1 giugno 2012
Tags : Fabrizio Rondolino
Biografia di Fabrizio Rondolino
• Torino 26 marzo 1960. Giornalista. Fondatore, insieme a Claudio Velardi, del sito di analisi politica The Front Page. Editorialista del Giornale. Dal 1988 al 1996 cronista politico dell’Unità, editorialista presso La Stampa dal 1999 al 2010, ha collaborato con Vanity Fair e Donna Moderna.
• Produttore tv (con la moglie Simona Ercolani), delle fiction Amori (2004), Walter e Giada (2005), del talk show sulla spiritualità Il Cielo e la Terra (2008) andati in onda su Raitre, e del documentario La classe operaia va all’inferno (morti sul lavoro).
• «Ex-pasdaran occhettiano, da giornalista passa a portavoce, continuando sempre a canticchiare al telefono con i cronisti politici, ma ridendo. Bravo nello scrivere, ha un bel romanzo all’attivo. Il titolo è allusivo: Un così bel posto (Rizzoli, 1997)» (Pietrangelo Buttafuoco).
• «Era uno di quelli con la testa pelata (l’altro era Claudio Velardi) che giravano attorno a Massimo D’Alema e si occupavano del suo staff, stabilivano la sua giornata, gli davano consigli su come comportarsi con i giornalisti, smussavano le sue spigolosità. Poi Rondolino fu travolto da uno di quegli scandali alla panna montata che appassionano il mondo giornalistico-politico. Aveva scritto un romanzo con alcune pagine altamente “pornografiche”. Il Foglio di Ferrara le anticipò, l’Espresso di Claudio Rinaldi e la Repubblica di Ezio Mauro scrissero articoli di fuoco. Rondolino, sospettando che il bersaglio di tanta violenza moralistica fosse la politica di D’Alema, dette le dimissioni» (Claudio Sabelli Fioretti).
• Tra gli altri libri, L’Italia non esiste (Mondadori, 2011), Luther Cannabis, l’erba di casa è sempre più verde (Stampa alternativa, 2010), Questi nostri amori (Mondadori, 2004).
• Figlio di Gianni (vedi), due figli, quattro gatti e un cane.
• Nel 2005 ha acquistato per 70 mila dollari quaranta acri di terreno nel deserto del Nevada, dove ha costruito una casa in mezzo al nulla (ci fece un servizio anche il New York Times). «Un posto meraviglioso per perdersi nella contemplazione, anche fine a se stessa».