometraggi: una folgorazione (...) Decisi di chiamare questo regista sconosciuto, e lui mi disse subito di andare a trovarlo. Atterrai nel mezzo della tundra canadese con 40 gradi sotto zero. Ovviamente l’arrivo per me rappresentò uno shock, ma trovai di fronte a me un uomo simpaticissimo, che credeva in maniera assolutamente coinvolgente nei propri progetti (...) Accettai quasi immediatamente e solo in un secondo momento mi resi conto che il personaggio che avrei dovuto interpretare non aveva le gambe. Quando comunicai la mia decisione al mio agente e gli spiegai anche dei moncherini, lui mi disse letteralmente che si sarebbe “tagliato le vene”. Era terrorizzato da una scelta così eterodossa, ma non mi lasciai dissuadere, ed ora ne sono molto orgogliosa: il film è diventato una pellicola di culto» (ad Antonio Monda).
• «Il mio rapporto col cinema italiano è quasi inesistente. Non nascondo che si tratta di qualcosa che mi ha dato del dispiacere».
• Sposata due volte, con Martin Scorsese (1979-1982) e con l’ex modello Jon Wiedemann (1983-1986), da cui ha avuto la figlia Elettra (1983, modella, è volto della casa di cosmetici Lancôme, la stessa che considerandola troppo anziana licenziò Isabella). Ha adottato Roberto (1993).
• È stata fidanzata cinque anni con il regista cult David Lynch. «“Ma lo sai che assomigli un sacco a Ingrid Bergman? Potresti essere sua figlia” le disse lui, sventato, come il più prevedibile dei corteggiatori. O semplicemente geniale, come David Lynch che incontra per la prima volta Isabella Rossellini.
“Scemo, lei è sua figlia”, lo fulminò chi gli sedeva accanto. New York, 1985, ai tavolini del ristorante Alò Alò. (…). Persino un eclettico, visionario, surreale come Lynch però, su certe cose è proprio come tutti. «Giravamo in Carolina. Sono dovuta partire per Parigi per qualche giorno e quando sono tornata David mi è venuto a prendere all’aeroporto. Ahia, mi sono detta. Qui c’è qualcosa. Perché non si era mai visto, di solito il regista al massimo ti manda l’autista”. Come l’amore, anche la sceneggiatura della sua fine ebbe la prima scena in aeroporto. “Non venne a prendermi. ‘Sto girando, sono bloccato’. Strano. Tornò tardi, già dormivo. Il mattino dopo uscì di casa prima di me e quando arrivai sul set ci mise un’ora per venirmi a salutare. Era tutto molto chiaro”» (Giovanna Cavalli) [Cds 13/7/2012].
• Vive con il figlio adottivo negli Stati Uniti. Dal 2007 sta a Belport, un villaggio di pescatori a Long Island, ma ha mantenuto l’appartamento nell’Upper West Side di New York.
• Volontaria per The Guide Dog Foundation di Smithtown Long Island, New York, si occupa da qualche tempo di educare cani destinati al servizio dei ciechi.
• «Sono entrata nella terza età, me ne devo fare una ragione. Per fortuna questo anziché abbrutirmi mi spinge a inseguire le passioni per cui, quando i miei figli erano piccoli, non avevo tempo. Seguo corsi di comportamento animale e biologia».